Cynar Storia
Foto di Ralf via Adobe Stock
Cibo

La storia del Cynar, il più affascinante amaro italiano, e di chi l'ha inventato

Il liquore al carciofo "contro il logorio della vita moderna" è un pezzo di storia italiana. E dalla sua creazione a ora molte cose sono cambiate.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT

Nel 1955 venne fatto un sondaggio Doxa in cui il Cynar figura come il secondo più apprezzato aperitivo italiano, secondo al Campari Soda e alla pari con il Bitter Campari.

Nell’eterna disfida tra Spritz Aperol e Spritz Campari, presieduta con lo sguardo saggio degli anziani dallo Spritz Select, io ho sempre scelto lo Spritz Cynar. Non ricordo dove e quando ho assaggiato il primo ma da allora quella profondità amara, con una ruffianissima punta dolce proprio sul finale, mi ha fatto capire che non avrei più avuto altri Spritz al di fuori di quello — e soprattutto mi ha fatto appassionare al liquore a base di carciofo.

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Sono sicura che la maggior parte di voi lo associ immediatamente allo slogan che l’ha reso celebre, dapprima recitato da Ernesto Calindri in televisione, poi apparso in innumerevoli immagini pubblicitarie ora diventate iconiche e oggetto di collezionismo: "Cynar contro il logorio della vita moderna".

Di recente mi è capitata sotto gli occhi la notizia che Rino Dondi Pinton, he faceva parte della squadra di lavoro che inventò il liquore, compiva cent’anni. E mi si è accesa la curiosità di sapere sul liquore qualcosa in più di “è buono, è marrone scuro, ogni tanto ne bevo un po’ troppo.”

Sempre di recente ho scoperto che esiste un libro, Il Cynar e i suoi fratelli, scritto da Antonio Dalle Molle, Simone Marzari e Giustina Porcelli, da cui sono riuscita ad estrapolare parecchie e interessanti informazioni sull’amaro.

Come viene fatto il Cynar

Oltre alle foglie di carciofo c’era un infuso di altre diciotto erbe tra cui genziana, china, cardamomo e cannella

Partiamo dalle basi. Il Cynar venne creato dall’azienda padovana G.B. Pezziol (poi confluita nella G.M.A. o Grandi Marchi Associate) di proprietà dei fratelli Angelo, Amedeo e Mario Dalle Molle — è la stessa che, per intenderci, ha prodotto anche il VOV e il Biancosarti. Fu in particolare Angelo Dalle Molle che ritenne che le proprietà benefiche del carciofo fossero, leggiamo nel libro, “il valore aggiunto per seguire un’inedita linea commerciale orientata al benessere del consumatore.”

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La fase sperimentale di questo nuovo amaro iniziò a fine anni Quaranta: oltre alle foglie di carciofo c’era un infuso di altre diciotto erbe tra cui genziana, china, cardamomo e cannella. Inizialmente volevano aggiungerci anche la vitamina B1 ma non fu loro permesso. A noi l’idea di un amaro con aggiunta di vitamine fa un po’ ridere, visto la linea manichea che divide in maniera netta il mondo del wellness, dove la cosa più ardita che si può bere è un centrifugato proteico, allora non era un’idea balzana accostare l’idea di alcol a quella di salute — basta pensare ai modi fantasiosi in cui veniva pubblicizzata la birra. Il gusto del Cynar venne testato presso il Ten Bar di Venezia e il Bar Pezziol di Padova e nel 1952 entrò in commercio.

“Lo slogan più famoso è ovviamente ‘Contro il logorio della vita moderna’ ma furono molto usati anche ‘Chi si difende si salva’ e ‘Be different! Drink Cynar’”

Curiosa la scelta del nome — che fino all’ultimo, leggiamo, se la giocava con Cynar, Cincinar (quasi mi dispiace non abbiano scelto quello), Cincinara, Cynar bit, Cinarcin, Carsciof, Carciol — che deriva sì dal nome scientifico del carciofo, Cynara scolymus, ma può anche, più poeticamente, venire ricondotto alla leggenda della ninfa Cynara. La ninfa dagli occhi verdi fa parte della schiera di povere sventurate della mitologia greca che dissero no a Zeus e pertanto vennero punite. Lei in particolare venne trasformata in carciofo, duro dentro, morbido fuori.

