Verso la fine degli anni Novanta, se girava molto la notizia di una multinazionale che combinava disastri nel terzo mondo, era facile che la fonte fosse uno spettacolo di Grillo. Agli inizi del Duemila, se un’azienda italiana finiva in prima pagina per aver giocato sporco con i propri conti o gabbato i suoi clienti, spesso era dopo uno spettacolo di Grillo. Se a metà degli anni Duemila una notizia sul tema della salute, o della finanza selvaggia, o dell’ambiente usciva dalla bocca di qualcuno sotto i trent’anni, proveniva dal blog di Beppe Grillo (oppure, ancora una volta, da un suo spettacolo). Poi è successo qualcosa di simile a quello che nelle serie TV chiamano “salto dello squalo” (che di solito è una puntata dalla quale parte la rapidissima discesa agli inferi, in questo caso è un’onda cavalcata da anni, hanno dovuto sostituire lo squalo perché nel frattempo era morto). Personalmente lo colloco nel 2008, con il V-Day 2 da una parte e la BioWash Ball dall’altra—la palla lavante che ha messo in discussione la credibilità del più credibile dei comici. È da qui che parte la grande scissione tra il pubblico del comico e il pubblico del politico, che nel 2009 diventerà in parte pubblico di elettori del Movimento 5 Stelle. Il declino inizia qualche anno prima.
Non è un vero e proprio declino, o quantomeno non riguarda il numero di seguaci (ci sono 109 deputati alla camera e 54 al senato che dimostrano il contrario). Il cambio avviene a livello qualitativo. Se lo scopo primario di Grillo, dagli anni Novanta in poi, non era tanto far ridere, ma mostrare i risultati delle sue ricerche su ambientalismo ed economia, dal 2008 in poi elimina qualsiasi intento informativo per ribadire in varie forme i concetti che gli sarebbero serviti per portare avanti (o come dice durante il V Day, “fare da detonatore” per) il Movimento 5 Stelle: le condanne dei politici eletti, i privilegi, le connivenze fra politica, comunicazione, banche e chi più ne ha più ne metta. Le battute sono delle prese per il culo banali su caratteristiche fisiche. Durante la campagna elettorale del 2012-2013 “essere un comico” è più una scusa per giustificare il suo personale “essere fuori dai giochi”, ma non ne resta più nulla. Si potrebbe replicare che siamo in un momento storico in cui “non c’è niente da ridere,” ma oltre a essere una replica riduttiva che non tiene conto di cosa sia la satira, potrebbe essere mossa solo da chi non sappia che una volta Grillo faceva ridere parlando dei tumori causati dalle attività della General Motors, o del crack Parmalat, o dei bambini in Africa morti a causa del latte in polvere della Nestlè.
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Tranquilli, adesso vi rinfreschiamo la memoria su quello che Beppe Grillo, uno dei più grandi comici italiani, ha fatto prima di diventare un eroe/un piazzista—ognuno la veda come vuole. Si partirà dagli inizi, passando per il momento in cui era quasi impossibile pensare male di lui, fino al suo personale PATATRAC.
1977-1980
Giuseppe Piero Grillo, detto Giuse o La Giuseppa dagli amici, abitava a Genova nella stessa via di Donato Bilancia, e lavorava per un’azienda di abbigliamento. Faceva il buffone con gli amici in Piazza Martinez, era un tipo divertente, si esibiva al Teatro Instabile di Genova, poi si è trasferito a Milano dove è stato scoperto da Pippo Baudo durante un’esibizione al Bullona (un cabaret un po’ più sfigato del Derby, ma neanche troppo). Baudo lo ribattezza Beppe e gli fa fare il suo primo passaggio televisivo a Videobox nel 1977, insieme a Tullio Solenghi. Erano la nuova generazione di comici. Seguono Secondo Voi e Luna Park dove faceva la spalla comica di Pippo Baudo. Nel 1978 ha presentato il Festival di Sanremo (parliamo di un periodo in cui le serate erano tre, i conduttori almeno quattro, e il pubblico se ne batteva il cazzo). In questo periodo i pezzi di Grillo sono satira di costume (sulla pubblicità, sulla TV, su personaggi famosi) oltre alle continue battute sui cliché dei genovesi—un leitmotiv della sua carriera, li fa ancora oggi durante i comizi—e a come un giovane ragazzo genovese si rapporta con la fama. Resterà anche nei futuri spettacoli il vezzo di fermare il pubblico mentre applaude o ride. Il pubblico ride perché è molto buffo da vedere: sembra un ragazzino timido e incazzato che è finito davanti a una platea, lo stesso spaesamento della scuola genovese di Gilberto Govi—recuperare tutti Maneggi per maritare una figliola—che aveva anche Villaggio (scuola genovese diversa quella di Crozza e dei Broncoviz e dei Cavalli Marci, loro hanno un po’ più di teoria teatrale).
