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Musica

Le peggiori cacate di Pharrell

Bisogna ricordare che è un essere umano, e come tutti gli essere umani, ha fatto dei passi veramente falsi.

(via)

Qualsiasi musicista è in grado di tirar fuori un paio di singoloni e mettere insieme un disco di Greatest Hits. Pensate a Hilary Duff. Ma per un qualche arcano motivo nessuno, e dico nessuno, ha mai pensato di raccogliere i pezzi più orrendi della propria carriera. Ma non vi preoccupate, ora ci pensa Noisey.

Se dovessimo scavare brevemente tra i CD abbandonati che nessuno vuole più sentirsi, nemmeno in macchina durante un viaggio della speranza, ecco, certamente si arriverebbe a un pozzo di scarti pieno almeno per il 43% di pezzi composti da Pharrell.

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Il nostro Pharrell è ovunque. Nell’ultimo decennio è diventato praticamente impossibile evitare il ragazzo, che ad oggi ha in mano le redini della pop music e continua ad infilarsi in ogni anfratto come una velina in cerca di notorietà. Forse è questo il suo segreto.

Comunque il nostro cappellone ha all'attivo più successi che insuccessi, ma è importante ricordare che, come tutti gli esseri umani, ha sparato pure delle belle cagate.

Filosoficamente parlando, è dagli errori che si struttura la strada verso la perfezione, ecco perché abbiamo voluto elencare i peggiori momenti di Pharrell.

LA CANZONE “HAPPY” UTILIZZATA IN OCCASIONI CHE CI RICORDANO L’INEVITABILE PROCESSO DI DECADIMENTO

Ok, questo video non è esattamente colpa di Pharrell. Però il rischio di scrivere una hit universale, che acchiappa un range che va dall'asilo nido alla casa di riposo è che venga onestamente travisata.

La conseguenza diretta è che Pharrell deve prendersi sulle spalle—sulle sue flessuose, movimentate spalle—almeno parte della responsabilità dell'utilizzo di "Happy" per fomentare la folla al Campionato Mondiale di Bocce a Great Yarmouth. L’ubiquità del pezzo implica che, sebbene ricordi molto il canto di un'allodola dopo che ha perso la verginità, possa essere utilizzato a un evento in cui l'audience siede sopra una pubblicità di un fondo pensionistico. Le mani del pubblico non proprio entusiasta che fremono come cotolette scongelate, mentre applaudono con una leggerissima riluttanza, ti fanno quasi temere che sul palco stia per arrivare un serial killer.

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Ecco caro Pharrell, questo è quello che alcuni chiamano "sazietà semantica", un fenomeno psicologico per cui una parola o una frase, ripetuta un numero sufficiente di volte, finisce per svuotarsi di signficato, diventando puro e semplice suono. L’editor del video di 24 ore di “Happy” ora è alimentato per via endovenosa e non conoscerà mai più il vero significato della felicità. Spero che tu ne sia contento.

Un frame di un presentatore molto mimetizzato con lo sfondo, che si gode le bocce, felice.

QUESTA SCULTURA CHE HA FATTO CON JACOB & CO E TAKASHI MURAKAMI

I movimenti del Dadaismo e dell’Arte Povera si sono battuti strenuamente per elevare le cianfrusaglie di tutti i giorni allo status di forme d’arte; quindi grumi di polvere, qualche scheggia, una melanzana che col tempo s’è ricoperta di peluria ora possono valere pure milioni.

Come non approfittarne?

Dunque, vediamo, cosa aveva Pharrell a portata di mano? Un pacchetto vuoto di patatine sotto il suo letto, tempestato di diamanti, l’involucro di un preservativo, tempestato di diamanti. Ketchup, tempestato di diamanti, e una lattina di Pepsi, tempestata di diamanti (quest'ultima mi pare abbastanza ovvia, anche perché non credo che Pharrell sia nemmeno legalmente autorizzato a ruttare, se non dopo una sorsata di Pepsi.)