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Il successo del Cynar e la vita di Angelo Dalle Molle

Angelo Dalle Molle ha una storia molto particolare. Fu ad esempio uno dei primi a capire le potenzialità delle auto elettriche in Italia, in tempi non sospetti

Quello del Cynar fu uno di quei casi in cui il successo di un prodotto è immediato: nessuna storia di sconfitta e rivincita, caduta e risalita. Matteo Zed, bartender ed esperto di amari su cui ha anche scritto un libro, spiega: “Si può dire che il Cynar sia nato dall’intuizione del genio di Angelo Dalle Molle, personaggio incredibile, il primo a capire che si potevano sfruttare le proprietà benefiche del carciofo quale combustile per attirare l’attenzione italiana verso un prodotto alcolico in un periodo di pieno boom economico. Inoltre le grandi capacità imprenditoriali di Angelo spingono i Dalle Molle a reinvestire i guadagni in massicce azioni pubblicitarie e di marketing, dapprima su carta e poi con l’avvento del televisione sul piccolo schermo tramite il famoso Carosello.

Angelo Dalle Molle ha una storia privata decisamente particolare. Non era solo un imprenditore “illuminato” — fu uno dei primi a capire le potenzialità delle auto elettriche in Italia in tempi non sospetti — ma anche un filantropo e amante dell’arte: era membro del comitato d'onore del Museo Dalì di Figueres di cui faceva parte, per dire, anche Eva Petrescu, moglie del dittatore romeno Nicolae Ceausescu. Lui dalla vita moderna non era stato decisamente logorato.

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Cynar è stato protagonista sin da subito in indimenticabili sketch e famosi e indelebili messaggi pubblicitari. Tra questi il più famoso è ovviamente ‘Contro il logorio della vita moderna’ ma furono molto usati anche ‘Chi si difende si salva’ e ‘Be different! Drink Cynar’.”

Entro la fine degli anni Sessanta il liquore veniva prodotto in stabilimenti in Svizzera, Francia, Lussemburgo, Brasile, Argentina, Giappone, Jugoslavia e Spagna. Nel 1955 venne fatto un sondaggio Doxa in cui il Cynar figurava come il secondo più apprezzato aperitivo italiano, secondo al Campari Soda e alla pari con il Bitter Campari, nati rispettivamente, per intenderci, vent’anni e quasi cent’anni prima.

E alla fine nel 1993 il Cynar diventò un marchio del gruppo Campari. Questo non decretò certo la fine del suo fascino per gli italiani — o forse un po’ sì? Forse la bottiglia nera e rossa dietro i banconi ha smesso di essere notata diventando solo parte dell’arredamento? Da grande estimatrice del Cynar tendo a propendere per il sì. Noto spesso le facce perplesse dei baristi quando chiedo uno Spritz Cynar, la difficoltà che fanno a trovarne la bottiglia, nascosta dietro altri superalcolici più richiesti.

“Quando delle multinazionali mettono le mani su tali gioielli della liquidistica italiana non è mai un bene. La poesia svanisce verso una lenta sparizione dall’immaginario popolare”

Zed dice che “Se le nuove generazioni lo conoscono non è di certo per la storia del suo creatore o per la storia della bottiglia, ma solo perché oggi finalmente anche in Italia come in USA, i liquori amari vengono usati per miscelare e dunque è molto facile imbattersi in drink che hanno il Cynar come ingrediente. Anche in tv e sulla carta stampata ha perso quel famoso impatto che lo ha reso celebre in tutto il Mondo. Personalmente credo che quando delle multinazionali mettono le mani su tali gioielli della liquoristica italiana non sia mai un bene — e i risultati anche per altri prodotti ne sono la dimostrazione. La poesia che da sempre lì accompagna svanisce spesso verso una lenta sparizione dall’immaginario popolare.” Ho provato a contattare Campari per parlare del Cynar ma non ho ricevuto risposta.

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Qualche ricetta che ci consiglia Zed: “Cynar cocktail: parti uguali di Cynar e Sweet Vermouth su ghiaccio e fetta d’arancia. Oppure un semplicissimo Cynar e soda, l’aperitivo che disseta. Ma per ciò che riguarda me il mio drink di successo con il Cynar è il The Formidable, un cocktail creato con Cynar e un grande Amaro Romano, ‘Il Formidabile’, nato anch’esso dalla sapiente mente di un moderno Angelo Dalle Molle, Armando Bomba. La ricetta è Amaro Formidabile, Cynar, succo fresco di lime e acqua tonica: cocktail shakerato e servito in un highball provvisto di chunk e guarnito con tre spicchi di lime.”

Questo articolo è stato modificato in data 8 febbraio in seguito ad alcune informazioni fornite del signor Antonio Dalle Molle.

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