Qualcuno dice che al successo sia arrivato usando il repertorio di Orlando Portento, che nella compagnia di Piazza Martinez era quello divertente. Uno ci crederebbe anche a questa storia, se non avesse visto quella famosa puntata de La Fattoria.
1981-1989
L’LP della sigla di Te la do io l’America.
Negli anni Ottanta presenta due trasmissioni, Te la do io l’America e Te lo do io il Brasile (1981* la prima, 1984 la seconda), due format di Enzo Trapani composti da stand up in studio, ospiti musicali, e video girati con Grillo in America e in Brasile, nello stile abbastanza simili ai film Mondo con il commento fuori campo di Grillo, come quello che negli anni Novanta userà la Gialappa’s. Per farvi capire la questione del “far ridere dicendo le peggio cose”: in una puntata di Te lo do io il Brasile dedicata al Carnevale, parte un video sulla permeabilità della samba tra la gente che vive a Rio, dalle spiagge fino alle favelas. Grillo attacca con tono contrito dicendo “E qui siamo in una favela di Rio, dove la gente povera di Rio vive…”, il pubblico ride e Grillo dice “Ma cosa ridete? Eh, allora son miliardari,” e il poco pubblico che non rideva, inizia a ridere.
1991-2004
Buone Notizie Beppe Grillo Show FantasticoLa prima volta che torna in tv è sulla Rete Svizzera Italiana, con uno spettacolo girato a Bellinzona (Energia e Informazione), che verrà ripreso da Tele+ e trasmesso in Italia—prima era previsto che lo trasmettesse la RAI, e invece niente. Su Tele+ andranno in onda i suoi spettacoli più famosi (Energia e Informazione, Cervello, Apocalisse morbida, Time Out, La grande trasformazione e quattro Discorsi di fine anno) finché nel 2002 Murdoch compra Tele+ e Grillo decide di mollare la rete.
Le battute sono quasi inesistenti, e la scelta di esibirsi in mezzo al pubblico sfruttando la proiezione di video, immagini e grafici, avvicina questi spettacoli più a un comizio che a uno show comico. Ma hanno una forza incredibile, soprattutto in quegli anni in cui internet era usato da pochi e non ancora come strumento di approfondimento: andavi al palazzetto e vedevi il video sui disastri della General Motors che non viene trasmesso da nessuna tv, ascoltavi la storia del signoraggio (su questa ci torniamo più tardi), oppure sentivi di Schönau im Schwarzwald, il paesino tedesco in cui si produce energia in modo autonomo con metodi alternativi. Uscivi dagli spettacoli, o finivi la visione, incazzato e spaventato e sollevato, pensando “Meno male che c’è Grillo che ci dice queste cose. I media ci tengono nascosto tutto.” Questo ragionamento è più o meno lo stesso che si fa su ogni comico satirico dopo una sua esibizione, con una differenza: ripensando bene a sé durante lo spettacolo, non si capisce se si è riso o meno, e la notte si fa fatica a dormire. Credo che sia durante queste notti insonni che qualcuno ha pensato, “Ci vorrebbe qualcuno come Grillo in Parlamento.”
Vorrei ricordare le tre scene che mi sono rimaste nella memoria dagli spettacoli di questi anni, in modo indelebile: da Apocalisse Morbida, Grillo mostra una copia di un trattato di farmacologia tedesco con l’analisi di benefici e effetti collaterali di tutti i farmaci in vendita, a cui sono state cancellate con spesse righe nere svariate parti di testo dopo la causa intentata e vinta da una casa farmaceutica; da Time-out, due momenti sul finale particolarmente celebri, ovvero Grillo che distrugge un computer con una mazzuola, e Grillo che spiega come la Parmalat abbia creato il latte agli Omega3 mettendo un enorme merluzzo in una bacinella di latte.
