Certi sabati mattina capita che il mio vicino di casa mi mandi un messaggio per sapere se sto bene. I miei gatti sanno che non sto proprio benissimo. Ma i miei gatti sanno anche che è “Soft Food Saturday,” perché abbiamo un’apposita canzone che l’annuncia. Il problema è che la mia voce è entusiasticamente, sfacciatamente, catastroficamente stridula. Lo scriveranno sulla mia tomba: “Qui giace Kelly, che aveva una voce in grado di frantumare un boccale da birra. Forse ora potremo riposare in pace.”
Ogni sabato, fin da quando le mie gatte erano piccolissime, io canto: “It’s a soft food Saturday, for my little pussy cats,” sull’aria di “Puppy Love” di Donny Osmond mentre servo loro la latta settimanale di cibo umido. Non so perché abbia scelto proprio quella canzone e nemmeno bene perché la canti svariate migliaia di ottave sopra la tonalità dell’originale, ma fidati, funziona: le gatte vanno completamente fuori di testa. Alcune persone che sono state mie ospiti in quei momenti sono rimaste a bocca aperta come Simon Cowell davanti a questo spettacolo, anche se non ho ancora ricevuto alcuna chiamata da Britain’s Got Talent.
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Naturalmente non è l’unica canzone del repertorio. C’è “I Like Fishy Soup, You Like Fishy Soup” per quando le lascio pulire le scatolette di tonno vuote—quella è sull’aria di “Cheesy Poofs”, una delle canzoni cantate da Eric Cartman in South Park, uno dei cantautori più sottovalutati. E poi ci sono originali composti da me, ma non vorrei dire troppo.
Mi piace pensare che la risposta delle mie gatte alle mie filastrocche stridenti sia dovuta al fatto che apprezzano la mia voce e che hanno inteso il significato delle parole—insomma, che ci capiamo. Prendimi pure in giro se ti va, intanto è stato scoperto che le voci fastidiose come la mia potrebbero essere il segreto della comunicazione con i nostri amati felini.
Una nuova ricerca condotta da Charlotte De Mouzon dell’università di Paris-Nanterre ha rilevato che i gatti riconoscono la voce del padrone. E se la voce ha un tono più acuto e ‘infantile’ il gatto presta maggiore attenzione rispetto a quando si usa la voce normale. Lo studio purtroppo non ha indagato gli effetti delle versioni stonate di canzoni di Donny Osmond.
Il team di De Mouzon ha registrato 16 padroni di gatti mentre dicevano frasi come “Vuoi un biscottino?” sia con un tono di voce alto ‘da gatto’ che con il tono che usano regolarmente per parlare con altri umani. Hanno fatto sentire queste registrazioni ai gatti con i padroni assenti e poi hanno filmato e catalogato le reazioni. Così hanno scoperto che i gatti reagivano di più alla voce ‘per gatti’ dei padroni che a quella normale e a quella di un estraneo—indipendentemente dal registro che usava.
L’esperta di comportamento felino Kristyn Vitale, assistente docente di salute e comportamento degli animali allo Unity College del Maine, ha condotto esperimenti simili usando voci registrate dalla serie Netflix Nella mente di un gatto e ha ottenuto simili risultati. Le abbiamo chiesto cosa ne pensa della teoria della ‘voce infantile’ di De Mouzon.
“Questa ricerca dimostra che i gatti prestano attenzione non soltanto a cosa dice la loro figura umana di riferimento ma anche a come lo dice,” conferma Vitale. Ciò conferma quanto scoperto da lei stessa, cioè che il comportamento dei gatti varia in base al comportamento degli umani. “Molti gatti preferiscono interazioni sociali con gli umani ad altri tipi di ricompensa. Quando si trovano in una situazione poco familiare, la presenza dell’umano di riferimento può anche ridurre significativamente lo stress nei gatti.”
Per mettere alla prova queste teorie, ho invitato il mio amico Jim a fare un’ospitata speciale per il Soft Food Saturday. Prevedibilmente, le gatte avevano un’aria un po’ sorpresa quando ‘sto uomo barbuto ha iniziato a cantare la nostra canzone di prima mattina. Mi hanno guardata con aria interrogativa, le orecchie ruotate all’indietro, finché non ho ‘rubato la scena’ a Jim e tutto è tornato a posto: hanno zampettato in cerchio, miagolato a tempo e poi si sono fiondate sulle loro ciotole come ogni sabato mattina.
Il weekend successivo sono andata via e ho lasciato al mio vicino l’istruzione di far partire una mia registrazione di “Soft Food Saturday” all’ora giusta. La loro risposta lo ha sorpreso così tanto che ha fatto cadere il cellulare nella ciotola e ho dovuto pagare la sostituzione dello schermo.