Il nostro eroe, insieme al gioielliere Jacob hanno piazzato questi oggetti nella bocca di un orsacchiotto di peluche strafatto di acidi.

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La scultura si chiama "Simple Things". Un nome appropriato.

Ok forse invece questa è arte e io sono solo un po' risentita perché nessuno comprerà mai una mia produzione per 2 milioni di dollari all’Art Basel, e la prossima volta che mi tornerà utile il mio diploma dell'Accademia delle Belle Arti sarà per piazzare in strada la lavagnetta del menu di un bar su cui ovviamente pioverà dopo due secondi.

QUANDO HA FATTO UNA SERENATA ALLO STAFF DI MCDONALDS

Nella fase terziaria della sua inestinguibile giovinezza, Pharrell lavorò brevemente (e senza successo) da McDonald’s. Anni dopo, il ragazzone ha deciso di tornare alle origini, piazzandosi in un aeroporto parigino alle 6 di mattina in cui ha cantato una serenata straziante in cui elencava le sue ambizioni alimentari: "un Big Mac, delle patatine, un milkshake ghiacciato, un McFlurry e una torta di mele.”

Sono le sei, il piccolo Pharrell ha fame… Potete aprire per favore? Se in tutta risposta gli avessero lanciato addosso un sacchettone di hamburger flaccidi del giorno prima, forse avrei potuto perdonare la sbobba rosa con cui fanno le Chicken McNuggets, e avrei addirittura soprasseduto sulla volta in cui un mio amico si è trovato una graffetta nel Big Mac.

Date a questo signorino qualcosa da masticare, per Giove, non vedete che è derelitto?

Non ho parole, le multinazionali sono senza cuore.

QUESTA CANDELA-DITO

Questa linea di candele prodotta da Atelier WM nel 2008 rappresenta il saluto vulcaniano caratteristico dei N*E*R*D, in aggiunta ad altri gesti delle mani. Uno dei quali è molto maleducato. Mi piacerebbe sapere quante lettere di lamentele sono arrivate all’assistenza clienti del suddetto marchio da parte di gente che ci inciampava sopra e si trovava le dita incerate di Pharrell conficcate nelle Tube di Falloppio.

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La mia principale perplessità riguardo a questo oggetto è che ho una tremenda fobia dei polsi, quindi immaginarmi i tendini—tesi nell’articolazione del saluto vulcaniano—che vengono lentamente corrosi dalla cera fusa mi fa venire voglia di rannicchiarmi con la testa tra le mani e inspirare, e poi espirare. E poi ancora inspirare.

LA VOLTA IN CUI HA COLLABORATO CON MIKA

Il verso e la melodia pre-ritornello non vi suonano familiari? Forse è perché sono esattamente identici a quelli di “Call Me Maybe”. Non si può, proprio non si può! Ti ha detto Shia che si poteva, per caso? Tutto questo per creare il genere di canzone destinato a non andare oltre i cambi di scena da cinque secondi tipici di una sitcom con le risate preregistrate.

E poi l'intervento di Pharrell è troppo vago—tu guarda—ci ordina di alzare il culo e divertirci. Solo che, al contrario di "Happy" in cui è un po' più esplicativo, qui non ci dice come farlo, dunque non so se vuole che compri della yabah o degli spaghetti di pongo. Devi essere più chiaro, Pharrell. Altrimenti non sapremo mai come dobbiamo esprimere la nostra contentezza.

LA MIGLIORE—YI ZHOU

Avete mai il desiderio di guardarvi un film musicato da Morricone, il cui contenuto sono infiniti paesaggi di mammelle e la testa di Pharrell che interpreta un vaso di creta in procinto di esplodere? ALLORA CLICCATE QUI!

