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Gli Electric Wizard dalla A alla Z

Con il loro sound da incubo acido e misantropo, direttamente dal più profondo Dorset (Inghilterra), gli Electric Wizard sono stati tra i più importanti esponenti del doom più caustico e del metal più riottoso per oltre due decadi, riuscendo a diventare una delle più fini rock ‘n’ roll band degli ultimi tempi. Sono i fieri proseguitori di una stirpe espansasi viralmente da fine anni Sessanta ai giorni nostri, e che conta esponenti quali Black Sabbath, Stooges e Venom.

Se la band da una parte mostra devozione alla spiritualità e al culto degli inimitabili riff di Iommi, dall’altra si ritrova pure immersa nell’occulto; una miniera piena dei più bui angoli di controcultura, un calderone traboccante di brodo psicotropo e culturale: i film immorali e d’exploitation, l’horror vintage, il porno europeo anni Sessanta, l’altro lato di Soho negli anni Ottanta, il garage rock di Detroit, HP Lovecraft, Andy Milligan—è impossibile seprarare la musica degli Electric Wizard dalle loro ossessioni culturali, e sarebbe meschino anche solo provarci. Qui non si faranno smancerie stucchevoli su di loro, però: la band è composta da appassionati di tutto quel glorioso intruglio di depravazione e innovazione di nicchia che spesso arricchiva il cinema, l’arte e la musica dell’underground di fine anni Sessanta/inizio anni Settanta.

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I punti di riferimento possono essere poco chiari. Gran parte dei gruppi ringraziano una lista di altri gruppi nel retro dei dischi, ma gli Electric Wizard no. Loro elogiano attori culto dell’horror come Reggie Naider (l’inconfondibile volto de Le Notti di Salem); Mad Myron Fass, dissoluto editore di riviste di pulp da edicola (“Se riesco a garantire una distribuzione di oltre ventimila copi, pubblicherò una rivista sui cessi di merda”); Jesus Franco, maestro dell’horror spagnolo sodomita e vizioso (regista di oltre cento film, compresi Vampyros Lesbos, Succubus e Venus in Furs) e la star di Straw Dogs, Susan George. Musicalmente parlando, tuttavia, i Wizard erano, almeno all’inizio, discepoli dei Sabbath invaghitii sia della prima ondata di US doom (Saint Vitus, Pentagram e Trouble) sia delle crude dinamiche underground della successiva NWOBHM e dei suoi esponenti più squilibrati, come Venom e Witchfinder General.

L’omonimo LP di debutto è stato pubblicato nel 1995 e combinava le randellate dei Sabbath con un travolgente gusto psichedelico, mentre il secondo LP—Come My Fanatics (1996)—ha consolidato le vere sonorità della band: un trip-incubo incessante che all’epoca sembrava davvero provenire da un altro pianeta. Era pesante, squallido e oppressivo allo stesso tempo, e vantava una produzione magnifica, che rendeva il tutto ancora più cavernoso. Superando l’etica stazionaria del doom metal classico e ampliando i rimbombi all’infinito, il disco è stato portatore di un’incredibile ventata di hardcore imbevuto di nichilismo, unito all’occasionale propensione all’aspra sperimentazione elettronica tipica degli Hawkind (vedi “Phase Inducer”). Ma se Fanatics è stato un album estremo, il successivo Dopethrone, risalente al 2000, era un leviatano di pesanti virtuosismi, che infrangeva la sua forza oscura in un vortice ascendente di incubi e tenebre. Gli anni Duemila hanno visto molti cambi di line-up a partire dal trio iniziale e cioè Jus Oborn (voce/chitarra), Tim Bagshaw (basso) e Mark Greening (batteria). Liz Buckingham, precedentemente nei Sourvein e nei 13, si è unita alla band alle chitarre, mentre la sezione ritmica era già cambiata un tot di volte e le registrazioni stavano deviando sulla linea sperimentale di Let us Prey (2002) e We Live (2004). Witchcult Today (2007) e Black Masses (2010) hanno solo aggiunto un’ulteriore dose di distorsione e psichedelia a un agglomerato di sonorità già sconvolte, venendo entrambi subito acclamati come dischi culto. A breve faranno uscire un nuovo LP per la loro etichetta,Witchfinder Records sfoggiando un’ennesima nuova line up, con Clayton Burgess dei Satan’s Satyrs al basso e il batterista originario Mark Greening. Di certo c’è che gli Electric Wizard non si sono proprio addolciti con l’età. Jus Oborn ha recentemente dichiarato: “Il nostro programma è questo: solo metal! Siamo qui per la rivolta. Stiamo con i ragazzi. Combattiamo, sbocchiamo e fumiamo erba.” Tenendo bene a mente tutto ciò, abbiamo intrattenuto un esclusivo scambio di mail con Oborn. Vi traghettiamo attraverso la totalità dei riferimenti culturali degli Electric Wizard, e per totalità intendiamo una vera e propria cornucopia di depravazioni e bizzarrie, dalla A alla Z. La scomparsa di Soho, le delizie di Susan George, le inondazioni del Somerset, la gloria dei Satan’s Satyrs che registrano nei leggendari studi di Toerag e molto altro. “Come my Fanatics…”