È superfluo ma appropriato far notare che ogni mio tentativo di fare impressione su gatti a caso cantando loro la mia canzoncina lungo le strade di Hulme, Manchester, non ha prodotto alcun risultato.
Chiedo a Vitale cosa ne pensa della risposta delle mie gatte alla mia canzone. “I gatti sono molto bravi a imparare da diverse esperienze nel loro ambiente, tra cui il comportamento del loro padrone,” mi dice. “È possibile che le tue gatte abbiano imparato che questa canzoncina speciale è il segnale di disponibilità di cibo, quindi corrono da te per ottenere un pasto.” A quanto pare, questa è una forma di “condizionamento operante”—quando l’animale impara dalle conseguenze del suo comportamento. “Il condizionamento operante è una forma di apprendimento che uso spessissimo nell’addestramento dei gatti,” dice.
Gli umani hanno cercato di comunicare con i propri animali domestici fin dall’alba dei tempi, e le nuove tecnologie ci hanno avvicinato molto all’obiettivo; dai collari IA che catalogano i latrati dei cani per le emozioni che esprimono alle soundboard esagonali che avrai visto su TikTok. Si è parlato molto del cane Bunny, che secondo il padrone sarebbe in grado di usare una di queste soundboard per formare frasi semplici come: “Bunny ha fame,” o questioni più esistenziali: “Quando no Bunny?” I padroni di cani sostengono spesso che i loro amici a quattro zampe siano più intelligenti e più facili da addestrare dei gatti, ma le ricerche sul comportamento dei gatti sono 15 anni indietro rispetto a quelle su quello dei cani, quindi siamo appena all’inizio della comprensione di come i gatti interagiscono con gli umani. I fan di Bunny potrebbero non sapere che c’è anche una gatta di nome Billi che usa lo stesso tipo di tappetino parlante.
Chiedo a Vitale se esistono prove a supporto della tesi che i gatti sono troppo fichi per essere addestrati come i cani, ma lei insiste che non sia così. “Ho tenuto corsi di addestramento e sessioni di socializzazione sia per gattini che per gatti adulti e hanno imparato tantissimo, anche comportamenti complessi,” dice. “I gatti hanno la reputazione di essere impossibili da addestrare, ma sono capaci di imparare tanto quanto i cani.” Vitale suggerisce che se trovi difficile addestrare i tuoi gatti, probabilmente il problema sei tu. “È possibile che non usino i giusti rinforzi per premiare i comportamenti desiderati, e ciò fa perdere interesse al gatto.” Poi aggiunge che la maggioranza dei gatti che hanno partecipato ai suoi test hanno preferito l’attenzione sociale al cibo.
Ho provato a usare un paio di altre tecniche prese da Nella mente di un gatto sulle mie mice: sbattere le palpebre lentamente dovrebbe equivalere a un bacio felino, ma quando l’ho fatto entrambe le gatte mi hanno guardata come se avessi perso la bussola. Ma un “beep” sul naso ha ottenuto una risposta positiva dalla mia gatta a pelo lungo Rudi: ha chiuso gli occhi e ha felicemente strofinato il naso sul mio dito.
Chiedo a Vitale altri modi per rendere più intima la mia relazione con le gatte oltre a quello ormai classico delle canzoncine. Lei mi propone sessioni regolari di addestramento iniziando da comportamenti di base come ‘seduta’, ‘qua la zampa’ o il ‘targeting’, cioè quando l’animale impara a toccare un oggetto con una specifica parte del corpo.
“Puoi addestrare il gatto dandogli un rinforzo positivo ogni volta che tocca un oggetto, ad esempio una bacchetta,” spiega Vitale. “Dopo un po’ di volte, il gatto imparerà ad avvicinarsi e toccare la bacchetta quando la vede. Può servire a comunicare.” Suggerisce di guidare il gatto nel trasportino usando la bacchetta, invece di sollevarlo e costringerlo a entrare.
Siamo appena all’inizio, ma ho iniziato le sessioni di addestramento con le mie gatte e ho avuto risultati, diciamo, variabili. Rudi ha imparato ad alzarsi sulle zampe posteriori, mentre Sheena sembra meno disponibile a obbedire, ma forse è perché non ho ancora beccato il metodo adatto a lei. Soft Food Saturday continua a funzionare per entrambe e sono ottimista che, se persevererò, impareranno qualche altra mossa.
Insomma, se fai una vocina ultrastridula come la mia quando parli con i gatti, felicitazioni! La scienza approva questo comportamento—nonostante amici e vicini la pensino in modo diverso. Io sono molto contenta di aver avuto conferma che tra me e i miei gatti c’è vera comunicazione. Se non hai mai provato a mettere in scena una canzone speciale apposta per i pasti dei tuoi gatti, magari puoi provare con Soft Food Saturday. Anzi, quasi quasi registro un EP, magari sarà una hit.