Da qualche anno ormai, il movimento dei vini macerati ha (ri)preso piede – e accompagna in particolare quello dei vini naturali. Proprio come “pét-nat” (abbreviazione del francese pétillant naturel che definisce i vini rifermentati in bottiglia con metodo ancestrale, ndt), l’espressione “vino arancione” è diventata una parola di tendenza per gran parte degli appassionati di vino.Il termine “vino arancione” è stato inventato per descrivere quella che allora sembrava una novità. Oggi invece sappiamo che la macerazione è una tradizione plurimillenaria, oltre che una tecnica (…) per i vini più fini e interessanti che si fanno in questo momento
Lo ammetto candidamente: qualche volta è capitato anche a me di utilizzare questo termine, così come capita ad altri professionisti del settore. Ma mi sono reso conto, durante le nostre discussioni, che poteva porre dei problemi. Credo che utilizzare “vino arancione” piuttosto che “vino di macerazione” o il suo equivalente inglese “skin contact” possa fare confusione e portare alcuni consumatori a sentirsi ingannati.Varie ipotesi fanno pensare che i vini di macerazione siano probabilmente tra i primi vini a essere stati prodotti. Normalmente, quando si fa un vino bianco, non si lascia la buccia degli acini a contatto col mosto, come invece si fa per i vini rossi. Questo contatto cambierebbe il colore, la consistenza e gli aromi del vino bianco. Che è proprio quello che si ricerca in questo tipo di vino.Normalmente, quando si fa un vino bianco, non si lascia la buccia degli acini a contatto col mosto, come per i vini rossi. Questo contatto cambierebbe il colore, la consistenza e gli aromi del vino bianco. Che è proprio quello che si ricerca in questo tipo di vino.
Quindi qual è il problema con l’espressione “vino arancione”? È che è un’espressione maldestra. I vini di macerazione non sono sempre di colore arancione: a volte possono apparire bianchi, o avere un colore che sembra quello dell’orange soda, oppure, in casi estremi, avvicinarsi al marrone chiaro.In questo settore, “arancione” è un termine relativamente nuovo se si considera che i vini di macerazione esistono da millenni. Ridurre la tecnica e la tradizione a un colore non è utile né ai curiosi, né agli appassionati di questi vini, né viceversa a quelli che credono di non amarli perché hanno l’impressione che il colore sia tutto. Mi spezzerebbe il cuore vedere qualcuno rimandare indietro una bottiglia perché il vino di macerazione che contiene non è del colore che il cliente si aspettava.È un termine di marketing accattivante, certo, ma maldestro, e che alla fine fa più male che bene. Faccio dunque fatica a spiegarmi perché così tanti esperti, sommelier e vignaioli, che conoscono bene la storia e la tradizione di questi vini, approfittino di questa tendenza per cavalcarla e riempirsi le tasche. Penso sinceramente che il nostro lavoro sia informare le persone e aiutarle a comprendere meglio quello che bevono; e per farlo dobbiamo usare i termini giusti e incoraggiarle a fare lo stesso.È un termine di marketing accattivante, certo, ma maldestro, e che alla fine fa più male che bene
È una parola che induce le persone in errore. Alcuni possono addirittura credere che si tratti di un vino fatto a partire dalle arance.
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