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‘Hai bisogno di Gesù per essere ricco’: a Castel Volturno con un predicatore pentecostale nigeriano

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La donna davanti a me trascina i piedi per terra, portata a forza da due uomini che indossano la maglietta rossa del servizio di sicurezza. Si dimena, contorcendo il busto e le braccia. Di fronte a lei, un uomo in un completo color sabbia non smette di urlare nel microfono. Le dice di avvicinarsi. All’improvviso lei si divincola, ma la sicurezza forma subito una barriera. L’uomo col microfono si avvicina.

“Nel nome di Gesù, ringrazia il Signore,” dice in pidgin nigeriano toccandole la spalla. Lei cade all’indietro, rotolando sull’erba del campetto di calcio.

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Mi guardo intorno. Mi trovo in un campetto di calcio a Castel Volturno, in provincia di Caserta, e sono circondato da decine di persone che assistono alla scena col fiato sospeso, vestite a festa con colori sgargianti e ordinatamente disposte su file di sedie parallele. È il momento topico del program, la cerimonia pentecostale per cui sono tutti qui: il pastore O.C. Emmanuel starebbe scacciando uno spirito maligno dal corpo della giovane.

In prima fila, una decina di loro aspetta il proprio turno. Chiedono una guarigione, una benedizione per ottenere i documenti o un lavoro dignitoso.

Sono arrivato sul litorale nel settembre del 2018 con il fotografo Valerio Muscella per lavorare a un pezzo sulle condizioni di chi vive lungo questa lingua di cemento che si snoda per 27 chilometri lungo la costa campana, tra Formia e Lago Patria.

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Ville abbandonate sul lungomare di Castel Volturno.

Le basse villette che ricoprono il lungomare risalgono quasi tutte agli anni Settanta, quando la zona doveva essere il luogo di villeggiatura preferito della classe media napoletana. A partire dagli anni Ottanta, però, l’abbondanza di case sfitte a basso prezzo e di lavoro malpagato nella raccolta dei pomodori ha convertito la zona in un punto di riferimento nella mappa della migrazione africana.

Qui i nuovi arrivati possono affittare un’intera villa a 300 euro, e sperare di trovare un po’ di solidarietà tra i connazionali. Stando ai dati Istat aggiornati al primo gennaio del 2018, le due popolazioni maggiormente presenti a Castel Volturno sono quelle nigeriane e ghanesi.

Ma la città è anche territorio storico della criminalità organizzata. Un tempo le strade erano in mano al clan camorrista dei Casalesi, mentre oggi anche i gruppi della criminalità organizzata nigeriana hanno piantato le radici in questi quartieri, trasformando la zona in un centro nevralgico nello smistamento delle vittime di tratta e nello spaccio di droga.

Mentre percorriamo in macchina la Domiziana, vediamo la folla radunata all’interno del campo di calcio e decidiamo di dare un’occhiata. Alla fine della cerimonia ci facciamo largo a spintoni per parlare con O.C.Emmanuel. Dal finestrino mezzo abbassato della sua auto ci dà appuntamento per la mattina dopo.

Il predicatore—invitato da un gruppo di chiese pentecostali locali per un tour di tre giorni nella provincia casertana—alloggia all’albergo quattro stelle Golden Tulip Resort, un’oasi con piscina e campo da golf in mezzo alle ville sgarrupate della zona. Un caffè qui costa due euro, come da Gusto in piazza Barberini a Roma.

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Una fedele durante una sessione di guarigione nella chiesa “Jesus Christ Rock of my salvation.”

Appena arriviamo, veniamo accolti dai due pastori che lo stanno assistendo. L’atmosfera è frenetica: Peter mi racconta che ha scoperto O.C. Emmanuel su Successful TV, la rete che il “profeta” ha fondato. La sua emozione per averlo qui, tra i suoi fedeli, è evidente. E un po’ anche la sua ansia da prestazione: scatta a portargli il vestito appena ritirato dalla tintoria, gli serve la colazione, si assicura che la macchina sia pronta per accoglierlo.

“Ieri abbiamo avuto solo casi minori,” mi spiega O.C. Emmanuel, visibilmente provato dalla sera precedente. “In Nigeria ho curato perfino persone con le ossa rotte dopo un incidente o un incendio, ricongiungendole tra di loro, e hanno funzionato perfettamente.” Gli chiedo perché molti dei fedeli dopo la sua benedizione si gettavano a terra e si contorcevano. “Sono i movimenti che fanno gli spiriti malvagi che hanno in corpo e che resistono e non li vogliono lasciare liberi.”