A di Alice. Nei primi anni Settanta Cooper e la sua band erano degli assassini. Melodie disturbate, sfacciate, temi lugubri, ghigliottine, trucco da due soldi, whiskey marcio—c’è da agigungere altro? Alice Cooper è riuscito a incarnare una curiosa dualità: l’immaginario oscuro e tetro contro il rock ‘n’ roll bizzarramente positivo e teatrale. Come dice Jus Oborn, “La prima line-up, quando erano ancora una vera e propria band, spaccava… poi Bob Ezrin l’ha rovinata. Credo che la sua influenza sia la peggior cosa mai successa alla band… Inizia a decadere con la storia dei ‘musical’ in School’s Out, ma credo che non fossero davvero coinvolti tutti in quella roba. È la classica storia degli antichi tempi bui dell’industria musicale (non è cambiata molto, in realtà…) Ma i primi quattro dischi sono mine senza senso… il migliore ovviamente è Killer, perché è l’essenza di ciò che avevano sempre cercato di esprimere fino ad allora… intendo cose come ‘Halo of Flies‘ sono oltre la genialità; ma poi buttatevi anche su ‘Pretties For You’”

B di Black Flag: Se i Sabbath rimangono giustamente i sacerdoti del doom metal—e la loro influenza sugli Electric Wizard è evidente—anche i Black Flag sono parte fondante del puzzle. Con la ferocia con cui si impadronisce dell’hardcore, per poi aggiungervi un groove di fondo, impeccabile e trascinante, il chitarrista dei Black Flag Greg Ginn ha ulteriormente saldato le credenziali doom facendo uscire sulla sua etichetta, la SST, i signori del Maryland Saint Vitus. Ecco l’intero B Side di My War (1984), che senza dubbio fa parte del punk rock più laido, paludoso e impenetrabile che possiate mai ascoltare.

C di Corruption: Meglio ricordato come uno dei nomi di punta degli Horror della Hammer, il nome di Peter Cushing appare anche in storie piuttosto pese. Corruption è uno di quei film. Jus dice: “Corruption è stato girato da Robert Hartford-Davies nel 1968… lo squallore e la follia di Peter Cushing in quel film è qualcosa di epico. Decapita prostitute nella Soho degli anni Sessanta e ne colleziona le ipofisi per medicare la moglie supermodella dal volto accidentalmente sfregiato. C’è pure un’irruzione in una casa in stile Arancia Meccanica da parte della sua gang di mod ritardati sotto LSD, e alla fine si conclude con loro che crepano tutti per via di un esperimento di chirurgia finito male… meraviglioso.”

