Identità

Come faccio a togliermi dalla testa qualcuno che non mi vuole?

Unrequited love – illustration of a person standing in front of a heart-shaped maze in tones of white and pink.

Durante la quarantena su VICE avevamo avviato un appuntamento periodico, una specie di angolo in cui raccogliere i nostri pensieri, metterli sotto forma di domanda e lasciare che fosse una figura esperta a rispondere. Ora, anche tramite il contributo di altre redazioni di VICE, il discorso è stato ampliato. Da come fare i conti con un amore non corrisposto a come gestire coinquilini insopportabili, proveremo a offrire qualche consiglio. Oggi parliamo di come smettere di pensare a chi sappiamo che sotto sotto non ci merita.

Ciao VICE,

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sono in fissa da più di tre anni di una persona che non mi vuole. Razionalmente so che dovrei smetterla, ma ogni volta ci ricasco. Ogni piccola attenzione, messaggio o carineria da parte di A. mi riporta in un loop che non so spiegare.

A. è tra le mie amicizie più strette, parliamo ore al telefono, usciamo spesso in gruppo ed è la classica persona che sta al centro dell’attenzione e a cui viene difficile avere una relazione che duri più di sei mesi. 

Sa quello che provo nei suoi confronti, e una volta gliel’ho pure confessato. All’epoca mi aveva detto che se l’avesse saputo prima le cose forse sarebbero andate diversamente, ma che ormai stava con un’altra persona. Questo succedeva tre sue relazioni fa.

Un po’ di volte, dopo aver bevuto più del solito, è successo pure di baciarci e di finire quasi a letto—ma mi è anche successo di silenziare i suoi profili social ed evitare contatti dopo che faceva lo sfuggente.

Molti amici in comune sono passati dal dirmi “tra voi c’è palesemente intesa” a “smettila di dargli corda.” Quanto a me, credevo che prima o poi una nuova persona mi avrebbe preso a tal punto da farmi dimenticare in quel senso A., ma non è stato il caso.

Provo stanchezza e frustrazione. Alle volte penso che sia tutta una personale ossessione, altre volte che A. se ne stia un po’ approfittando. Come posso uscire definitivamente da questa situazione? Ho 25 anni, e credo che dovrei essere anche abbastanza grande per capire che se una persona non ti vuole è così e basta.

Ciao M., 

i motivi che spingono a insistere in un “amore unilaterale” possono essere diversi, dipendere dal vissuto personale e presentarsi contemporaneamente, come confermano Federica Micale e Giulia Amicone, psicologhe esperte in relazioni e co-founder di Apsicologa.

Dal loro punto di vista, una spiegazione comune è “fisiologica”: “quando desideriamo una relazione con una persona che non ci vuole, nel nostro cervello si attiva spesso un meccanismo involontario chiamato effetto Zeigarnik, assimilabile al principio gestaltico secondo cui un’immagine incompleta si fissa nella memoria più di un’immagine compiuta.” 

In altre parole, siamo portati a focalizzarci più “su attività o relazioni sospese.” Fintanto che non verranno portate a termine, “è come se ricevessimo in continuazione messaggi pieni di tensione che ci invitano a concludere ciò che si è cominciato. Quindi ecco perché rimaniamo lì, in quella non-relazione che non ci soddisfa.” 

Proprio dal punto di vista relazionale, chiariscono le psicologhe, l’effetto Zeigarnik può essere innescato da diverse situazioni sospese. Nello studio The Prevalence and Nature of Unrequited Love, spiegano, “Baumeister, Wotman, e Stillwell ci dicono che possono variare dalla più classica ‘crush’ al tentare di intraprendere una relazione sentimentale comunicandolo sia passivamente che attivamente, fino al desiderare un ex che non ci vuole più e da cui non abbiamo avuto motivazioni soddisfacenti sulla rottura. Questo meccanismo può essere definito anche ‘attrazione per frustrazione’.”

