Pochi minuti dopo essere entrate in contatto con lo sperma, alcune persone accusano una sensazione di bruciore e prurito accompagnata da rossore e gonfiore della parte colpita. Molte temono che la reazione sia il segnale di qualche vaga infezione—del resto si tratta delle più comuni conseguenze delle infezioni sessualmente trasmissibili. Ma potrebbe trattarsi dei sintomi di una patologia chiamata ipersensibilità al liquido seminale, anche conosciuta per semplicità come allergia allo sperma.
Studi recenti hanno rilevato che almeno 40.000 donne negli Stati Uniti sono allergiche al liquido seminale—ma da quando i medici hanno identificato il problema 60 anni fa, sono stati pubblicati soltanto una manciata di casi di studio, in gran parte estremi. Non esistono casi confermati di uomini allergici allo sperma, anche se alcuni ricercatori credono che i maschi possano sviluppare allergie al proprio stesso seme che si manifesterebbero con sintomi completamente diversi.
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Nessuno sa quale delle decine di elementi che compongono il liquido seminale sia il colpevole, anche se è escluso che l’ipersensibilità sia causata dagli spermatozoi. Nè si sa perché in alcune persone la sensibilità è costante mentre in altre i sintomi oscillano nel tempo o da partner a partner. Gli esperti ipotizzano che queste variazioni potrebbero essere il risultato di spostamenti ormonali o gli effetti di diverse diete e stili di vita sul liquido seminale, ma non hanno le prove necessarie a dimostrarlo.
Quello che sappiamo è che l’allergia al liquido seminale può avere un effetto considerevole sulla vita sessuale di una persona. Molte persone hanno ammesso di aver cambiato abitudini per evitare l’esposizione diretta al liquido—anche quello pre-eiaculatorio. Usano profilattici quando preferirebbero non farlo, e facial o sesso orale sono fuori discussione. (Anche se la condizione in sé non interferisce con la fertilità, i provvedimenti per evitare gli sfoghi possono rendere difficile restare incinta.) Per alcune persone, i sintomi sono così gravi—bolle in tutto il corpo, vertigini, malessere gastrico e addirittura anafilassi—che possono suscitare un’angoscia tale da far calare il desiderio sessuale o spingere a evitare del tutto i rapporti.
I pochi dottori specializzati in questa patologia la curano con normali trattamenti per l’allergia. Ma l’imbarazzo trattiene molte persone dal rivolgersi a un medico. Dato che gli specialisti sono pochi, spesso chi cerca aiuto riceve diagnosi sbagliate, e capita che anche chi riesce a rivolgersi a uno specialista non trovi la terapia adatta.
Per capire come coniugare una vita sessuale attiva con l’allergia al liquido seminale, VICE ha intervistato Lucy, a cui è stata diagnosticata questa patologia oltre un decennio fa. Ci ha raccontato l’esperienza sua e del suo partner di lunga data, i tentativi di curarsi, e come hanno affrontato le sfide che ha comportato nella loro sessualità.
VICE ha usato il nome di fantasia Lucy per proteggere l’identità della persona intervistata. L’intervista è stata editata per brevità e chiarezza.
VICE: Quando ti sei accorta di avere reazioni allergiche al liquido seminale?
Lucy: Avevo poco più di vent’anni. Stavo facendo sesso con un uomo e il preservativo si è rotto. Quando lui ha eiaculato dentro di me, è stata la prima volta che sono entrata in contatto diretto con del liquido seminale nella vita. Ha iniziato immediatamente a bruciare. Non ricordo se ci sia stato anche un rigonfiamento. Ma mi sembrava che mi stesse andando a fuoco la vulva e non pensavo ad altro che a buttare fuori lo sperma. [Ride] Non ha aiutato il fatto che fossi in paranoia per il preservativo rotto.
È stata un’esperienza bizzarra e stressante. Ma mi intendo un po’ di medicina e di salute sessuale, quindi ho capito subito che non si trattava di una IST. Ho pensato: “Che strano, è come se stessi avendo una reazione allergica.”
Quanto ti ci è voluto per capire che si trattava a tutti gli effetti di allergia?
Ci è voluto un po’. Mi consideravo una persona che preferiva avere rapporti con partner donne, così all’inizio ho pensato che potevo dimenticarmene per un po’, perché non riuscivo a concepirmi a fare di nuovo sesso non protetto con un uomo.
