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Música

Lubrificanti musicali scozzesi: intervista ai Vaselines

Intervista al duo di Glasgow, famoso per non essere mai diventato famoso.

Dice il saggio: la pazienza è la virtù dei forti. E ancora: l’acqua fa male, il vino fa cantare. È certo che senza questi due postulati inconfutabil dell’esistenza umana, le quattro chiacchiere con i  fissate per la prima data in Italia—quella romana—della band di Glasgow, sarebbero state diverse. Confutabile, invece, è la tesi secondo cui le interviste post concerto non restituiscano che risposte stiracchiate e musicisti stanchi e infastiditi. Fissato per il pre-cena, ma slittato oltre l’una di notte, l’incontro con Frances McKee e Eugene Kelly è avvenuto solo dopo il milionesimo bicchiere di vino rosso nel backstage. Di tutta l’attesa, maledico solo la voce femminile alle mie spalle che, a un certo punto,  candidamente esclama: “I Vaselines? Non li conosco bene, ma so che hanno fatto delle famose …”.

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VICE: Per tutto il concerto l’hai chiesto al pubblico, ora te lo chiedo io: dimmi qualcosa di sexy.

Frances: Ho tenuto le stesse mutande per dieci giorni.

Eugene: Ma non è una cosa sexy, è disgustoso! A me piacciono le persone che si lavano almeno ogni due giorni.

F: Beh ma è una cosa divertente…

Ma sul palco avete sempre avuto questo scambio di battute riguardo al sesso?

E: No, in verità solo da quando siamo tornati insieme, e solo sul palco discorriamo di sesso senza imbarazzarci. Agli esordi eravamo giovani e timidi, non parlavamo col pubblico. Sono stato io a cominciare la prima volta, ma è sempre

Frances che ci va giù più duro.

F: È una specie di terapia di gruppo.

A proposito: da dove viene il titolo del nuovo album Sex With An X?

F: Insegniamo alle persone come fare lo spelling.

E: Me l’ha suggerito il mio coinquilino, l’ho proposto a Frances ed è impazzita.

In un’intervista hai detto che avevi paura che il marito di Frances sarebbe stato geloso per questo titolo.

E: Si, ero sicuro che avrebbe frainteso. Ma non siamo riusciti a trovare un titolo migliore.

Non sono ancora riuscita a capire se avete mai avuto una storia…

(Eugene fa cenno con la testa di sì ridendo)

F: No…

Ma Eugene dice di si!

E: Dillo! Ma solo per poco. Sai, quando hai quarant’anni e ripensi a queste cose, ti sembrano lontanissime.

F: Però non ti scordi mai di quanto è stato bello…

Com’era il sesso negli anni Ottanta?

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E: Frances sostiene che fosse terribile. Ma d’altronde io ero solo un principiante, stavo imparando. Però mi piace credere che sono migliorato.

I Hate The 80s: qual era la cosa peggiore di quegli anni?

F: Fare sesso con Eugene! (ride insistentemente) No scherzo, quella era la cosa migliore!

E: Direi i Deacon Blue…

F: Ah, quella band terribile di Glasgow? Dai non possiamo dirlo. Facciamo che erano la cosa migliore! E la peggiore… i Vaselines: eravamo pessimi negli anni Ottanta.

A proposito, vi siete sciolti alla fine degli anni Ottanta perché le cose non andavano bene: qual è stata la situazione più sfigata in cui vi siete trovati?

F: Beh moltissime…

E: Eravamo in tour in supporto ai Pastels e ci avevano portato in un albergo per senza tetto. In più, al concerto eravamo nel back stage e non c’era il bagno. Un po’ come stasera, insomma (ride). Quindi forse le cose non sono cambiate di molto. Alla fine ho dovuto pisciare in un bicchiere. Quello fu uno dei momenti più sfigati che mi ricordo di quel periodo.

Prima volta in Italia insieme come The Vaselines. Sul palco, Frances, prima di Molly’s Lips, hai detto che gli italiani sono famosi per essere i più bravi in una cosa…

F: Intendevo il sesso orale! Ma dovresti dirmelo tu…

Eh non saprei dirti, purtroppo non ho mai provato uno che non fosse italiano.

E: Si vede che non ne hai avuto bisogno…

F: Beh stasera potresti provare con Eugene!

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É dal concerto che provi a trovargli una che ci stia con lui stasera.

E: Si, mi mette sempre in mezzo.

Eugene, ma sei davvero così calmo e “british” come sembri nelle interviste?

E: Oh, deve essere una cosa terribile da vedere.

F: Beh, in effetti sei un tipo un po’ rigidino.

E: Hai ragione. La verità è che lo faccio solo per darmi una parvenza di professionalità.

Qual è la cosa peggiore dell’indie rock?

F: Quel modo di fare così stucchevole…

Ed è per questo che non eravate nella celebre C-86…

F: No, noi eravamo gli “anti”

E: Se fossimo stati in quel giro avremmo avuto una carriera vera. Ma in qualche modo abbiamo impedito che succedesse.

F: E poi la verità è che oggi l’indie vero non esiste. Oggi molte delle etichette indipendenti si comportano come le major! È un po’ una merda. Non capiscono l’essenza dell’indie, ovvero l'essere liberi e spontanei.

E: Il problema è che negli anni Ottanta l’indie è diventato un genere che le major hanno deciso di abbracciare. Oggi di etichette indipendenti vere ce ne sono, ma poi appena crescono cambiano atteggiamento.

Abbiamo finito. Quanto siete contenti che non vi abbia chiesto dei Nirvana?

E: Sai, in ogni intervista ci aspettiamo delle domande sui Nirvana. Non ci disturba che ce le facciamo, abbiamo massimo rispetto per loro, ma ci piace anche essere ascoltati per come siamo.

F: Del resto Kurt Cobain ha avuto un vero e proprio ruolo nello scoprire e diffondere band sconosciute.

E allora come vi immaginereste, oggi, se non vi avesse citati?

E: Ci penso spesso a come sarebbe stata diversa la mia vita. Credo che avrei dei baffi e lavorerei in un ufficio postale. E starei tutto il giorno lì depresso, pensando a come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto la pop star.