2004 – 2008 beppegrillo.it BeppeGrillo.it La celebre Biowash Ball dallo spettacolo , 2008. Si potrebbe dire che il Grillo post-blog sia molto più simile al Grillo dei socialisti, con una differenza: la volontà di far ridere ha lasciato il posto al ruolo di profeta che si è imbastito addosso e che gli altri gli hanno ridefinito, a partire dai suoi stretti collaboratori (Michele Serra, l’amico Antonio Ricci che più volte trasmette i suoi contributi a Striscia la Notizia, sottolineando la sua aura di portatore di verità).
In questi spettacoli Grillo invita sempre più persone appartenenti ad associazioni umanitarie e ambientaliste sul palco e dal 2007 presenta i suoi delfini, i giovani del Meet-up. Questa pratica degli inviti raggiunge il suo culmine durante il V Day e il V Day 2 (2007-2008), che vorrei considerare la fine della sua carriera da comico e l’inizio di quello che Grillo è ora (che non so come definire, scusate): lo spettacolo del primo V Day a Bologna dura due ore e 37 minuti, Grillo ne è essenzialmente il presentatore, e non fa altro che ripetere insistentemente le stesse frasi che ripeterà durante tutta la campagna elettorale, come “Tutti a casa,” “Possiamo distruggerli,” “Sono i nostri dipendenti, licenziamoli,” e così via. La sua faccia è sempre più corrugata, si avvicina alla caricatura che ne fanno nelle vignette satiriche. Ha perso l’elemento fisico e il tono buffo che faceva ridere anche quando non c’era niente da ridere. Sembra che senta su di sé tutto il peso del mondo, che ha scelto di sua spontanea volontà di caricarsi sulle spalle.
È successa una cosa con l’arrivo di internet, in particolare quello 2.0 (bleurgh): molte persone hanno iniziato a desiderare di essere ascoltate, e nell’enormità dei contenuti presenti in rete, la modalità che ti permette di essere più fruibile è quella di far ridere (o di avere la figa, o di essere un gattino, ma quello è un altro discorso). Fino a quel momento, far ridere era considerato qualcosa di complesso, una dote alla pari della capacità di apprendere le lingue straniere o di fare calcoli complessi. Poi sono arrivati i siti di satira, i blog, e in seguito i tweet, tutti hanno capito quale fosse il linguaggio vincente, e tutti hanno cercato di imitarlo, di avvicinarsi, trasformandosi tutti in piccoli battutisti. Beppe Grillo ha avallato negli ultimi anni questa teoria abbassando gli standard: forte di un passato da grande comico (meritato), ha convinto il suo pubblico che un “Vaffanculo” o un “Nano” siano contenuti comici. Lo ha fatto continuando a propagare dei comizi come spettacoli comici, e usando “Sono un comico” come giustificazione, oltre che autoincensamento (“Sono un comico, eppure guarda che ho fatto,” “Vi siete dovuti affidare a un comico, come cazzo state messi?”). Il livello comico insieme a quello informativo intanto si sono abbassati così tanto da non potersi più considerare alla pari dei precedenti, e neanche dei veri e propri spettacoli comici. Quindi quando le riviste usano l’espressione “Il comico” per riferisi a Grillo, be’, sbagliano, idem quando Grillo lo usa come argomento. Ed è davvero un peccato che sia così.
* Nel dicembre 1981 avviene l’incidente stradale in cui tre persone perdono la vita mentre Grillo, alla guida del veicolo, si salva. Della vicenda si è parlato molto, soprattutto perché la condanna derivata da questo incidente non gli permette di essere elegibile. Fino al 1983 non apparirà in tv.
** Qui riprendo il discorso del signoraggio: dopo averne fatto il tema principale del suo spettacolo Apocalisse Morbida del 1998, i fan del signoraggio non ci stanno più dentro, e appena apre il blog iniziano a tartassare Grillo di domande e richieste sul tema. Qualcuno dal pubblico nomina il signoraggio durante uno spettacolo del 2005 a Roma, e lui risponde spiegando cos’è e chiudendo tutto in pochi minuti. Intanto, nei commenti del blog, la parola “signoraggio” viene inserita nei filtri anti-spam. C’è gente che non l’ha presa benissimo.
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