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La musica ambient mi ha aiutato a combattere l’ansia

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Sono sempre stato una persona apprensiva. Fin da piccolo, mi facevo prendere dall’ansia per qualunque cosa: ambulanze che passavano vicino alla mia scuola, il rombo di tuoni e fulmini, il dubbio di non arrivare a undici anni, visto che le ossa del mio costato mi sembravano stranamente strette.

Crescendo, con il passare del tempo, è cresciuta anche la mia ansia. Negli ultimi anni ho incominciato ad avere violenti attacchi di panico e depersonalizzazione. Credo che sia sintomatico del tentativo di entrare nell’età adulta, ma nella mia esperienza l’ansia peggiora con l’età. Le tue paure diventano più reali e il terrore che ti stringe il petto e ti obnubila, fino a rendere impossibile anche solo il rannicchiarsi in posizione fetale e respirare, esercita una pressione diversa sulla tua vita.

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L’ansia può condizionare il tuo lavoro, le tue relazioni e la percezione che hai di te stesso.

L’ansia può condizionare il tuo lavoro, le tue relazioni e la percezione che hai di te stesso—e con questo, scatenare un circolo vizioso in cui il fatto di essere stressato ti procura ulteriore stress. E le statistiche mostrano che non sono solo: ricerche dell’ISTAT pubblicate nel 2018 stimano che in Italia nel 2017 abbiano sofferto di disturbi ansioso-depressivi circa 3,7 milioni di persone. Per cui, come rilassarsi dopo una crisi di un’ora causata dall’aver perso tempo prima di una consegna?

È importante trovare meccanismi giornalieri che inducano sensazioni di calma. Cucinare funziona: usa tutti i sensi—il tatto degli ingredienti e la vista, il suono, l’odore e il gusto della loro unione—per riportarti al presente. Se non è troppo New Age, anche la meditazione funziona, anche se in maniera opposta, perché permette alla tua mente di sfuggire il presente e rifugiarsi in un luogo sicuro. Anche strumenti come questa piccola utile gif o le tecniche di rilassamento muscolare fanno bene—ti aiutano a rallentare il respiro fino a che raggiunge un ritmo costante, facendo sì che il tuo corpo si rimetta a posto da solo.

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La copertina di Ambient 1: Music For Airports di Brian Eno, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify

A fianco dell’aiuto di un analista, ho usato tutte le tecniche elencate e molte altre—come comprare tante di quelle piante e candele da trasformare casa mia in un vivaio durante un blackout—per aiutarmi a superare la mia ansia. Al di là di seguire le istruzioni dell’analista, la tecnica più semplice ed efficace che ho trovato per mantenere uno stato di calma giorno per giorno è stata quella di ascoltare musica ambient. Perché è davvero semplice, mi basta indossare le cuffie.

Il testo che accompagna il libretto di Ambient 1: Music For Airports di Brian Eno—si può dire l’album che ha inventato l’ambient—riportano che “[questo disco è] concepito per indurre calma e spazio per pensare”. Eppure finché non mi sono rivolto all’ambient per alleviare lo stress, tutto quello che riuscivo a pensare era che fosse noioso. Non ha testi, non ha ritornelli, non ha un beat—solo suoni ostinatamente inutili. Perché ascoltare quaranta minuti di flauti di pan quando posso perdermi in un disco di Drake?

Ascoltavo Music For Airports religiosamente, perché mi tirava fuori dal panico e mi riportava nel mondo reale.

Avevo apprezzato alcuni dischi vagamente ambient in passato—Selected Ambient Works Volume II di Aphex Twin dopo una serata; la discografia di Grouper durante la scesa; Dive di Tycho quando dovevo lavorare—ma Music For Airports è stato il primo album che mi ha fatto capire i poteri terapeutici dell’ambient. È un album spazioso; i suoni fluttuano tra primo e secondo piano senza fretta e lasciano spazi nel mezzo. È in queste sacche di silenzio, punteggiate da discreti colpetti di piano o da un ronzio di synth, che pensare diventa davvero più facile, chiaro, consapevole. Ascoltavo Music For Airports religiosamente, perché mi tirava fuori dal panico e mi riportava nel mondo reale.