Circa un anno dopo, ho iniziato a frequentare un uomo che poi è diventato mio marito. A un certo punto volevamo smettere di usare i profilattici, e io ho detto: “Ho un po’ paura di fare questo passo perché una volta ho avuto una reazione strana al liquido seminale e non vorrei succedesse di nuovo, o che fosse addirittura peggio.” Lui è stato molto comprensivo. A quel punto abbiamo deciso di tentare con il coito interrotto. Ma in quel modo mi esponevo comunque al liquido pre-eiaculatorio, quindi bruciava comunque un po’ se non usavamo il preservativo. (E poi non è un buon metodo contraccettivo, ma ne usavo un altro ai tempi.) Ci preoccupava anche l’idea che lui potesse perdere il controllo ed eiaculare sulla mia pelle, ma non abbiamo mai avuto questo problema.
In ogni caso, avevo comunque paura che le mie reazioni allergiche peggiorassero fino allo shock anafilattico. E questo è gran parte del motivo per cui non facevamo, e tuttora non facciamo, sesso orale. Ero terrorizzata all’idea che fare sesso potesse uccidermi. Ero così spaventata da pensare: “Be’, forse dovrei andare solo con le donne.” [Ride]
Come ha modificato la tua idea di sessualità?
Sono una persona piuttosto pragmatica. Non credo che nei segnali dall’universo. Eppure, in certi momenti ho davvero pensato che la mia vita sarebbe molto più semplice se smettessi di frequentare uomini. [Ride] Ma a quel punto della relazione ero innamorata. Ero già convinta che saremmo stati insieme per molto tempo. Anzi, sono grata per quella mia prima reazione allergica, perché mi ha fatto capire fin dall’inizio di non essere allergica al mio attuale partner. Sono allergica al seme in generale!
Ho deciso di cercare un allergologo. Non vivevamo vicino a una grande città, quindi non avevo molta scelta. Ho chiamato un po’ tutti. Ero a disagio nel parlarne, come immaginerai, ma chiedevo: “Il vostro dottore ha esperienza di allergie al liquido seminale? Perché credo di averla, e vorrei capire cosa posso farci.”
A un certo punto mi hanno risposto: “Sì, puoi venire da noi. Porta un campione spermatico del tuo partner.” Mi hanno fatto uno scratch test sul braccio, pungendomi in un punto con istamina, in uno con salina e in un altro con il seme del mio compagno. Ho pensato: “Ok, forse sono pazza. Sicuramente risulterà negativo.” Ma dopo 15 o 30 minuti, avevo dei rigonfiamenti sul braccio in corrispondenza dell’istamina e dello sperma.
Subito ho cercato di convincermi che era soltanto la reazione della mia pelle pallida al graffio. Ma l’infermiera ha dato un’occhiata e ha detto: “È positivo.”
Cos’hai fatto una volta avuta la certezza dell’allergia?
La medica è entrata e mi ha confessato di non avere in realtà alcuna esperienza con questo tipo di allergia. Le ho detto che avevo trovato una persona che aveva sviluppato dei protocolli di cura. Lei mi ha risposto che valeva la pena di provarci. Abbiamo fissato un appuntamento per una sfida graduata vaginale. Mi ha lasciato dicendo: “Porta un bel po’ di sperma e al resto ci pensiamo noi.” [Ride]
Il mio compagno era pronto a provare qualunque cosa pur di poter fare sesso con me senza profilattico senza rischiare di uccidermi. Così ci siamo presentati entrambi all’appuntamento. La procedura consisteva nel mettermi a gambe aperte su un lettino e stare lì una mezza giornata. Ogni trenta minuti, una soluzione di sperma diluito mi veniva somministrata tramite cannula per via vaginale. Era tutto molto strano, ma non avevo esperienza di cose del genere, quindi mi sono detta: “Boh! Speriamo!” Una volta finito, la dottoressa ha detto: “Forse sei guarita, ma non lo sappiamo. L’unico modo per scoprirlo è che tu faccia sesso non protetto entro 48 ore e ci faccia sapere come va.”
E come è andata?
Dopo questa esperienza non ci sentivamo molto sexy, quindi abbiamo aspettato l’ultimo momento prima della scadenza, organizzando una bella cena per coccolarci subito dopo. Eravamo un po’ agitati. Subito dopo il suo orgasmo, non ho sentito nulla. Io mi sono commossa dalla felicità. Ma un’ora dopo ho iniziato ad avere il mal di testa, che di solito non mi viene mai. Ci eravamo procurati un iniettore di epinefrina per stare sicuri, ho preso un antistaminico e mi sono detta che sarei stata bene prima di salire in macchina per andare al ristorante. A quel punto ho iniziato a sentirmi peggio. Facevo fatica a respirare. Non sapevo se fosse un attacco di panico o chissà cosa.
