In partnership con l'Outdoor festival di Roma, VICE ha organizzato una giornata dedicata al tema delle utopie. Il 4 maggio vi aspettiamo al Mattatoio di Testaccio per la proiezione del documentario The last man of Mahana, una conversazione sul progetto fotografico Utopia e una festa danzante.Tutte le info sull’evento le trovate qui, nel frattempo guardate un po' di foto di utopie in giro per il mondo.
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Plausibilmente sarà capitato anche a voi di prendere in considerazione l'idea di abbandonare la società moderna, la comodità del bidet e l'opportunità di premere un interruttore per illuminare uno spazio vitale. A me, ogni tanto, succede. Il destino ha voluto che una possibile soluzione mi giungesse tramite l'internet—grande invenzione della società moderna—sotto forma di fotografie rinominate UTOPIA.Il progetto fotografico UTOPIA è stato realizzato da Carlo Bevilacqua, un fotografo palermitano che si è messo a girare per cinque anni a latitudini diverse per scovare persone che avevano già salutato, in un certo senso, la società moderna anche molti anni prima. "L'idea di intraprendere questo viaggio mi è venuta quando arrivato all'età di 50 anni mi sono ricordato di tutte quelle persone che come i miei amici negli anni Settanta esprimevano la voglia di un mondo diverso, di trasferirsi nella comune di Terrasini, andare in India," mi spiega Bevilacqua. "Così mi sono chiesto: chi veramente ce l'ha fatta? C'è qualcuno che c'è effettivamente riuscito? E come si sono sviluppati questi progetti?"Nonostante la comune di Terrasini non esista più dal 1978, Bevilacqua ha scoperto durante le sue traversate che le "utopie realizzate"—vuoi hippy, vuoi artistiche, vuoi spirituali—sparse per il mondo sono diverse e ormai strutturate. "Visitando comunità come quella Damanhur in Piemonte o di Twin Oaks in Virginia, ho compreso che queste realtà alternative, dopo la spinta propulsiva iniziale, hanno avuto la necessità di organizzarsi dal punto di vista finanziario," continua Bevilacqua. "Tutte hanno in comune la progettualità insita nell'accezione positiva del termine utopia, che in questo caso non significa affatto 'andiamo a vivere tutti felici e contenti nel paradiso terrestre'."
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Per di più, a seconda di cosa vogliate farci, le "comunità alternative" non sono così inaccessibili come si possa pensare. "Questi luoghi, compresa la Valle degli Elfi in Toscana, sono accessibili e alcuni dispongono di una pagina Facebook, una mail, un telefono per chiunque voglia entrarci in contatto," chiarisce Bevilacqua. "La questione è molto diversa, invece, se si vuole andarci a vivere, perché molte volte ci sono delle liste d'attesa infinite e alcune comunità sono davvero piccole."Qui sotto trovate le foto di alcune comunità con spiegazioni sulla loro storia—in caso voleste mandare anche voi qualche mail e foste un po' indecisi sul da farsi.