D di Detroit: Magari non vi verrà spontaneo associare primi dischi dei Wizard all’aspro garage rock di Detroit, ma sappiate che negli ultimi anni influenze di questo tipo sono aumentate notevolemnte—sicuro una roba che gli sporchi e incatramati sbuffi di Black Masses (2010) avevano in qualche modo anticipato. MC5, Stooges… perfino i primi lavori del torsonudista cacciatore di scoiattoli nonché superuomo Ted Nugent, hanno tutti in comune una passione smodata per il ritmo martellante del rock ‘n’ roll, con tanto di produzione vagamente lo-fi che ben si addice alla loro totale ferocia. “Queste band sono tutte così dure e aggressive,” sottolinea Jus. “E sono state tutte palesemente influenzate dalla roba inglese… tipo il primo R&B dei Pretty Things e Yardbirds—ma pure i Pink Floyd. I Pink Floyd a dire il vero hanno fatto un tour negli Stati Uniti nel 1968 che è stato incredibile. Sono stati a casa di Alice Cooper per un po’ di giorni… Credo gli fossero stati di grande ispirazione. Perciò sì, tutto questo è stato filtrato attraverso il blues e il soul… unito all’aggressività e alla violenza, ovviamente. Merda dura! All’epoca tutte le band di Detroit erano etichettate come ‘heavy metal’, ma tutte, nessuna esclusa. A pensarci bene direi che era giusto così… guardate in un vecchio Rolling Stone.”

E di The Erotic Rites of Frankenstein: “Tra i migliori lavori del grande Jesus Franco, girato nel 1973 e dedicato a Robert DeNesle, fedelissimo amante dell’horror… questo film è fatto di fumetti erotici che prendono vita, direttamente dalle pagine di Oltretomba, Terror o I Sanguinari. È un tripudio horror di sesso e sadismo, tutt’ora introvabile nella versione originale—priva dei tagli—in DVD (come Dèmoni), solo in vecchie VHS inglesi… Dai, qualcuno lo importi da lì e mi faccia sapere.”

F di Flood (Alluvione, ndt): Quest’anno ci sono state le peggiori inondazioni di sempre nel Somerset. Jus dice, “È stato terrificante… per fortuna viviamo abbastanza in alto, ma siamo comunque rimasti bloccati per qualche giorno. Certo, adesso sappiamo che è stata colpa del nostro cazzo di governo che non ha arginato a sufficienza… figli di puttana. Questa è campagna—la nostra, NON una cazzo di direttiva dell’Unione Europea. È tutta una gran merda… cercando di sgretolare le nostre comunità e di forzare gli spostamenti verso le ‘aree a concentrazione urbana’ maggiore (è un loro termine, non mio… fa paura, cazzo)… Be’, direi che è guerra adesso.”

G di Susan George: Protagonista della controversa indagine di Sam Peckinpah sulla violenza estrema che dilaga nelle campagne inglesi, Susan George adesso alleva cavalli arabi. Per Oborn e molti altri, però, verrà per sempre associata alla brutalità rurale inglese: “Il Dorset e il Somerset sono davvero Straw Dogs. Mio padre sarebbe potuto essere in quella gang negli anni Sessanta… Susan George era la mia idola da piccolo… lo è tutt’ora.”

H di H.P Lovecraft: H.P Lovecraft è indiscutibilmente lo scrittore horror più influente del ventesimo secolo. L’inventore della mitologica creatura Cthulhu è l’unico maestro di racconti brevi e ambiguità morale. L’omaggio dei Wiz è “Dunwich”, un tributo alla macabra storia di stregoneria e indottrinamento esoterico ambientata nelle campagne del Massachusetts, raccontata da Lovecraft ne “L’orrore di Dunwich”. La canzone resta—a mani basse—la traccia dal groove più irresistibile che abbiano mai messo su vinile, riuscendo a sembrare Captain Beefheart e i Pentagram che suonano insieme in un qualche vecchio palazzo della New York del 1972.

I di Indica: Ho detto tutto.

