Musica

Lord Apex parla di West London, di Madlib e della P38

Il rapper londinese Lord Apex si esibirà per la prima volta in Italia: ci abbiamo chiacchierato per l’occasione.
MR
Milan, IT
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Lord Apex. Foto: Fifou

Una delle stelle più luminose dello UK hip hop contemporaneo è senza dubbio Lord Apex, rapper da West London che spazia tra alternative e lo-fi. Il suo nome d’arte si ispira all’alter-ego di Madlib, Lord Quas, membro simbolico del progetto Quasimoto assieme allo stesso Madlib, artista di massima ispirazione per Lord Apex.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per conoscere meglio il suo punto di vista sul panorama musicale attuale e futuro e per scavare un po’ nella sua personalità artistica.

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Lord Apex si esibirà per la prima volta in Italia grazie all’etichetta Funclab Records e a Carhartt WIP il 17/02 a Milano: scopri di più a questo link.

Questa è la tua prima volta in Italia. Sei emozionato? Molti fan e artisti qui sono elettrizzati all’idea di poterti sentire live.
Sì, sono davvero entusiasta. Non vedo l’ora soprattutto di suonare, ma anche di mangiare bene e girare tra i negozi vintage per scovare qualche pezzo introvabile.

Cosa sai della scena hip hop italiana? Tra i tuoi produttori c’è Wun Two, che ha collaborato anche con Pufuleti.
Ho un amico che mi ha introdotto al rap un po’ più politico, soprattutto P38, e mi piace tantissimo. Con alcuni artisti italiani ho anche collaborato in passato, come Lester Nowhere e okho per il progetto ‘High Stakes, Low Ryder’. Non conosco Pufuleti!

Ti consigliamo di ascoltarlo, è sicuramente nelle tue corde. Passando alla scena inglese, invece, cosa sai dirci del panorama attuale?
Lo UK hip hop ovviamente varia in base alle aree del paese, così come della città di Londra stessa, ma è interessante vedere come esistano e crescano le alternative, nonostante manchino un po’ i mezzi di comunicazione e l’attenzione dei media in generale. La prospettiva esterna è centrata sulla drill, ma in realtà c’è molto di più. Abbiamo jazz, r’n’b, il canto, produttori che cercano di portare un nuovo sound… magari ancora non hanno ancora trovato la piattaforma giusta sulla quale esporsi, ma sono sicuro che nel giro di qualche anno le cose cambieranno, il suono prenderà una forma diversa.

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Cosa intendi?
Intendo che le persone associano il Regno Unito al grime, alla drill e basta, senza andare oltre. La gente qui, invece, ha background giganteschi e diversi fra loro. Il sound è vasto, c’è molto di più da offrire.

Uno dei tuoi progetti più acclamati si intitola ‘Supply & Demand’. Credi che l’hip hop, o la musica in generale, seguano tale modello?
No, non lo credo affatto, io faccio quello che mi piace. ‘Supply & Demand’ è in collaborazione con V Don, newyorkese dal sound autentico. Quando abbiamo iniziato a lavorare eravamo sbilanciati perché lui cercava di allinearsi al suono inglese con beat decisamente UK, finché non abbiamo capito che era molto meglio fare ciò che venisse naturale a entrambi. Credo che sia stata questa la forza dell’album, il motivo per il quale è andato così bene. Ci siamo incontrati nel mezzo, è stato davvero figo per entrambi, poi V Don ha un’energia speciale.

Uscendo invece un attimo dal Regno Unito, qual è il tuo rapporto con il rap americano? Com’è stato collaborare con Westside Gunn?
Beh, sono cresciuto ascoltando hip hop americano, è naturale. Sono un music baby: mia mamma aveva parecchi dischi, mio padre faceva il dj e ascoltava tantissimo rap dagli Stati Uniti. Sono anche uno che apprezza la storia della musica, e in ordine cronologico vengono prima gli americani. La verità, alla fine, è che non importa da dove proviene il suono, quello che conta è lo stile. La musica è solo musica. Parlando di Gunn, lavorare con lui è stato figo. Mi piacciono il rap crudo, la sfida.

Il tuo stage name deriva dall’alter-ego di Madlib “Lord Quas”. Lui ha recentemente fatto uscire un progetto dal titolo In The Beginning, con Declaime, che raccoglie una serie di pezzi registrati negli anni ‘90 e mai usciti fino ad oggi. Quanto pensi che sia importante, nel 2023, riportare le radici e l’originalità del genere?
Credo che non abbia a che fare con l’importanza, quanto più con ciò che apprezza il singolo. Se nasco in un ambiente che mi porta ad ascoltare un certo tipo di sound, nel momento in cui scelgo di iniziare a fare musica è probabile che io voglia riprodurre quello che conosco. Se cresco ascoltando il Wu-Tang Clan, vorrò rappare su beat in stile Wu-Tang, che non significa che io stia facendo musica vecchia, ma semplicemente musica che mi piace. 

E noi siamo d’accordo. Parlando invece di musica contemporanea, c’è un nome che dobbiamo tenere d’occhio, nel quale riponi massima fiducia per il futuro dell’hip hop?
Sì, KEYAH/BLU. Lei è di un livello superiore, anzi, un livello completamente diverso, fuori dai nostri schemi.