Vice Interviews – Marnie Stern

Gli assoli di chitarra spaccano. Checché ne dica qualche vecchio signore davanti al suo ultimo bicchiere di vino all’orario di chiusura dell’osteria, gli assoli sono ancora una parte terribilmente importante del guitar rock. Ecco perché le persone salgono ancora con i piedi sul bancone e fanno air guitar quando qualcuno mette un disco dei Maiden nel jukebox. Ecco perché amiamo Marnie Stern. Ha recentemente suonato al Barden’s Boudoir ed è stato come se un gruppo di orsetti del cuore avesse formato una band che suona solo cover dei Van Halen e dei Don Caballero. E poi sembra un bellissimo, delicato folletto. Quindi niente brutti ragazzacci sudati che si agitano con indosso pantaloni così corti che quasi-quasi esce fuori tutto. E’ qualcosa di meraviglioso.

Vice: Abbiamo sentito dire che tu non hai ascoltato musica fino ai 23 anni. Cos’altro facevi?
Marnie Stern: Quando ero piccola magari ascoltavo la stazione che trasmetteva classic rock alla radio, ma mentre studiavo giornalismo alla NYU facevo praticamente soltanto quello, studiavo e basta. Poi, tutto quello che avevo per ascoltare musica era una radio, e le radio a New York fanno veramente cagare. Preferivo leggere. Ho letto un sacco di biografie dei Presidenti.
Quali sono i tuoi presidenti preferiti?
Lincoln, Adams e Clinton.
Quindi con chi ti piacerebbe suonare, tu alla voce e Bill al sax?
Forse quello sarebbe il sogno di mia mamma.
Come sei passata dalla tua passione per i Presidenti a voler diventare una guitar hero?
Sono andata a vedere Neil Hagerty dei Royal Trux una sera a Brooklyn e lui aveva questa enorme double-neck bianca e praticamente ha passato la sera a masturbarsi e ho proprio capito che era esattamente quello che volevo fare anch’io. Volevo diventare una masturbatrice di chitarre.
La tua musica suona come se tu soffrissi di sindrome da deficit di attenzione.
E’ praticamente l’opposto. Sono quasi compulsiva. Sapevo di voler diventare brava con la chitarra, così quando l’ho deciso mi ci sono dedicata completamente. Suonavo per tre o quattro ore al giorno. Sono anche molto pigra e odio socializzare, così mi andava benissimo. Potevo semplicemente restare in casa, ignorare chiunque e imparare. Poi non conoscevo nessuno con cui poter suonare. Avevo solo il mio ipod. Ora invece ho Zach (Hill, degli Hella) che suona la batteria, che è una figata.
Come si chiamava il tuo ipod?
Non avevo idea che si potesse dargli un nome.
Il mio si chiama Cuthbert. Quello del mio collega qui vicino invece si chiama Clarence.
Errr. Ok. Figo?
JAMES KNIGHT
L’album di Marnie Stern, In Advance Of The Broken Arm è uscito da poco su Kill Rock Stars.

Videos by VICE