J di Jesus Franco: Franco era un vero professionista dell’eccesso onirico ed esasperato, e i suoi lavori erano lussuriosi, vividi e squilibrati. Nella sua vita ha girato oltre centosessanta film che andavano dall’horror al sadomaso al porno soft-core più eccentrico. Era un artista molto originale, animato solo dalla voglia di creare e sempre un passo avanti a tutti.

K di Kentish Town Forum: 31/03/12—Chi ha fatto sold out a uno de più prestigiosi locali di Londra, grazie al solo passaparola? Già, i pupilli stregoni.

L di Long Island Cannibal Massacre: “Long Island Cannibal Massacre è stato girato da Nathan Schiff nel 1979—l’ho visto da poco, mi ha fatto volare. È un film al cento percento amatoriale realizzato su Super 8, ma il risultato funziona ed è di tutto rispetto. È talmente cruento e bruciato che sembra surreale—ce siamo proprio rimasti sotto, un po’ come per Bad Taste, il primo film di Peter Jackson.”

M di “Mad” Myron Fass: L’editore di un numero enorme di riviste dai titoli trash: Bande di Motocicli, Sesso Occulto, Bruto, Groupie. Fass, aveva un impero che lo vedeva come re delle edicole durante gli anni Settanta/Ottanta, negli USA. Un eccentrico imprenditore che sosteneva di poter “pubblicare anche un tabloid sulle tazze dei cessi, a patto che vendesse ventimila copie.” Fass era un imprevedibile esperto di nefandezze e ha pubblicato migliaia di riviste nel corso degli anni. Jus è un devoto fin dai tempi dei tempi: “È un fulminato, cazzo… Sono cresciuto con tutti quei giornalacci horror: Weird, Terror Tales, Witches Tales etc…. erano molto più malati e stravaganti di adesso. Da ragazzino non riuscivo a capire bene Creepy or Marvel Horror, ma la casa editrice Myron Fass/Eerie era una bomba; più demoniaco e meno caro—ottimo per le nostre tasche. Pure i gialli erano mega avanti—adoro la Stanley Publications. Cose come Ghoul Tales e Stark Terror… Erano ancora più economiche e promettenti delle altre, ma le copertine erano troppo cagose e ci davano dentro di brutto con sadismo sessuale e derivati, anche se le storie al loro interno erano fiche come dio.”

N di Paul Naschy: Un altro titano della febbre depravata della Spagna è Naschy, meglio noto per la sua serie Hombre Lobo.

O di “The Outsider”: Musica di rivolta. Chiudete tutto.

P di Psychomania: Il più grande film sui motociclisti che sia stato mai fatto, Psychomania fa naturalmente parte del tipico repertorio celluloide dei Wizard, possibilmente da vedere a notte fonda. La trama è questa: un motociclista chiamato Tom è a capo di una gang, “The Living Dead”. A casa sua tiene delle sedute spiritiche, supervisionate dal suo domestico (?) e dalla sua stramba mamma. Stringe un patto col diavolo per tornare dopo la morte. Lui e la gang si suicidano uno dopo l’altro e quando ritornano si mettono a spiare l’Inghilterra. La bizzarra ballata folk “Riding Free” è ai livelli della colonna sonora di Wicker Man.

Q di Queen of the Night: “Venus in Furs” è il tributo pagano al classico e nefasto tropo della donna malvagia e irresistibile. Questa traccia, estratta da Black Masses, ha visto Jus in uno dei suoi migliori testi di sempre: “Queen of the night swathed in Saturn black, your ivory flesh upon my torture rack… to your leather boots I offer prayer, you rise like a Cobra, evil, dressed in furs.”

R di Reggie Nalder: Reggie Nalder è uno dei volti più riconoscibili in assoluto nella storia degli horror (non a caso è ricordato come “the face that launched a thousand trips”) ma è ancora più famoso per aver ideato la miniserie Le notti di Salem. È apparso in tutta una serie di film di serie B ed ha pure avuto una piccola parte in Star Trek. La menzione nel retro di Dopethrone se l’è meritata.

