Cosa sta cercando di dirci Jim Carrey?

Cosa sta cercando di dirci Jim Carrey?

Una settimana fa, scorrendo svogliato la home di Facebook, ho scoperto che quello “spumeggiante” pronunciato da Jim Carrey in The Mask è in realtà “sfumeggiante“. Innanzitutto mi scuso per essere venuto a conoscenza di questo dettaglio soltanto ora, ma immagino che più o meno tutti nell’apprenderlo abbiano reagito con quello stesso senso di sconforto, incredulità e consapevolezza del tempo che passa.

Qualche giorno dopo, qualcuno mi ha taggato sotto questa intervista.

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Al di là dello status rivelatore, era un po’ che avevo perso di vista Jim Carrey. Continuo a vedere i suoi film, a guardare video che mettono insieme le sue migliori espressioni, le sue battute, i suoi discorsi motivazionali, o a rammaricarmi se mi viene in mente di quando è diventato un volto della campagna no-vax, definendo le leggi che obbligavano a vaccinare i propri figli “fasciste.” Eppure, più o meno nell’ultimo anno non ho avuto idea di cosa stesse facendo della sua vita.

E probabilmente il fatto è che Jim Carrey è scomparso dai nostri radar, se così vogliamo chiamarli, perché si è rotto di essere Jim Carrey.

“Io non esisto. Ci sono semplicemente cose che accadono. Non è il nostro mondo. Noi non abbiamo importanza,” è forse la parte che riassume al meglio quello che si può vedere nel video qui sopra. Durante l’intervista—rilasciata alla Fashion Week di New York—Carrey si presenta con una strana danza che ricorda quella dei predatori che vogliono circuire la preda, proiettando la scena in un clima già abbastanza surreale. Dopo questo strano ballo, Carrey giustifica la sua presenza dicendo di voler trovare l’evento “più privo di senso al quale potessi presenziare, ed eccomi qui,” per poi negare l’esistenza della stessa intervistatrice e concludere il tutto con un “Noi non contiamo niente. Ecco la buona notizia.”

Chi ha visto il video, e dunque poi commentato, ha tratto da queste parole le opinioni più disparate: da chi dice “Genio” e vi rivede il classico tentativo di trollaggio à la Jim a chi allude alla sua lotta con la depressione e vi rintraccia campanelli d’allarme, fino a chi sottolinea la sfortunata domanda dell’intervistatrice sulla sua ricerca di un’accompagnatrice collegandola al suicidio dell’ex fidanzata di Carrey nel 2015.

Dopo quell’intervista, in risposta anche a queste domande, Carrey ha dichiarato: “Come attore devi interpretare dei personaggi e se vai abbastanza a fondo con questi ruoli ti rendi conto che il tuo personaggio personale è innanzitutto particolarmente fragile,” alludendo a un esperimento esistenziale che avrebbe deciso di avviare sulla sua figura.

Se queste parole non vi hanno chiarito granché, potrebbe essere utile ripercorrere altre interviste a Carrey e provare a rispondere alla domanda di fondo—cosa sta cercando di dirci Jim?

In questa intervista al Jimmy Kimmel Live!, che fin dal titolo annuncia un abbandono dei riflettori, oltre a parlare della sua allora leggendaria barba, Jim Carrey affronta uno dei suoi cavalli di battaglia, che con il tempo è diventato sempre più punto centrale del suo pensiero diffuso attraverso i media e le interviste, in culo a ogni possibile forma di horror vacui. Riassumendo, in parole poverissime, Jim Carrey ci tiene a sottolineare ancora una volta quanto, alla fine dei conti, non siamo altro che misere formiche destinate a scomparire e a non lasciar alcun tipo di traccia in questo Universo, per quanto ci piaccia pensare che ogni nostra fatica un giorno varrà qualcosa.

E per quanto sia impossibile guardare Jim Carrey e non pensare a quanto sia simpatico, a quanto faccia ridere e quanto sia geniale, sempre così provocatorio e ironico, c’è qualcosa nel suo atteggiamento, nel suo sguardo, nelle pause tra una dichiarazione e l’altra, che lascia pensare che no, probabilmente non è l’ennesimo sketch di un formidabile comico, e che dietro queste parole si nasconde qualcosa di più.

Un discorso molto simile, che anche allora aveva girato molto sui social, era stato quello tenuto durante la cerimonia dei Golden Globe del 2016.

Anche qui, in realtà, Jim sembra recitare perfettamente la parte dell’attore sopra le righe, che ancora una volta si diverte a ribaltare gli schemi, a esagerare e parodizzare il discorso tipo di chi solitamente è destinato a presentare e annunciare i vincitori di un premio importante come, appunto, i Golden Globe.

Ma per quanto commentare con il senno di poi sia da stronzi, penso sia impossibile non pensare che già allora, qualcosa dentro Jim Carrey si era rotto. Che forse la sua non era solo ironia, ma che quello che stava cercando di dirci non lo avremmo capito se non pensando che stesse scherzando.

D’altronde, Carrey, non era nuovo a discorsi del genere. Per quanto nella memoria collettiva italiana gli Oscar del 1999 siano quelli di Roberto Benigni che fa il suo classico show quando vince l’Oscar per La Vita è Bella, quell’anno fu caratterizzato da un’altra piccola esibizione a questo punto definibile storica: quella di Jim Carrey.

Probabilmente allora, visto che non aveva una barba molto trasandata e non dava l’impressione di essersi lasciato alle spalle i suoi anni migliori—ma anzi veniva dall’interpretazione probabilmente migliore della sua carriera, quella di Andy Kaufman in Man On The Moon—tutti avevamo preso ancora meno sul serio il suo continuo tentativo di sottolineare quanto il jet set si stesse concentrando su una stronzata come la rincorsa forsennata a una statuetta.

C’è una sorta di critica, per quanto banale e nascosta dietro un velo di comicità: Jim Carrey sembra voler dire “davvero credete così poco in voi stessi da aver bisogno che siano gli altri a dirvi che state andando bene?”.

Ora che Jim Carrey sembra alla fine della sua carriera, e dopo che la sua vita privata ha avuto momenti molto tragici come il sopracitato suicidio dell’ex compagna nel 2015—ora che Jim Carrey, dunque, ci pare così debole—in molti sembrano prendere più sul serio, togliendo dal contesto comico le sue dichiarazioni. Altri ancora iniziano a pensare che, poverino, sia solo esaurito.

Io non so se Jim Carrey in questo momento sia solo un povero esaurito, stia definitivamente perdendo la brocca oppure sia davvero la reincarnazione di Andy Kaufman e che come Andy Kaufman l’unico obiettivo della sua vita sia prendere tutti per il culo.

So solo che tutte queste interviste—e le mille altre che in questo momento sto guardando che partono dai correlati di YouTube—mi danno l’impressione che in realtà ci sia solo un gran problema di comunicazione tra noi e Jim Carrey. Che in qualche modo lui stia provando a dirci qualcosa, ma che per noi sia davvero difficile capirlo perché, alla fine, rimarrà per sempre Cuban Pete.

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