Per quanto mi riguarda, i viaggi nello spazio sono sempre stati accompagnati da grandi, irrisolvibili problemi. In primo luogo, ho passato tutti e tre gli anni dell’università a interessarmi alle idee di Foucault sulla televisione odierna piuttosto che a qualcosa di pur vagamente scientifico, col quale avrei imparato come lanciarmi attraverso l’atmosfera terrestre senza morire immediatamente. Il secondo problema è che tutto è così incredibilmente e insondabilmente lontano. Il tragitto di mezz’ora che mi tocca fare per andare al lavoro è già abbastanza; tre giorni per raggiungere un non meglio identificato ammasso di roccia galleggiante mi sembrano una cosa completamente priva di senso, un’enorme perdita di tempo.
Tuttavia, se ci fosse una prospettiva interessante alla fine del viaggio potrei anche prendere il considerazione la cosa. Per esempio, una bella casa nuova di pacca e già pronta tutta per me, dove passare il resto dei miei giorni. L’imprenditore olandese Bas Lansdorp sta per avvicinarsi a questi sogni con il progetto Mars-One, che prevede di costruire un insediamento su Marte dove sia possibile vivere, per poi spedirci quattro esseri umani nel 2023, e, con il passare del tempo, altri gruppi di persone, al fine passarci il resto delle loro vite. TUTTO IL RESTO delle loro vite.
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A parte questo dettaglio trascurabile, il progetto è degno di nota anche perché si propone di raccogliere la maggior parte dei finanziamenti creando il più grande spettacolo mediatico a cui il mondo abbia mai assistito—coprendo tutte le fasi del progetto e permettendo agli spettatori di scegliere col proprio voto i partecipanti al viaggio—piuttosto che contare sulle scelte governative e avere a che fare con tutte le interferenze politiche. Ho incontrato Bas per farci un bicchiere e parlare dei suoi piani.
Bas Lansdorp.
VICE: Allora, cosa ti ha fatto balenare in testa l’idea di mandare delle persone a vivere il resto della loro vita su Marte?
Bas Lansdorp: Per la prima volta ci ho pensato circa 15 anni fa, quando è atterrata su Marte la prima sonda. Pensai che sarebbe stato molto più figo se fossero stati degli uomini a camminare su Marte, invece che delle macchine. Io stesso ho sempre voluto andarci, ma sapevo che non avrei avuto alcuna possibilità se fossi passato per la normale trafila della NASA o della European Space Agency (ESA); comunque, ho accantonato e quasi dimenticato tutta la questione quando ho iniziato a studiare ingegneria meccanica. Poi, qualche anno dopo, ho sentito che gli americani stavano progettando un viaggio di sola andata per Marte—che è molto più fattibile di una missione di andata e ritorno—così ho deciso di mollare tutto e tentare quell’opportunità.
Cosa facevi ai tempi?
Lavoravo in un’azienda, ma ho venduto metà delle mie azioni per cominciare quest’altro progetto. Poi John de Mol, l’ideatore del Grande Fratello, mi ha detto che avrei potuto finanziare il progetto attraverso i media, quindi ho pensato “Devo assolutamente cogliere questa possibilità.” È estremamente difficile, ma devo assumermi i rischi e devo farcela.
Sì, è interessante che tu stia pianificando di finanziare l’intero progetto con i soldi di un evento.
Be’, abbiamo anche altre idee per ottenere introiti, ovviamente, ma sì—dobbiamo finanziare un sacco di cose prima di poter mandare qualsiasi essere umano su Marte, e creare un evento mediatico è un buon modo per riuscirci. Lasciami solo aggiungere che creare un evento mediatico non è il mio scopo principale. Ci sono vie molto più immediate per farlo che mandare esseri umani su Marte, sola andata.
Direi di sì. Quanto costerà il progetto?
Sono 5.4 miliardi di euro per organizzare il tutto, poi altri 900 milioni per ognuno dei quattro astronauti. Inizialmente pensavo che fossero cifre irrealisticamente alte, ma se il Comitato Olimpico Internazionale ha un ricavo di due o tre miliardi per un evento di tre settimane, circa mezzo miliardo alla settimana, le nostre cifre non sembrano poi così alte al confronto.
Chiunque abbia accesso a internet o alla televisione lo guarderà, e, quando il momento verrà, quasi quattro miliardi di persone avranno internet—pensa essere il marchio che sponsorizza un tale evento. Immediatamente il tuo nome diverrà il più grosso del pianeta. Certo, sono un sacco di soldi, ma ho una mente da imprenditore e i piedi ben piantati a terra, non lo farei se non pensassi che sia possibile.
Ottimo. Come si procede? A quando il primo lancio?
