I Sottotono in una sgranata foto d’epoca scattata in una località sicuramente d’oltreoceano, immortalati mentre tentavano di importare nel proprio corpo la cultura R&B per fotosintesi clorofilliana.
Fish e Tormento, nei gloriosi anni della loro relazione, sono stati, loro malgrado, il primo baluardo dell’R&B sulla nostra penisola. Non importa quanto volessero sembrarci gangsta, questi due ragazzi erano dei cuori d’oro. La pagina Wikipedia del gruppo, fin dalle prime righe, ci tiene a specificare che i Sottotono, oltre ad avere una componente westcoast non indifferente (leggi: bandane legate malissimo), aveva anche un irrinunciabile accento crooner. Ora, questo animo crooner io lo vedo parecchio in due moti ondulatori che sono la costante dei Sottotono: le labbra di Tormento e il passo da dirigibile della Good Year che sorvola placido il cielo nel background, prerogativa dell’allora dirigibile DJ Fish. Quello che gli amici di Wiki si scordano di specificare è che, sbucciando la loro discografia di tutti gli inutili pezzi rap mal riusciti, si ottiene una serie di ballate che farebbero pisciare sotto ogni Tiziano Ferro (che mi dicono fu loro corista) e ogni Nesli sorto sulle ceneri dei due R Kelly italiani.
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A Miami
Già dal primo sputo nel mondo dell’hip hop la mia teoria per cui i Sottotono sono come un carciofo è confermata. È il 1994 e molti di voi stavano ancora nell’utero, mentre Fish buttava già una basettina con qualche campioncino in Soprattutto Sotto. Il risultato di quest’album era abbastanza adolescenziale e a tratti demenziale, trattavasi di giochi di ragazzi, nonostante il buon flow di Tormento, ma già si vedeva che, sotto tutti quegli elementi di disturbo assolutamente superflui (tra cui i due membri destinati ad abbandonare la nave, Nega e DJ Imru), c’era un cuore dolce e succoso.
E credo possiate immaginare il momento in cui quest’album regala emozioni: a partire diciamo non dalla prima, ma dalla seconda traccia, “La Mia Coccinella”, campione romantico del pezzo stracciamutande degli O’Jays “Cause I want You Back Again”, che ci fa già intuire come sarà sexy e autoironica l’anima soul dei Sottotono. Ti vogliono portare a letto perché sono un 33% gangsta, un 33% romantici e un 33% simpaticoni, l’un percento è riservato alla calvizie, ma questo dettaglio non ha mai fermato nessun bomber.
Nel video questa suddivisione territoriale di mood è ben rappresentata dai Bone Thugs N Harmony interpretati preventivamente dagli allora quattro Sottotoni che se la bulleggiano in una via del Bronx in cui si presuppone abiti la fantomatica Coccinella che un tormentato Tormento—di cui ora conosciamo anche il numero di telefono (823168)—tenta di conquistare animandole il quartiere con gente vestita troppo larga. Da questo primo exploit riusciamo già a capire chi sarà la colonna portante del gruppo e chi animerà di poesia i futuri successi sottotonici.
Come vi dicevo, le altre tracce dell’album d’esordio dei Sottotono sono la riprova che i ragazzi dovevano decisamente snellirsi (non come s’è snellito Fish post-Sottotono) e lasciar stare le derive balzellanti per concentrarsi sulle atmosfere più dolci, soul, romanticone.
In effetti, dal loro secondo disco-capolavoro, Sotto Effetto Stono, i sexy sembrano essersi liberati da un po’ di rami secchi. Questo disco dico che è il loro capolavoro non a caso, ma perché se notate contiene molti più pezzi orientati sull’anima romantica del loro progetto che, al climax della loro carriera, correva sulle quattro gambe di un DJ e un MC talmente uniti che sembravano uno il contenitore dell’altro.