S di Satan’s Satyrs: Il doom ha sempre avuto affinità col punk con il quale ha condiviso estetica DIY, sfiducia nell’industria musicale e un’attenzione rivolta più ai sentimenti che ai virtuosismi. I Satan’s Satyrs, trio della Virginia, però, offrono il sodalizio più succinto tra i bassi potenti e misantropi del primo e l’adrenalina del secondo: riff schizzati pieni di fuzz anni Sessanta, voci strillate e un universo lirico basato quasi esclusivamente su occulto, gang di motociclisti e bondage… Come si fa a non amarli? Il loro bassista Clayton Burgess ora suona nei Wiz, e come dice Jus: “Picchiano fortissimo… Onestamente, ogg non si sente molta musica in giro che contenga dell’energia e dell’aggressività autentiche. Spesso col metal funziona che noi pensiamo di causare un prolasso rettale a tutti alla prima battuta, ma in realtà il resto del mondo trova questa musica molto scema. C’è comunque del metal che fa ancora cacare sotto tutti quanti, quello più malvagio, oscuro e schizzato, suonato da dei freak che fanno brutto. Insomma, la gente deve urlare ‘ma che è sto macello? Spegni…’ ed è esattamente quello che ho pensato io quando ho sentito i Satan’s Satyrs… Oltre a questo, hanno miscelato dei suoni differenti in una maniera che secondo me è molto interessante, ma che forse la gente non è in grado di capire perfettamente. Sai, tipo Davie Allan misto ai Black Flag e ai Venom… Roba che ve perfettamente incontro ai miei gusti.

T di Toerag Studios: I Toerag Studios, nel cuore del quartiere londinese di Hackney, sono un paradiso analogico. Sono diventati famosi grazie al patrocinio dei White Stripes nei primi anni Duemila, e gli Electric Wizard ci hanno registrato sia Black Masses che il nuovo LP in arrivo. Dice Jus: “Abbiamo registrato l’album ai Toerag e agli Skyhammer nel Cheshire con Chris Fielding, che è un vecchio amico della band… Agli Skyhammer ci abbiamo anche fatto il mixaggio. Ho anche registrato un paio di sovraincisioni sul fidato quattro piste che abbiamo al nostro Evil Dead Cottage. Sì, Black Masses è acid-metal al 100%, volevamo che suonasse allucinogeno… Ma questo avevamo bisogno di farlo più diretto, più metal, e sapevo che Chirs Fielding avrebbe potuto mixarlo come si deve. Ci teniamo parecchio a registrare e mixare in ambienti diversi.

U di Underground: Soho è cambiato tantissimo negli ultimi dieci anni. I giorni gloriosi delle decadi passate sono scomparsi e la marcia della gentrification è implacabile, ma Jus l’ha visitato molto negli anni Ottanta: “Non sono rimasti molti cinema decenti, oramai” ricorda “Ma quando ci bazzicavo tra l’88 e l’89 era rimasto in piedi lo scheletro della vecchia Soho a luci rosse… Onestamente, era fichissimo, haha… Il porno era tutto fatto di immagini ricilate e fortemente censurate, ma sembrava comunque roba tosta. Gli “adesivi” della censura, in realtà, erano proprio stampati sopra alle foto, ma se sapevi muovert bene nell’underground di quelle parti potevi procurarti la roba più zozza da qualcuno che te la vendeva dal retro della sua macchina. C’erano ancora un paio di bei strip club, e all’epoca costavano solo una sterlina a giro. Ora in Europa sono rimasti il Reeperbahn di Amburgo, che è ancora parecchio spinto, e un paio di posti ad Amsterdam, ma quellli storici in Danimarca e a Stoccolma sono pure quelli spariti tutti. I migliori rimasti stanno in delle cittadine di provincia sconosciutissime in USA, ma anche a Osaka e Tokyo si trovano ancora dei bei cazzo di club old school anni Settanta.