È difficile godersi la musica quando si è in ansia; tutto si mescola e si fonde in rumore bianco intervallato da pensieri paranoici e improvvisi flash di qualunque cosa tu stia cercando di ascoltare. Ma l’ambient è diverso: calma i tuoi pensieri e lo spazio tra una nota e l’altra ti permette di percepire quello che ti circonda. Quando mi metto le cuffie e ascolto Music For Airports il suono generale del mio ambiente diventa più chiaro. All’interno dello spazio dell’ambient, cose semplici come la voce della cassa self-service del supermercato o una conversazione in metropolitana sfoggiano una chiarezza nuova. Mi ha aiutato a percepire il mondo di nuovo.

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La copertina di The Disintegration Loops di William Basinski, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify

Sapevo che l’ambient poteva riportarmi al presente ma volevo capire il perché, quindi mi sono messo a leggere qualche libro. Salta fuori che il momento di calma che provo mentre ascolto ambient è definito come “ambient mode”. Nella pubblicazione accademica Approaching the Ambient: Creative Practice and the Ambient Mode of Being, l’autore, Luke Jaaniste, descrive l’”ambient mode” come un luogo in cui l’ascoltatore viene sommerso dalla materia prima del panorama sonoro ambient, provando simultaneamente la sensazione di essere nello spazio astratto in cui esiste la musica ambient e di essere qui e ora. Per esempio: quando ascoltavo Music For Airports e mi sentivo trasportato in un luogo calmo e rassicurante, ma anche in contatto con il mio ambiente circostante—che si trattasse del supermercato o dell’ufficio—ero in pieno ambient mode.

Jaaniste afferma: “l’ambient mode significa entrare in contatto con ciò che ci circonda come con un campo ambientale pervasivo a 360 gradi, senza un ordine di priorità tra primo e secondo piano”. Con questo, raggiungiamo quella che lui chiama “curiosità sensoriale nomadica”. In termini più semplici, questo significa che la musica ambient può aiutare l’ascoltatore a smettere di pensare a ciò che lo affligge e invece usare i propri sensi per concentrarsi sull’ambiente circostante, il presente, il qui-e-ora, che è il luogo che le tecniche di contrasto all’ansia come cucinare mirano a raggiungere utilizzando i cinque sensi.

“La musica ambient può aiutare l’ascoltatore a smettere di pensare a ciò che lo affligge e invece usare i propri sensi per concentrarsi sull’ambiente circostante, il presente, il qui-e-ora.”

Leggere dell’”ambient mode” in un testo accademico mi è parso un modo particolarmente impersonale per capire una situazione molto personale, per cui ho deciso di contattare una musicoterapeuta per capire qualcosa di più rispetto ai benefici che avevo riscontrato ascoltando musica ambient. Bronwyn Tosh—i cui pazienti soffrono di un’ampia gamma di problemi mentali—lavora al Centro di Musicoterapia Nordoff Robbins e mi ha spiegato che la musica (ambient o no) aiuta a combattere l’ansia perché ha una struttura.

“[La musica] ha una pulsazione regolare e prevedibilità—immersi in essa, ci si sente al sicuro e si possono esplorare diverse cose. Se sei ansioso, hai il fiato corto e potresti non renderti conto di star cercando di fare molte cose contemporaneamente, potresti sentirti male nel tuo corpo e le tue azioni potrebbero non seguire un filo logico. Se c’è una pulsazione, o un ritmo, regolare, il tuo respiro si collega immediatamente a questi e il tuo corpo comincia a trovare collegamenti e connessioni migliori a livello fisico”.

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La copertina di Endless Summer di Fennesz, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify

Da quando ho ascoltato Music For Airports, mi sono scoperto un divoratore seriale di ambient. Eno ha stabilito che questo genere “deve essere tanto ignorabile quanto interessante” ed è questa contraddizione, nella sua notevole banalità, che mi ha aiutato di più. Ogni suono nella musica ambient possiede una caratteristica emotiva che, in maniera non intrusiva, può colorare o cullare il tuo umore.