Quindi daje con altre ciaccioserie e con una serie di hit da rubacuori, a partire dalla negazionista, disperata “Non c’è Amore,” nella quale un neffatico Tormento aspetta il sole mentre racconta delle proprie indelebili corna.
Inutile dire quanto sono inutili i pezzi rap di quest’album. Dopo alcuni momenti totalmente superflui in cui Tormento sta bene e fa il bullo con fratelli e sorelle e alcolici e Butane, si torna a volare alti nel cielo tormentato di Tormento con LA HIT. Probabilmente il miglior pezzo R&B della discografia italiana, provate a dirmi di no.
CIAO.
E qui i Sottotono potevano chiudermi il disco, invece saltando un altro paio di tremende tracce G, si arriva alle lacrime, ragazzi. Spero che ognuno di voi si innamori molto presto per poter dedicare alla vostra dolce metà la canzone d’amore lionelrichiana dei due orsettini in questione: si tratta di “Tranquillo,” una raccolta di citazioni romantiche e frasi d’amore smemorandiche, che in bocca di Tormento magicamente acquistano dignità. Anche quando, inconsapevole dell’incubo che sono, sogna “vorrei sentir le urla dei gabbiani”. Giurerei che non è un cazzo romantico sentirle, ma se lo dici tu, Antonio, ci credo.
PS: “Kiss The Rain” arriva solo un anno dopo. Suca, mondo.
Chiaramente però i Sottotono non potevano non bilanciare con qualche hit scrausa il loro animo da pasticcini, quindi rinnegano la meraviglia qui sopra con la decisamente inferiore “Non c’è Storia,” in cui notiamo che Tormento tenta di dimostrarsi ancora maschio alfa disconoscendo tutta la tenerezza espressa in “Tranquillo” ——> “ma se ero tranquillo come domenica mattina, adesso tu vali meno di una sgualdrina”. Addirittura.
Stessa cosa per “Ianglediz”. Abbiamo capito che c’hai le Bude e le Bicce. È abbastanza palese che quando i Sottotono vogliono bullarsi non funziona niente, mentre quando parlano di puro amore, anche se amore puramente fisico, i due vanno alla grande. È quello che succede con la sexy “Dimmi di Sbagliato che c’è” in cui Tormento sfoga il male di vivere a letto con una ragazza disinibita. Di questa poesia erotica mi piace ricordare il verso “uh baby tu mi fai volare in alto / mi ribalti più di una birra doppiomalto.” Oltre che “voglio h-ha h-ha tonight”. Colpita e affondata.
E qui ci trovavamo, oltre che vicini al climax di Tormento, al culmine della carriera romantica dei Sottotono, dal momento che già nel successivo album Sotto Lo Stesso Effetto, l’effetto non era già più lo stesso e, anziché scavare nelle profondità del loro cuore, i due tornano ad alzare la cresta in un album dimenticabile, quasi tutto.
Si salva ovviamente la dolciona “Amor De Mi Vida”. Sì, Big Fish ha campionato “If You Were Here Tonight” prima di Machinedrum.
E questo ritorno all’utero è più o meno l’ultimo vagito di decenza dei due romantici Sottotono, che poi hanno fatto altre cose, nessuna delle quali degna di nota come i capolavori della musica che vi ho elencato. Ora le loro carriere hanno preso due strade diverse, Tormento ha pure cambiato nome e Fish si è dato alla dubstep e alla trap (bei generi, complimenti!) e ha tentato di rianimare un Frankenstein a forma di Manuel Agnelli con l’elettroshock, riuscendo solo a fargli ricordare alcuni versi di un brano di vent’anni fa.
Poro Big Fish, è evidente che non sta bene, che gli manchi tu, Tormento, e anche a te sono sicura che manca lui. Quindi vi prego, abbandonate ogni vostra inutile attività collaterale, mollate il tipo che è con voi o vi pentirete, tornate insieme e tornate a insegnare all’Italia cos’è l’amore.
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