O.C. Emmanuel ha 44 anni e viene dallo stato di Emo in Nigeria. È stato cresciuto nella fede cattolica da sua madre, tanto da aver vissuto un periodo con il reverendo della sua parrocchia. Alla fine delle scuole superiori ha avuto quella che definisce la “Chiamata.” Gli domando come si è convinto di poter effettuare cure miracolose. “Semplicemente pregavo per le persone, e accadeva qualcosa. Venivano immediatamente curate. E così ho continuato a pregare per loro.”

La formazione di O.C. Emmanuel è stata però anche molto pragmatica. A parte la vicinanza con il parroco del villaggio, non ha studiato teologia in una facoltà vera e propria, ma amministrazione di impresa all’università del Lagos.

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Il pastore O.C. Emmanuel effettua una guarigione con acqua santa da finestrino della sua macchina.

“Questo è un dono naturale,” insiste. “Gli chiedo di invocare il nome di Gesù. E quando lo fanno, il nome mi dà il potere di fare qualsiasi cosa con la loro vita. Posso anche curare il cancro, anche se ieri non abbiamo avuto casi simili.”

Con quasi 300 milioni di fedeli nel mondo, molti soprattutto in Africa e America Latina, il Pentecostalismo rappresenta un fenomeno globale. Per il Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR), in Italia ci sarebbero 250.000 fedeli. A Castel Volturno le chiese spuntano in vecchi negozi, officine e garage. Oggi si stima che ce ne siano circa una quarantina.

Per avere un quadro più completo mi sono rivolto a Paolo Naso, autore di vari saggi sul tema e coordinatore del master in religioni e mediazione culturale dell’Università La Sapienza. “Qui abbiamo tre tipologie,” mi spiega, “ci sono vecchie chiese di missione create per i soldati americani che si sono evolute in congregazioni etniche; poi un secondo tipo fondate da missionari africani.” E poi per l’appunto c’è il “fai da te,” con chiese che “nascono dall’iniziativa di una persona che a un certo punto ha una vocazione e si proclama pastore.”

Non si sa di preciso a quale categoria appartenga invece la “Jesus Christ rock of my salvation,” situata al piano terra di un’anonima palazzina sulla Domiziana, dato che il fondatore originario è tornato in Nigeria. Attualmente è la chiesa del pastore Peter, ed è quella che più di tutte ha insistito perché O.C. Emmanuel fosse qui.

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Un giovane nigeriano segue la lettura della Bibbia sul suo smartphone.

Quando entriamo, sentiamo il pavimento vibrare per la forza delle grida. Drappi rossi e blu coprono le pareti di quella che evidentemente era una officina o un locale commerciale. Un centinaio di persone sono assiepate nell’unica stanza comune. Nell’angolo, le note di una tastiera enfatizzano le parole del predicatore.

O.C. Emmanuel è sul palco. Una coppia di mezz’età si fa avanti. Lui li punta: “Nessuno mi aveva parlato di voi, no? E non ci siamo mai visti, no?” I due si affrettano a confermare. “Io vi dico che voi due siete una delle coppie migliori. Eppure l’anno scorso… c’è stato qualcosa… un nemico che ha tentato di conquistarvi.”

La coppia sembra sorpresa dalla scoperta. “E allora vi dico, in nome di Gesù io comando il denaro, prima della fine del 2019 tu sarai completamente ricco!” Lui cade in ginocchio a mani alte, mentre la folla inizia a gridare.

I soldi sono un tema molto presente nei sermoni del predicatore. La sua insistenza mi sorprende: nel Vangelo mi sembra vengano dedicate parole tutt’altro che lusinghiere al denaro. Mi chiedo se sia un lascito dei suoi studi in amministrazione d’Impresa.

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Fedeli in preghiera durante una celebrazione in un campo di calcio su Via Domiziana.

“La povertà è precisamente collegata con gli spiriti maligni,” racconta O.C. Emmanuel, “ci sono tante persone che non hanno denaro perché uno spirito malvagio non gli permette di ragionare bene.” Ed è vero anche il contrario: “Hai bisogno di Gesù per essere ricco.”

