Il nostro pisello non è la risposta a tutto: uomini etero, accettate il cunnilingus

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Qualche settimana fa Emis Killa ha provocato una vagonata di polemiche con un tweet in cui esortava i maschi etero a praticare il cunnilingus alle proprie fidanzate, sostenendo che chi si astiene da questa lotta è destinato inequivocabilmente a essere un cornuto.

Lasciamo perdere i risvolti del dibattito scaturito—con interviste e dichiarazioni di contorno—perché non ci interessano. Il punto è proprio la natura del dibattito: nonostante nel 2019 anche i monaci trappisti conoscano la precisa ubicazione del clitoride e l’importanza della sua stimolazione, un tweet sull’esortazione al cunnilingus provoca ancora un interesse quasi morboso, e un sacco di contraddizioni e fastidio. Specialmente nei maschi etero.

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C’era chi tentava di dire che è il ripiego adatto a quelli a cui non gli si alza, chi tentava di mettersi in competizione e spiegava agli altri come fare, chi voleva sminuire la questione.

E questo perché, ammettiamolo, sono moltissimi gli uomini che hanno difficoltà ad approcciarsi al clitoride, il cunnilingus e l’idea che il piacere femminile passi in buona parte da lì. Molti non lo praticano per principio o lo fanno con scarso interesse, e tentano di bypassare l’argomento (per questo, secondo me, il tweet ha dato così tanto fastidio). Credo che ci sia una componente che in un certo senso spaventa i maschi etero (io mi ci metto per primo), e che mette in forte discussione la percezione che hanno della propria efficacia sessuale.

Perché? Be’, perché la natura e l’importanza strategico-sessuale del clitoride sono concetti che vanno contro qualsiasi input o educazione ricevuta dai maschi prima di cominciare realmente a fare sesso. È un po’ la trasposizione sessuale dell’Agoghé spartana: fino a che non hai dei veri rapporti, cresci in un bozzolo di rassicurazione che ti convince del fatto che il tuo pisello è uno strumento creato dalla natura per generare piacere e potenza. Poi, quando inizi a fare sesso, vieni spedito da solo in un aspro mondo dove i tuoi colpi di bacino sono come fucilate a salve nel buio. Qualche vestale, gentile, ti convince che i tuoi sforzi provocano orgasmi multipli, ma sta fingendo. E tu, piano piano e con molta mestizia, te ne rendi conto.

Da ragazzino, molto raramente mi dedicavo al cunnilingus. Quello che sapevo sul sesso orale, come il 99 percento del mio scibile sul sesso, derivava da un’unica fonte: il porno. Nei video vedevo sempre che il minuto scarso dedicato al cunnilingus veniva prima della penetrazione, con la linguetta a punta che va su e giù in un luogo imprecisato del vertice della vulva. Solo anni dopo ho compreso che nel porno si faceva così per un problema tecnico: la lingua doveva fare quel movimento per non impallare la vagina nell’inquadratura. Per anni ho fatto la stesa cosa: che fallimento.

Per il resto, mi limitavo a mettere in pratica i fondamentali della penetrazione vaginale che avevo assimilato, e quando sentivo che stavo per venire ripetevo mentalmente la formazione della Juve che vinse la Champions a Roma nel ’96 (grazie ragazzi!) per durare di più. Superata la mezz’ora, e valutata la sua soddisfazione in base a una serie di parametri aruspici che mi avevano passato gli amici più grandi del baretto (se piega le punte dei piedi verso l’alto sta venendo, se socchiude gli occhi e si distrae da te sta venendo, se diventa rossa in volto sta venendo), mi ritenevo contento. Dubito fortemente che le mie ragazze dell’epoca ne fossero felici.

Poi, grazie a una nuova fidanzata con le idee chiare, verso i 19 anni ho cominciato a capire che la mia concezione del sesso doveva ripartire da zero. Che c’erano altri fattori, indipendenti dal mio pisello, da prendere in seria considerazione. Mi sentivo al tempo stesso felice e distrutto emotivamente—un sentimento che molti maschi etero comprenderanno bene, perché quando scopri che saper usare la lingua e le mani porta molti più benefici all’orgasmo femminile del pisello, subentra talvolta un po’ di angoscia. È come se Dio fosse morto, per dirla come Nietzsche.

“Quando ho realizzato quanto fosse importante la stimolazione del clitoride per le mie fidanzate,” mi ha detto M., 28 anni, “ho avuto paura di essere io il problema. Mi domandavo se fosse l’unico mezzo per tutte, o se fossi io l’incapace che non riusciva a fare venire la propria ragazza con la penetrazione.”

