Qualcuno ha scritto che i due dischi che Hans-Joachim Roedelius (Cluster, Harmonia) e Stefan Schneider (To Rococo Rot, Mapstation) hanno fatto insieme come “sicuramente infuenzati” dal lavoro di Erik Satie e Brian Eno. Se al paragone col primo possiamo tranquillamente credere e non troviamo niente da eccepirvi, quello col secondo è un tantino offensivo: Roedelius è nel gioco della sperimentazione elettronica da più di una vita, ed è stato proprio lavorando in studio assieme a lui e ai soci Dieter Moebius e Conny Plank che Eno ha imparato come trasformare il suono dei suoi synth in texture dettagliate, mesmeriche e potenti. Da quelle session sono emersi capolavori come Cluster & Eno e After The Heat, ma se pescate dall’intera discografia di Roedelius è assai facile che vi procurerete un ascolto nutriente per le sinapsi.
Anche l’influenza di Satie, a dire il vero, toccata dagli strati di elettronica che i due avvolgono attorno al suono del piano, si trasforma in altro: una forza che tira verso un ascolto più immersivo. L’apporto di Schneider non è secondario: avendo negli anni attraversato le terre di confine tra post rock, ambient e techno, sa benissimo come sublimare i vuoti e i pieni di una melodia in qualcosa di più elevato.
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Un approccio del genere risuona perfettamente con l’impostazione culturale che anima Electropark Exchanges, un progetto nato a Genova nel 2012 come festival musicale, ma ora espansosi in qualcosa di molto più ampio: non solo una rassegna di live che si terranno al Teatro Franco Parenti di Milano, ma anche un corso di formazione per l’industria musicale nato in collaborazione con SAE Institute. La rassegna ospiterà Roedelius e Schneider questo mercoledì 4 maggio, e noi siamo orgogliosissimi non solo di invitarvi a venirli a sentire, ma di stuzzicarvi l’appetito con questa traccia inedita che il duo ci ha regalato in anteprima assoluta: un frammento di bellezza dalle loro ricerche.