La sera di sabato 8 luglio, il parco Miralfiore di Pesaro ha ospitato decine di migliaia di persone che, da tutta Italia, hanno partecipato alla manifestazione “Freevax: liberi di decidere se far vaccinare o meno i propri figli.”
Nello specifico, i manifestanti—soprattutto genitori, in molti casi accompagnati dai figli—hanno esspresso la loro contrarietà al Decreto Lorenzin.
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Il decreto, nato per far fronte al progressivo abbassamento del numero di vaccinati e al crescere di casi di malattie quali il morbillo, rende 12 vaccini obbligatori per l’iscrizione dei bambini agli asili nido e alle scuole materne—ufficializzando di fatto il percorso che alcune regioni già applicavano da tempo.
Quella di sabato non la prima manifestazione contro il decreto, ma sicuramente una delle più partecipate.
Se infatti inizialmente alcuni media hanno parlato di circa 10mila partecipanti, le foto e gli organizzatori suggeriscono un numero molto più alto, e oggi si parla insistentemente di 40mila partecipanti.
Di fronte della vasta partecipazione, ci sono state polemiche nate dal fatto che alla manifestazione sia stato dedicato uno spazio mediatico molto ristretto.
Tra i notiziari di ieri sera, infatti, sembrano averne parlato solo Sky TG24 e il TG di La7, mentre oggi i più importanti giornali non si occupavano della notizia.
La manifestazione—organizzata da associazioni quali sono associazioni quali Comilva (coordinamento italiano per la libertà delle vaccinazioni), Comitato salute e diritti di Pesaro, Il Sentiero di Nicola, Vaccinare Infromati, e molte altre—ha visto l’intervento sul palco di genitori, dottori, avvocati, e anche nomi noti che sempre più frequentemente siamo abituati a vedere associati al tema.
Mentre alcune mamme hanno parlato di figli “danneggiati dai vaccini”, Giuseppe Povia si è esibito in diverse canzoni—tra cui una versione rivisitata di “I bambini fanno oh” e quella a tema “liberi di scegliere”.
Oltre a lui, tra gli altri personaggi noti, hanno parlato anche il giornalista Gianluigi Paragone, il giudice Ferdinando Imposimato e Diego Fusaro.
A scatenare polemiche è stata soprattutto la partecipazione di quest’ultimo.
Se è vero che siamo abituati a vedere Fusaro partecipare a eventi in cui la parola d’ordine è il ‘complottismo‘ e in circostanze criticabili, Fusaro ha scatenato le critiche di Paolo Ercolani, scrittore e Docente di Filosofia, e di molti utenti Twitter, specie in relazione al suo rapporto con la casa editrice che lo pubblica, Einaudi.
Dal palco, Fusaro ha parlato dei vaccini obbligatori come di una scelta politica e non medica, voluta da lobby e multinazionali.
“Nonostante ovunque domini la solitudine [..],” ha dichiarato, “vi è la necessità di ricostruire comunità che si oppongono di fronte a queste logiche multinazionali.”
“Finché c’è lotta c’è speranza,” ha concluso.
Al di là della presenza di Fusaro e delle sue parole, la verità è che la folla di sabato era numerosissima, a dimostrazione del fatto che gli antivaccinisti sono sempre di più—o comunque si ‘vergognano’ sempre di meno a far sentire la loro voce.
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