Nelle ultime ore su Facebook sta circolando molto un post del tesoriere del PD Francesco Bonifazi.
Bonifazi ha condiviso un estratto della memoria difensiva presentata dagli avvocati di Beppe Grillo in risposta a una denuncia del Partito Democratico.
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Nella fattispecie, Bonifazi aveva denunciato Grillo per un post pubblicato circa un anno fa sullo scandalo-petrolio in Basilicata—quello che aveva inizialmente coinvolto l’allora ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, la cui posizione è stata poi archiviata.
Il post del blog di Grillo parlava di “meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro. Ora si capisce perché il PD ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle.”
Questo passaggio aveva poi spinto Bonifazi all’azione legale—per “tutelare la nostra immagine,” ha spiegato su Facebook.
Stando alla memoria difensiva dei legali di Grillo e pubblicata dall’esponente del PD, però, il comico non sarebbe da ritenere legalmente responsabile per quelle frasi in quanto non titolare del blog in questione—sebbene in molti documenti ufficiali il sito venga definito “organo ufficiale” del MoVimento.
Beppe Grillo, secondo quanto contenuto nella memoria, non avrebbe “alcun potere di direzione sul blog ‘Beppe Grillo’ (…) non è responsabile, né gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio del blog né degli account Twitter, né dei tweet e Facebook (…), tanto meno di e su ciò che ivi viene postato.”
In sostanza, la difesa dei legali di Grillo sembrerebbe puntare sul fatto che tutto ciò che si legge dai media online che portano il suo nome non sarebbero effettivamente da attribuire a lui.
A riprova di questa circostanza, ci sarebbe il fatto che il dominio beppegrillo.it sarebbe stato registrato a nome di tale Emanuele Bottaro nel 2001, e che a gestire il sito sarebbe la Casaleggio Associati.
In mattinata, Beppe Grillo è intervenuto sulla faccenda.
In un post sul sito, Grillo ha spiegato che “il pezzo oggetto della querela del PD era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce.”
“Nessuno scandalo, nessuna novità, ” continua, “se non il rosicamento del PD per aver per il momento perso la causa, cosa che Bonifazi ha scordato di dire.”
Allo stato attuale, comunque, sembra quanto meno che il blog di Grillo non sia effettiva proprietà dello stesso Beppe Grillo.
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