Alla fine della cerimonia, O.C. Emmanuel invita tutti alla chiusura del suo tour prevista per questa sera, di nuovo nel campetto di calcio, e ricorda di acquistare l’olio e l’acqua santificata in vendita all’ingresso.

Vengo quasi travolto dalla folla che lo segue fuori dalla stretta porta d’entrata. È l’uscita di scena di una consumata rockstar. La macchina del predicatore parte in quarta, e rapidamente i fedeli si disperdono.

In un angolo noto Noitel e Grace, una delle coppie che è stata guarita durante la cerimonia, con dei trolley. Scopro che per la benedizione hanno attraversato l’Italia, dato che vivono a Padova.

“Ho sentito come un fuoco entrare nel mio corpo all’improvviso,” mi spiega enfaticamente Noitel quando gli chiedo perché rotolava sul pavimento e cos’ha provato quando O.C. Emmanuel l’ha toccato. Dice di aver avuto dolori ovunque per più di un anno, e che all’ospedale non hanno saputo dirgli nulla. “Prima ero pesante, ora sono leggero. Puoi dire che sono felice,” aggiunge.

Ho altre domande, ma Noitel si spazientisce e dice che ora devono proprio andare, allontanandosi. Rientro in chiesa. Qui i fedeli hanno appena finito di pranzare insieme e stanno mettendo in ordine la sala. Uno dei due pastori sta smontando la strumentazione musicale.

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Il pastore O.C. Emmanuel utilizza “l’olio del successo” durante una sessione di guarigione.

“Portiamo qui questi profeti perché preghino per noi, stiamo attraversando tempi duri, ci sono persone che mendicano perché non c’è lavoro,” mi dice Godwin Joseph, che gestisce la chiesa insieme a Peter. Sa bene di cosa sta parlando, dato che lavora come muratore nei Quartieri Spagnoli di Napoli, e dalla chiesa dice di non mettersi un euro in tasca.

Negli anni vari articoli hanno ipotizzato che, dietro al proliferare delle chiese a Castel Volturno, ci sia un discreto interesse economico. In teoria, infatti, ogni fedele pentecostale dovrebbe donare il 10 percento di quanto guadagna. Sulla carta sembra un buon affare.

Ma Godwin sembra infastidito da certe insinuazioni. Mi apre davanti agli occhi un libretto sgualcito, su cui sono appuntati i guadagni e i versamenti di ogni singolo fedele. Quello della sua chiesa non sembra in effetti il libro contabile di una multinazionale, dato che ci sono offerte da cinque euro.

Gli chiedo se ha mai curato qualcuno come O.C. Emmanuel, ma risponde che lui non è un profeta, anche se effettivamente ha aiutato a guarire almeno una persona con la preghiera, indicandomi una giovane donna seduta con in braccio in suo bebé.

N. è arrivata in Italia nel 2016, passando dalla Libia, e ha appena avuto la sua bambina. Per il primo anno in cui ha vissuto qui non era mai andata in chiesa. “Non conoscevo i pastori, e a Castel Volturno ci sono molti falsi profeti,” afferma. Poi un amico le ha suggerito la Rock of my salvation, e qui ha trovato conforto.

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Il pastore O.C. Emmanuel durante una celebrazione serale in un campo di calcio lungo la Via Domiziana.

Alzo la testa per cercare qualcun altro fedele con cui parlare, ma noto che ormai attorno a me sono rimaste poche persone. Sono tutti corsi al campetto di calcio per il gran finale.

Prima di venire a Castel Volturno mi sono spesso chiesto quale fosse la ragione per il proliferare di queste chiese improvvisate. Dopo aver passato qualche giorno in quartieri che non hanno nemmeno una piazzetta in cui ci si possa incontrare e scambiare quattro chiacchiere, capisco quanto sia forte il bisogno di comunità di chi ci vive.

Ho girato la stessa domanda a Naso, che mi ha spiegato che una delle ragioni del successo dei pentecostali è proprio il loro credo pratico e performativo. “C’è l’idea che la fede sia davvero una forza sconvolgente, che può cambiare l’ordine delle cose,” mi dice. “Trovano nel rapporto con la chiesa un’ancora e in questa dimensione si colloca anche il fenomeno delle guarigioni, frutto di una benedizione che si ottiene in un meccanismo di redenzione.”

E in un territorio tempestato da povertà endemica, mancanza di comunità e problemi legati alle restrittive leggi italiane sull’immigrazione, è facile capire quanto sia alto il desiderio di salvezza.

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