A un certo punto ho detto: “Dobbiamo andare all’ospedale.” Lungo la strada, ho iniziato ad avere difficoltà a parlare e ho sentito la gola chiudersi, ma ho fatto in tempo a dire: “Accosta e iniettami l’epinefrina in una coscia.” Lui l’ha fatto e mi sono sentita immediatamente meglio, ma dovevo comunque andare al Pronto Soccorso per farmi vedere. Sono entrata nel nostro piccolo ospedale locale e l’infermiera—una donna molto bella che veniva a scuola con me ed è palesemente lesbica [ride]—mi ha chiesto cosa fosse successo. Io ho risposto: “Credo sia una reazione allergica.”
E lei: “A cosa sei allergica?”
Io sono scoppiata a piangere e ho urlato, con voce stridente: “Allo sperma!”
Dopo quel giorno, il mio compagno e io abbiamo deciso che non avremmo più rischiato e avremmo sempre usato il preservativo. A meno che non volessimo fare figli. Allora mi sarei rivolta ai massimi esperti per farmi desensibilizzare.
E così hai fatto, giusto?
Sì, cinque anni dopo. Siamo andati dal dottore che aveva sviluppato il protocollo di cura che avevo già provato e ho fatto un’altra sfida graduata—anche se a quel punto ero estremamente scettica. Non ha usato una cannula, quella volta. [Ride] E ha funzionato! Ne sono uscita completamente desensibilizzata e non ho più avuto reazioni allergiche venendo in contatto con lo sperma del mio compagno. Ma non è finita qui.
Il dottore ha detto che avrei dovuto entrare in contatto con lo sperma del mio compagno circa due volte a settimana. Sai, è come certe persone che hanno bisogno di iniezioni periodiche. Beh… per me erano iniezioni di tipo particolare. [Ride]
Stavamo insieme da tanti anni, avevamo superato i 30 e viaggiavamo entrambi molto per lavoro, quindi ci siamo detti: “Come faremo?” Il dottore era un uomo anziano che dava per scontato che tutti volessero fare più sesso possibile, quindi ci fa: “Dai ragazzi, di solito sono tutti felicissimi quando dò questa ricetta!”
Io avevo anche altre domande, tipo: “Va bene anche l’esposizione anale? O quella orale? O l’unico modo per restare desensibilizzata è l’esposizione vaginale?” Il dottore non ha saputo rispondere a queste domande, si è limitato a dire che non c’erano prove che dimostrassero che ogni altra esposizione avesse effetto. Sapendo che la mucosa vaginale è diversa dagli altri tessuti, non volevo affidarmi ad altre parti del corpo senza la sicurezza che avrebbe funzionato, quindi abbiamo continuato così.
Come avete gestito la prescrizione medica di fare una certa quantità di sesso, quando magari a voi andrebbe farlo di meno?
Beh, abbiamo tirato la corda il più possibile, e ci siamo tenuti sempre dell’epinefrina a portata di mano. Ogni cinque giorni faccio un’esposizione allo sperma, o via rapporto sessuale o in altro modo—e, sinceramente, l’esposizione via rapporto sessuale è quella che usiamo di meno. Il mio compagno eiacula in un bicchiere designato che non facciamo mai usare agli ospiti. [Ride] Poi io uso una siringa per inserirmelo nella vagina.
È una cosa spiacevole per noi. Per lui è difficile eiaculare ogni cinque giorni, assumendo farmaci che gli riducono la libido. E la pressione di farlo con regolarità insieme alla consapevolezza che la prossima volta potrei avere uno shock anafilattico e morire sono stressanti. Voglio dire, è una merda! Ne abbiamo parlato in terapia di coppia ma è ancora un problema. Dopo sette anni, comunque, ci siamo abituati.
Credi che la medicalizzazione della tua vita sessuale abbia avuto degli effetti a lungo termine sulla tua libido o sul modo in cui ti rapporti al sesso più in generale?
Di sicuro. Ma ho altri problemi di salute cronici che influiscono sulla nostra vita sessuale. Stiamo invecchiando, non abbiamo più 20 anni. E abbiamo un bambino piccolo, quindi siamo sempre stanchi. Non dipende tutto dall’allergia allo sperma. Ci sono un sacco di cose che hanno messo dei limiti alla nostra sessualità.
E come li gestisci?
Siamo piuttosto resilienti. Siamo una bella coppia. Ma ci consoliamo anche pensando al momento in cui smetteremo di volere figli, così potremo smetterla. (Il piano è di averne un altro.) E poi entrambi speriamo ancora che sarà fatta più ricerca e si trovi un modo diverso di curare questo problema.