È un concetto che ha a che fare con un grande rimosso della socialità sessuale: tra maschi si parla quasi esclusivamente di quanto duri, quanto ce l’hai lungo, eccetera eccetera. Il focus è tutto sulla penetrazione. “Quella del clitoride è una storia che fino ad una certa età ognuno affronta da solo, senza molti confronti,” mi ha detto P., 30 anni. “Far venire una ragazza solo a colpi di pisello sembra un trucco di Mandrake riservato agli eletti, ed è difficile ammettere davanti agli amici di non esserne capaci.”

“Questo ovviamente accade,” mi ha spiegato il dottor Daniel Giunti, fondatore del centro integrato di sessuologia Il Ponte, “perché il sesso per i giovani maschi è un terreno di confronto per la virilità. Il porno è fortemente incentrato sulla prestazione virile del maschio, e spesso le compagne stesse hanno una scarsa capacità di comunicare i propri bisogni, finendo per concentrarsi sul rassicurare il partner riguardo alla propria capacità sessuale. In giovane età, si può dire che il sesso è quasi totalmente appannaggio dell’ego maschile. Quando si capisce che va oltre la soddisfazione di queste regole ‘da veri maschi’, spesso ci si può trovare in difficoltà. Adesso viviamo in un’epoca in cui si parla molto di piacere femminile, ma è un fenomeno relativamente recente.”

La difficoltà nella comunicazione è alla base di questo problema. Perché ovviamente, al di là della pratica spicciola, il concetto di cui stiamo parlando non riguarda tanto l’importanza del cunnilingus, ma l’interpretazione che molti uomini danno a tutto ciò che c’è di destabilizzante nel piacere femminile. Tanti, ad esempio, quando capiscono i benefici del clitoride, lo aggiungono semplicemente al loro bagaglio di convinzioni e regole da rispettare.

“Quando ho iniziato ad avere orgasmi clitoridei, dopo le astinenze forzate provocate dall’incapacità dell’adolescenza, ho subito notato che molti ragazzi vivevano il cunnilingus come una specie di bomba libera tutti,” mi ha detto A., 28 anni. “Una volta fatto bene quello, erano a posto, e potevano tornare a concentrasi sulle proprie aspettative. Come se avessero fatto il compitino. E secondo me è un problema anche questo, perché il sesso non è un algoritmo di fattori da incasellare per fare bella figura. A me, ad esempio, il mero sesso orale dopo un po’ stanca. Ho bisogno di quello, ma anche di molto altro. Io voglio provare piacere, e dare piacere—non mi interessa assistere al tuo repertorio e farti l’applauso.”

Mi riconosco molto in quest’ultima problematica, perché è stato il leitmotiv della mia vita sessuale fra i 20 e i 26-27 anni: c’era questo trucchetto tecnico che avevo assimilato e che cercavo di migliorare di partner in partner, e mi faceva sentire rassicurato dal bisogno di un reale confronto sessuale.

Cercando di andare al punto, però, ho capito che fare pace col cunnilingus, col clitoride, e in generale col confronto sessuale del piacere femminile—e della vita sessuale di coppia—significa innanzitutto annullarsi nell’illusione dell’ego. Lo so che sembra una citazione di Tiziano Terzani per stronzi New Age, ma quello che voglio dire è che noi maschi etero dovremmo semplicemente accettare l’idea che l’unico modo per avere un contatto sessuale reale è quello di abbandonare l’idea che sia da subito perfetto e autocelebrativo.

“Moltissime delle coppie che seguo,” mi ha detto il dottor Giunti, “hanno il fulcro dei loro problemi sessuali nella sfera comunicativa. Il problema non sta tanto nel bisogno della stimolazione clitoridea, ma nel vivere la relazione sessuale come un incontro. La componente emotiva del sesso è sicuramente la più sacrificata.”

Credo però che in un certo senso la distruzione emotiva che l’orgasmo clitorideo provoca nei maschi etero che si affacciano alla maturità sia fantastica: dovreste ringraziare personalmente ogni singola ragazza a cui non avete procurato l’orgasmo, e che vi ha distrutto interamente per questo. Niente può salvarvi dal ripartire da zero ogni volta: siete nudi e disarmati, ma anche liberi. Respirate in un sacchetto di carta per vincere l’ansia, e apritevi sessualmente all’età adulta e al piacere femminile. Come dice Michael Jordan, “limits, like fears, are often just an illusion.”

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