LA VOLTA CHE HA COLLABORATO CON CONOR MAYNARD

Ai miei occhi Conord Maynard sembra uno di quei cantanti (vedi anche John Newman) che, se li rivedi cinque anni dopo, non saprai mai se l’hai riconosciuto perché te lo sei limonato a caso una sera, o perché aveva fatto una comparsata in un video di educazione civica del liceo.

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In ogni caso, il suo album di debutto Contrast ha avuto una lista impressionante di produttori e co-autori, incluso un credito a Frank Ocean per “Pictures.” “Lift Off”, prodotta da Pharrell, suona purtroppo come un grumo di catarro che Justin Timberlake ha tirato su durante la registrazione di Justified e ha lasciato a solidificarsi di fianco alla console del mixaggio. La prodezza lirica di Conor è illustrata al meglio nel verso “Your aura is so shiny” [“La tua aurea è così luccicante”, NdR].

Dato che Conor è il gendarme di tutte le ragazze che muovono i primi passi nella pubertà, questa frase potrebbe essere interpretata come un’uscita insensibile, in quanto è possibile che l’oggetto delle sue attenzioni la legga come una frecciata all’eccesso di sebo sulla sua faccia. Ma è ciò che bisogna aspettarsi dal ragazzo che in un’altra occasione si vantava che “She said she want to peel my banana na” [“Ha detto che vuole sbucciare la mia banana na”, NdR], e “My wine would be sweet if you were my grape” [“Il mio vino sarebbe dolce se tu fossi la mia uva”, NdR]. Mi immagino Conor su una sedia girevole, che inventa doppi sensi su tutto il contenuto della cesta della frutta; “I wanna feel your sultana…You want to peel my banana HAHAHAHHA”. E Pharrell se ne sta lì seduto con la testa tra le mani, senza nemmeno tentare di fermare questo sinistro omuncolo.

QUESTO GILET?!

(Dalla sua collezione del 2010 con Moncler.)

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Nutro un certo scetticismo circa l’efficienza di un giubbotto anti-proiettili imbottito di piuma d'oca.

IL LIQUORE QREAM

Sebbene possiamo ritenerci estremamente fortunati che Pharrell non si sia mai dovuto ridurre a fare cose come questa per portarsi a casa Francis Bacon originali, il suo liquore alla fragola Qream assomiglia molto al fondo di una bacinella di punch sedimentato dopo una notte di festa. È davvero un peccato, perché qualsiasi drink fatto da Pharrell dovrebbe avere lo stesso gusto di un fiocco di neve leccato dalla tetta di una colomba. Sull’argomento lui dice:

“Mi è stata offerta questa opportunità da Diageo e ho semplicemente deciso di dare un’occhiata al mercato e vedere chi secondo me passava in secondo piano. In questo caso erano le donne. Voglio riportare in voga la delicatezza e non farti sentire un ciccione ogni volta che guardi una bottiglia, o dover razionare le calorie il giorno dopo, se ti sei fatto un paio di drink. Va bene anche per gli intolleranti al lattosio.”

Anche se perlomeno si può dire che sia meno sessista delle biro sessuate della bic, e precisando che non posso parlare a nome di chiunque sia in possesso di un paio di ovaie, personalmente non mi sento una chiattona ogni volta che guardo una bottiglia, a meno che non si tratti della bottiglia di olio con cui sto per sommergere il mio piatto di pasta. Ma generalmente tendo a sospendere il giudizio sulle bottiglie di vetro.

Nell’intervista, oltre a slacciare il reggiseno dell’intervistatrice con lo sguardo, Pharrell dice: “a volte non riusciamo a digerire correttamente i latticini e questi ci creano… problemi.” Chi altro è in grado di parlare dell'emissione di gas corporei facendola sembrare una prerogativa esclusiva di esseri superiori? Sei unico, Pharrell.

P.s.: ecco, magari la prossima volta non battezzare una bevanda destinata a un pubblico femminile con una parola a metà tra "cream" e "queef", il nome inglese delle scoregge vaginali.