Nel corso di una ricognizione all’alba di domenica 6 luglio 2014 – esattamente due anni fa – alcuni soldati della Caserma Sabatini di Roma si imbattono in un corpo senza vita.
Il cadavere, riverso nel terreno a diversi metri di distanza dal muro perimetrale della struttura, è quello dell’allora venticinquenne Antonino ‘Tony’ Drago, caporale dell’ottavo reggimento Lancieri di Montebello.
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Originario di Siracusa, Drago aveva studiato a l’Aquila — e, nell’ultimo periodo, stava affrontando una crisi con la sua fidanzata; una crisi che lo avrebbe portato, almeno secondo quanto dichiarato inizialmente dall’esercito, a gettarsi da una finestra del secondo piano della Caserma, togliendosi la vita.
La versione ufficiale viene tuttavia contestata da parenti e amici già poche ore dopo la diffusione della notizia. In prima linea in questa battaglia c’è la madre di Drago, Rosaria Intranuovo, che da 24 mesi sta combattendo insieme al marito per ristabilire quella che lei definisce “la verità vera, non quella che conviene a noi.”
Secondo la Procura, Drago si sarebbe lanciato da un bagno in disuso al secondo piano della Caserma dopo essere salito in piedi su una sedia, e sarebbe atterrato a cinque metri di distanza. Impossibile, secondo quanto dimostrato durante un test effettuato in una piscina di Catania: un nuotatore professionista, tuffandosi da un trampolino da 10 metri, è riuscito a coprire una distanza di soli 3 metri.
Per l’avvocato Dario Riccioli, Drago non si è ammazzato — è stato ucciso. A non tornare, come ha spiegato al giornale siciliano MeridioNews che ha pubblicato una dettagliata ricostruzione della vicenda, sono diversi elementi: oltre alla distanza dal muro della caserma, anche la posizione in cui è stato ritrovato il corpo, e la presenza di fratture multiple e diffuse.
All’inizio del 2016, il caso era a un passo dall’essere archiviato per sempre: ad aprile, tuttavia, il Giudice dell’Udienza Preliminare Angela Girardi ha deciso di accogliere le richieste del legale della famiglia Drago, concedendo un supplemento di indagini e respingendo l’archiviazione chiesta dal pm Alberto Galante. Le testimonianze di quattro commilitoni, su cui era basata la ricostruzione della procura, non sono state ritenute sufficienti.
Da questa primavera è dunque iniziata una ‘seconda vita’ del caso Drago. Secondo le persone più vicine al caporale, infatti, la crisi emotiva vissuta dal giovane a causa delle difficoltà con la fidanzata non è un motivo sufficiente per giustificarne il suicidio.
Sempre nell’aprile 2016, un testimone – non ancora ascoltato dalla procura – parla del caso di Drago nel programma televisivo Chi L’Ha Visto, denunciando come il ragazzo fosse oggetto di episodi di nonnismo e abusi all’interno della caserma.
“Tony era nervoso e mi ha raccontato di un episodio accaduto la sera prima. Era stato aggredito, mentre era in camera a luci spente. Qualcuno gli si era buttato addosso e un altro lo aveva bloccato. Erano più di tre, ma dalla voce aveva riconosciuto due ragazzi,” aveva raccontato il collega, che aveva aggiunto la volontà di Drago di denunciare il fatto, sottintendendo che non si era trattato di un episodio isolato.
Rosaria Intranuovo ora gira di notte per le vie di Siracusa in compagnia del marito Alfredo appendendo volantini con la foto del figlio, i quali recitano “6 luglio 2014, caduto nel vuoto di giustizia”. La donna ha anche chiesto un incontro al Ministro della Difesa Roberta Pinotti, senza per ora ottenere risposta.
Così il 16 giugno i due genitori si sono presentati in procura, denunciando dieci commilitoni di Tony per “concorso colposo nel delitto doloso.” Un modo per cercare di smuovere le indagini, mentre un’offerta di compensazione dell’esercito ai genitori (di 25mila euro) sarebbe stata rifiutata dagli stessi.
Intanto a marzo la sezione siracusana di Sinistra italiana aveva chiesto l’apertura di una commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda, sulla scia di quanto accaduto con il caso di Emanuele Scieri.
In questi giorni la mobilitazione prosegue anche attraverso Facebook, dove esistono due gruppi dedicate alla vicenda di Drago (Comitato Verità per Tony e La verità per Tony) mentre oggi alle 18:30, nella chiesa di Santa Maria della Roccia, al Plemmirio, una messa ricorderà il caporale morto nella Caserma Sabatini. In attesa di una nuova autopsia che faccia chiarezza sulla dinamica del decesso, e sul prosieguo del percorso processuale.
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