Ora, quando ascolto musica in situazioni di stress, è più facile che si tratti di Endless Summer di Fennesz, Pop di Gas, o i Disintegration Loops di Basinski, piuttosto che di hip-hop o di rock. Eppure mi ritrovo a tornare sempre a Music For Airports in particolare. Può darsi che si tratti semplicemente di un album migliore degli altri, ma non è solo quello. Credo di continuare a cercarlo perché mi è familiare.

Ogni suono nella musica ambient possiede una caratteristica emotiva che, in maniera non intrusiva, può colorare o cullare il tuo umore.

Quando l’ho ascoltato per la prima volta, avevo avuto da poco un attacco di panico particolarmente serio che era durato svariate ore. Quell’episodio mi aveva fatto mettere in dubbio la mia stessa sanità mentale; era come se fossi nella morsa di una psicosi che non era durata solo il tempo dell’attacco di panico, ma era proseguita per diversi giorni successivi. Ero convinto che il mio cervello fosse andato.

La depersonalizzazione rimase e mi fece domandare se il mio corpo non avesse superato il suo limite. Non era così, naturalmente. Ma dato che ascoltai quel disco in repeat per alcune settimane successive, e fece da colonna sonora al mio recupero, cominciai ad associarlo con la sensazione di stare bene. Un disco che mi convince che c’è una via d’uscita per tutto. “La musica si può collegare a certi ricordi o sensazioni”, spiega Tosh, “e a quel punto, se colleghi [quel suono] con il sentirti meglio e con il ritorno all’autocontrollo, il tuo cervello lo collegherà automaticamente”.

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La copertina di Pop di Gas, cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify

Questo non è la news del secolo e abbiamo molte testimonianze dei poteri terapeutici della musica. Ascoltare il jazz, ad esempio, può aiutare a recuperare più velocemente da un’operazione chirurgica, l’heavy metal è utile per sfogare la rabbia e combattere la depressione e, se completiamo il giro, un disco spezza-cuore R&B può aiutare a sconfiggere il senso di abbandono che si prova quando una relazione finisce. Ma il potere dell’ambient è spesso sottostimato. Eppure ha aiutato un mucchio di persone.

Ad esempio nel 2013 l’Ospedale Montefiore in Inghilterra ha collaborato con Brian Eno per creare una Quiet Room dove i pazienti potessero rilassarsi e trovare pace; è altrettanto provato che questo genere sia capace di migliorare la concentrazione. La mia personale esperienza di guarigione attraverso la musica si incontra con altri percorsi di altri pazienti che hanno trovato sollievo nei cataloghi di Stars of the Lid, ma anche in gruppo post-rock come gli Explosions in the Sky, produttori come Oneohtrix Point Never e musicisti chill-wave come Teen Daze.

Non fraintendetemi, la musica ambient non curerà la vostra ansia. A volte, per alcune persone, potrebbe anche non funzionare proprio, ma quando funziona, allora scoprirete un suono unico e sorprendente.

Per la maggior parte della mia vita adulta ho cercato di nascondere la mia ansia. Non ero consapevole di non essere soltanto uno che pensa troppo e si innervosisce facilmente. La verità era che non volevo dire a nessuno, né affrontare personalmente, il fatto che il mio cervello, in qualche modo, poteva avere un meccanismo sbagliato. Tutto questo finché non ho finalmente chiesto l’aiuto di un analista e ho imparato a scendere a compromessi con la mia ansia attraverso le tecniche che insegnano nella terapia cognitiva comportamentale, è lì che ho iniziato ad avere un po’ di sollievo.

Ora, non fraintendetemi, la musica ambient non curerà la vostra ansia. A volte, per alcune persone, potrebbe anche non funzionare proprio. Ma quando funziona, allora scoprirete un suono unico e sorprendente. L’ambient ha giocato un piccolo ruolo nel mio percorso per assicurarmi di non passare ogni serata rannicchiato sul mio divano a sfregarmi le mani, cercando di capire come respirare correttamente. Ora, quando rimango a casa da solo, posso mettere su un disco ambient, prepararmi una cena degna di questo nome e sapere che sono riuscito a costruirmi un nido, un buon posto sicuro.

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