V di Venom: I più fastidiosi, sporchi, oscuri: la miglior band di Newcastle. Gli Electric Wizard adorano i Venom, e anche voi dovreste. Come disse una volta il loro cantante Cronos: “Vogliamo creare il panico. Ci sono un sacco di cose che volevamo infilare in questo album. Ricordo di avere portato in studio un fischietto per cani da usare tra un pezzo e l’altro, dicendo al tecnico di studio ‘voglio che gli animali domestici della gente che ci ascolta diano di matto.’”

W di Witchfinder Records: Gli Electric Wizard hanno una nuova Label. Jus dice: “tutti i nostri demo, bootleg e CDr sono usciti col marchio Witchfinder Records fin da quando abbiamo iniziato. A parte Supercoven, che è uscito per Bad Acid… ma quella è un’altra storia.Fatto sta che da quando ci siamo allontati dalla nostra vecchia label, abbiamo deciso di resuscitare Witchfinder con l’idea di rimanere indipendenti al cento per cento… anche se non è del tutto possibile fare uscire e distribuirci tutto da soli, siamo troppo dei fattoni per farlo. Non voglio che i fan ci odiino perché stiamo indietro con le spedizioni o cagate del genere, e ci sono state effettivamente alcune label che ci hanno aiutato parecchio. Così abbiamo deciso che, dato che ce lo eravamo registrato tutto coi nostri soldi, potevamo chiedere a qualcuno di più grosso di… Be’, di farlo uscire come si deve, una volta tanto. Boh, vedremo.. magari firmeremo un contratto… Magari faremo un film.”

X di X-rated: Da autentico esperto dell’arte estrema, Jus Oborn è anche un collezionista di porno europeo d’epoca, e a dire il vero sta anche scrivendo un libro sull’argomento. Ci spiega “Ci piacciono i film sulle donne in galera, i “Giallo”, i Rape/Revenge drama, i thriller erotici, i film di exploitation sui luoghi esotici etc.. Oltre a qeusto colelziono un sacco di porno anni Sessanta e Settanta. Honestamente lo trovo migliore di quello di oggi, attori e attrici erano dei veri professionisti. Sto lavorando a un libro su quella roba, ma è difficile da scrivere: molta della gente che lavorava nel settore a quei tempi è morta o latitante. Invece quelli che sono sopravvissuti all’AIDS e alla caccia alle streghe non vogliono parlarne, ho dei contatti, ma sono un po’ inaffidabili. La cosa veramente strana è che nessuno conosce le stelle del porno europeo di quegli anni, a differenza di quelle americane. COmunque i miei registi preferiti restano quelli horror: Jess Franco, Jean Rollin, Mario Bava, Jose Larraz, Robert Hartford-Davies, Andy Milligan, Paul Naschy. Penso che sarò sempre e comunque attratto dal macabro e dall’inconsueto. Stiamo anche lavorando alla sceneggiatura per un film degli Electric Wizard: tipo i film dei Beatles, però macabro e morboso. Non voglio rivelare molto…. però, ecco, è più un film di exploitation che un horror, un rape/revenge drama laido, violento e oscuro.

Y di Yuggoth: Il mitico pianeta di Yuggoth inventato da H.P. Lovecraft, menzionato per la prima volta in Colui Che Sussurrava Nelle Tenebre e che in teoria doveva essere simile a Plutone, ai limiti del sistema solare. Lo nomino in Dopethrone, nella prima strofa di “Weird Tales”: “From ancient Yuggoth Black Rays Emit.”

Z di, uhm, wiZard: Un paio di anni fa, gli Electric Wizard hanno curato una serata di film al Roadburn. Jus ci tiene a ricordare che il programma era pieno di “veri stregoni”: “un Electric Wizard non è quella merda frocia con gli elfi tipo Gandalf.” Raccomanda anzi di vedere Simon, King of the Witches, uno dei film più bizzarri che gli sia mai capitato di vedere. “Simon è l’Electric Wizard per eccellenza, un film davvero fuori di capoccia con un mago credibile. È molto da sballoni e difficile da comprendere appieno, ma questo lo rende solo più fico, devi guardarlo di continuo, finché non inizia ad avere senso. Si raccomanda di aiutarsi con dell’LSD!!!”