Abbiamo in previsione una missione dimostrativa nel 2016 per dare un’idea della tecnologia a cui siamo giunti; lanceremo su Marte un satellite per le comunicazioni. Poi, nel 2018, invieremo una sonda per trovare il luogo più adatto all’insediamento.
Quali fattori definiscono un buon posto per un insediamento?
Deve essere abbastanza a nord perché nel suolo ci sia una quantità sufficiente di cristalli d’acqua, e abbastanza a sud perché i pannelli solari possano funzionare efficacemente. Lo faremo nell’emisfero settentrionale, perché lì le stagioni sono meno rigide. Ma deve anche essere il più basso possibile in altitudine, per avere più tempo per frenare e atterrare in sicurezza.
E tutto deve essere già pronto al momento dell’arrivo degli uomini, giusto?
Sì, tutto atterrerà in forma di grandi componenti prefabbricati che verranno assemblati dalle sonde. Ci saranno due capsule per il sistema di supporto vitale (ECLSS), due capsule con le unità abitative, e due con le provviste.
Bene. È vero che gli astronauti verranno scelti a estrazione?
No, sono alcuni telegiornali che l’hanno detto. Noi vogliamo anzitutto che i nostri esperti determino, tra quelli che faranno richiesta, coloro che sono adatti alla missione, poi chiederemo al pubblico di scegliere chi vuole che sia mandato su Marte. I prescelti saranno i primi ambasciatori della Terra sua Marte, quindi è importante che il pubblico, nel senso più vasto, dica la sua.
E il candidato perfetto, secondo te, com’è?
Be’, quando ho cominciato, pensavo che ci servissero dottori e ingegneri, ma in realtà la cosa più importante è la personalità. C’è bisogno di una persona che sia capace di stare seduto in un veicolo molto piccolo per un viaggio di una durata di sette mesi, e poi che sia mentalmente in grado di lasciarsi alle spalle la Terra. Gli aspetti medici e ingegneristici sono molto importanti, ma li addestreremo per otto anni prima che partano, quindi è la personalità la caratteristica cruciale.
Ricostruzione artistica del momento in cui le sonde assemblano i componenti delle capsule.
Cosa succede se due degli astronauti hanno un bambino?
Be’, non è questo l’obiettivo. Sono loro i primi responsabili delle loro azioni. A causa della distanza temporale tra la Terra e Marte, non avremo la possibilità di dirgli, “Prendi quella roccia” e guidarli in tempo reale, quindi dovranno essere responsabili.
E qualsiasi persona responsabile sa che Marte—con solo altre tre persone presenti—probabilmente non è il posto ideale per avere un bambino. Comunque, prima o poi i mezzi per avere un bambino ci saranno, e l’obiettivo a lungo termine è di creare un avamposto dove questo possa succedere—magari quando ci saranno 20 o 30 persone.
Quindi, in fin dei conti, vuoi dare vita a una nuova società marziana?
Sì, questo sarebbe l’obiettivo. Vogliamo creare una piccola società completamente indipendente dalla Terra. Tuttavia, è un piano a così lungo termine che non è realisticamente possibile tenerlo sotto controllo, si vedrà.
E alla fine vuoi andare anche tu a vivere su Marte?
Volevo. Ho parlato con il nostro direttore medico, Norbert Craft, e lui mi ha detto che non ho la pazienza e la calma necessarie. Sono l’architetto e l’imprenditore, non la persona giusta per la missione, ma sarò estremamente geloso delle prime quattro persone che partiranno.
Ricostruzione artistica di come si presenterà l’avamposto nel 2023.
Un mio amico ha fatto richiesta. Ha sempre voluto vivere nelle remote lande selvagge della Scozia, quindi immagino che Marte potrebbe essere un’alternativa anche migliore.
Oh, ottimo. Abbiamo appena ricevuto un’offerta da un investitore, quindi siamo sempre più vicini a firmare i contratti con i nostri fornitori. Quando ce l’avremo fatta, saremo abbastanza avanti da poter procedere con la selezione degli astronauti.
Bene, glielo farò sapere. Ultima domanda, qual è la tua missione personale? La scoperta scientifica? L’avanzamento della razza umana? O vuoi semplicemente lasciare la tua impronta nell’universo?
Un po’ di tutto questo, credo. Mi interessa la scienza—voglio dire, immagina se scoprissimo che c’è vita su Marte. Non sappiamo se e quante forme di vita ci sono nell’universo, sole sul pianeta accanto al nostro. E chissà—potrebbe anche portarci più vicini a comprendere la storia del sistema solare e della nostra origine. Ovviamente, la sola prospettiva di portare l’umanità su un altro pianeta è già straordinaria. Mi sembrava impensabile, prima, quindi la mia motivazione principale, al momento, è che voglio riuscire a mandare delle persone su Marte, per la prima volta nella storia.
Non perdete gli aggiornamenti del progetto Mars-One su @MarsOneProject
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