L’estate è una bella stagione se si evita accuratamente qualsiasi cosa abbia lontanamente a che fare con il Cornetto Algida. Possibilmente anche il cornetto Algida stesso. Dai che i gelati alla frutta sono meglio di quelli cremosi! A quanto pare quest’anno è anche una stagione di bella musica, begli annunci e bei DJ set. E nulla di tutto ciò vi è offerto da Algida.
La colonna sonora dell’ultimo episodio di Game Of Thrones
Se non seguite Game Of Thrones potete apprezzare questo pezzo di Ramin Djawadi come semplicemente un bel brano di musica neoclassica molto ma molto figo, ammesso e non concesso che possiate trovare molto ma molto figo un brano di musica neoclassica. Vabé. Se invece siete tra le belle persone che seguono Game Of Thrones lo riconoscerete come il brano che si sente nella lunga sequenza che apre il sesto season finale (andato in onda in USA domenica scorsa e in Italia lunedì), ovvero quella in cui SPOILER ALERT Cersei Lannister mette in atto il suo mostruoso piano di vendetta a base di altofuoco contro l’Alto Passero, tutto il Credo Militante, i Tyrell e persino suo figlio Tommen FINE SPOLIER. Si intitola “Light Of The Seven” e sa di sacralità funerea e minimalista (tra il Penderecki più “leggero” e certo Philip Glass). Tutto il lavoro di Djawadi per la serie è incredibilmente potente, ma questo forse è davvero il suo apice. Cercate di ascoltarlo senza prendere fuoco… Ops.
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Il takeover di Staycore a Boiler Room
Se ve lo siete perso ci dispiace un botto, però ieri i/le ragazz* di Staycore hanno dominato la Boiler Room per tutto il pomeriggio, e se siete riusciti a ignorare i commenti sessisti e oscurantisti dei soliti splendidoni magari ve lo siete pure goduto mentre stavate lavorando. Alle solite: è stato un meltin pot di dancehall, electro-cumbia, techno hardcore, grime e R&B, attraversati in successione da Ghazal, Toxe, ALX9696, Mobilegirl e Dinamarca. Abbiamo detto più volte che il futuro della musica dance passa anche da qua, e ne siamo sempre più convinti. Purtroppo ci vorrà un po’ perché BR lo riposti in versione podcast, ma varrà la pena attendere. Nel frattempo godetevi il reloop.
Freetown Sound di Blood Orange è uscito con tre giorni di anticipo
Qua non è tanto il disco che è bello, quanto il fatto che sia arrivato con tre giorni d’anticipo! Ok, è un po’ la solita mossa promozionale farlocca, però è sempre bello avere qualcosa che stai aspettando con trepidazione prima della data prefissata, no? Freetown Sound doveva uscire dopodomani e invece è già fuori da ieri e dentro ci sono Debbie Harry, Empress Of e… uhm… Carly Rae Jepsen. Ora ha pure il permesso di deluderci, se vuole, ma già che lo stiamo ascoltando è una bella cosa. Nel frattempo è pure uscito il video di “Augustine”, che vedete qua sopra.
C’è un nuovo FRKWYS in arrivo e pare magnifico
“Il creatore benedica Matt Werth“, si diceva. Chi è costui? Nient’altro che il capoccia di RVNG Intl, una label che è più un progetto d’amore per la musica di tutte le epoche, un’esperienza curatoriale dinamica che si basa sulla contaminazione tra contesti, la ricerca, la sfida e lo sviluppo del potenziale creativo di ogni artista coinvolto verso un livello superiore. La sua serie FRKWYS, dedicata alle collaborazioni su commissione tra artisti di generazione diverse, ci ha dato capolavori come We Know Each Other Somehow di Ariel Kalma e Robert Aiki Aubrey Love e We’re Not The First di Hieroglyphic Being con l’ensemble J.I.T.U. Ahn-Sahm-Buhl. È stato appena annunciato che il nuovo capitolo della serie vedrà coinvolta la regina dei sintetizzaotri e pioniera del sound design Suzanne Ciani, che ultimamente aveva dato prova di essere creativamente in formissima nel suo lavoro coi Neotantrik, e la molto più giovane ma comunque bravissima Kaitlyn Aurelia Smith (che abbbiamo da pochissimo intervistato). Si preannuncia una meditazione elettronica gioiosa e piena di grazia. Non vediamo l’ora di ascoltarla, aspetteremo pazienti anche se esce a settembre.