Verso la fine del secolo scorso, mentre lo zeitgeist si consumava nell’attesa del fantomatico millennium bug, la cultura musicale aveva cominciato ad accartocciarsi su se stessa. Si trattava dell’onda lunga del post moderno che finiva per trasformarsi in ipermodernismo e giocare con tutti i materiali sonori a sua disposizione, portandoci nel ventunesimo secolo.
Se vogliamo evitare paroloni e andare alla sostanza della faccenda l’immagine più diretta è quella di un esercito di smanettoni elettronici vogliosi di fare a pezzi, e ricucire, tutta la musica sulla quale riuscivano a mettere mano. Mattacchioni come James Kirby in V/Vm, 2 Many Djs e People Like Us, ma anche capolavori più affini all’hip hop come Endtroducing… di DJ Shadow, Deadringer di RJD2 e The Grey Album di Danger Mouse, con i suoi mischioni dei Beatles e Jay-Z.
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L’immagine più diretta è quella di un esercito di smanettoni elettronici vogliosi di fare a pezzi, e ricucire, tutta la musica sulla quale riescono a mettere mano.
Si trattava in sostanza di una forma d’interferenza culturale vera e propria, che aveva appreso la lezione da progetti sperimentali e d’avanguardia, sampladelici e plunderfonici, tipo Negativland e KLF, Culturcide e John Oswald, e aveva accettato di creare musica a partire da frammenti di musica altrui, segmenti strappati di netto dal continuum del disco di appartenenza. Era lo spirito di fine secolo, appunto, sconquassato dall’arrivo del digitale, degli mp3, il file sharing, l’iPod e tutto il resto che avrebbe dato vita alla nostra contemporaneità.
Per molti anni, però, con la complicità della vita digitale sempre più prepotente e totalizzante, paradossalmente la cultura del mash-up ha cominciato a perdere peso e aderenza, e farsi sempre più scheletrica. Nonostante non siano mancate le eccezioni ovviamente, come ad esempio Girl Talk.
Fatto sta che da qualche anno abbiamo un ulteriore esemplare che si è deciso a ricostruire la musica scombussolando i piani e le opere originali. Lui si chiama DJ Critical Hype e ha da poco pubblicato una straordinaria combo tra André 3000 e Tyler, the Creator, ANDRE, un viaggio di più di un’ora assemblato in oltre dieci mesi di lavoro e un risultato che ha ricevuto non solo l’apprezzamento di Tyler ma persino qualche suo beat inedito.
Ascoltatelo perché è una bomba e recuperatevi anche il precedente The DAMN. Chronic con Kendrick Lamar e Dr Dre. Fidatevi!