Nella tua lettera scrivi che sei cosciente della situazione, e provi per l’appunto frustrazione e stanchezza. È comprensibilissimo. Stai “in fissa” da tempo: “ammetterlo vuol dire uscire allo scoperto, vuol dire farsi ‘tana’, e solitamente accade nei momenti di maggiore sconforto,” spiegano le esperte. Significa anche “riconoscere che ci siamo ‘accomodati’ in una situazione che sappiamo non essere l’ideale, ma che continua a darci una ‘speranza,’ una ragione, qualcosa da desiderare: un copione tanto odiato quanto amato, e paradossalmente utilizzato come copertina di Linus.”

La questione quindi è capire come contrastare quella scarica di adrenalina, quel subbuglio di emozioni che anche una piccola attenzione da parte di A. potrebbe innescare. “Quello che è più difficile, e che può rallentare l’andare oltre, sono i segnali che si percepiscono come contrastanti: il tempo passato assieme, certe attenzioni, il fatto che in passato ci siano stati avvicinamenti fisici.”

Ti chiedi se A.—consapevolmente o meno—se ne stia approfittando. Una persona nella sua posizione potrebbe infatti “trarre beneficio dal supporto fornito, ma non offrire lo stesso nel momento in cui si presenta l’occasione; chiedere favori consistenti, ma non ricambiarli con la stessa facilità; non farsi problemi a chiedere disponibilità anche all’ultimo minuto, perché chi non è corrisposto farà di tutto e di più per esserci.” 

In altri casi, o in aggiunta, potrebbe anche capitare che “il bisogno di attenzioni superi il rispetto nei confronti dell’altra persona, e che per il bisogno di (ri)affermazione si eviti di fare chiarezza nonostante gli evidenti segnali di interesse della controparte.” La frase che hai ricevuto in risposta, “Se l’avessi saputo prima le cose forse sarebbero andate diversamente,” potrebbe essere un indizio.

Secondo le esperte, tuttavia, se si è dentro la situazione non è semplice trovare dei segnali che siano inequivocabili. Chi non è corrisposto, dal canto suo, potrebbe essere “costantemente disponibile per l’altra persona; non farsi problemi a stravolgere i propri piani per vederla oppure ‘accontentarsi delle briciole’ a cui aggrapparsi per costruire un’idea della relazione che corrisponde a quella che piacerebbe a noi, ma che non è così.” Come, per esempio, convincerci che la risposta a una Instagram story che abbiamo pubblicato affinché la vedesse abbia un significato più profondo. O di aver dubitato che l’altra persona non ci volesse quando poi dopo aver bevuto siamo finiti quasi a letto insieme.

Quindi, la prossima volta che pensiamo si stia presentando uno di questi scenari, un primo consiglio è provare a “guardarci dall’esterno e valutare la presenza di ‘dati’ concreti che ci facciano comprendere di essere effettivamente in una situazione di interdipendenza sbilanciata a nostro sfavore.” 

Sopraggiunta questa consapevolezza, poi, un secondo step è “darsi del tempo” per iniziare a modificare qualcosa che facevamo in automatico, come ad esempio “non cambiare i nostri piani nel caso ci chieda di vederci,” continuano le psicologhe. “Modificare questi comportamenti, o anche solo certi pensieri, ci aiuta a uscirne pian piano, passo dopo passo.” 

Per quanto riguarda, poi, gli ultimi flirt che hai avuto, è davvero plausibile che tu non abbia incontrato ancora nessuno che ti prendesse sul serio. Ma, soprattutto in una prospettiva futura, ci sono anche alcune domande da porsi: “è possibile che a priori tu non abbia mai dato davvero la possibilità che questo potesse accadere?”

Quando per troppo tempo siamo rimasti in stallo aspettando un’altra persona, potremmo aver maturato o acuito una “una bassa autostima in noi stessi nell’area sentimentale,” e “di fronte a chi ci apprezza e ‘ci vuole abbastanza, saremmo costretti a metterci in discussione—finendo per trovare più semplice rimanere nella comfort zone.” 

Onde evitare fraintendimenti: nessuno qui sta proponendo a priori la tecnica del chiodo schiaccia chiodo, che per alcuni può risultare utile ma nulla o controproducente se non con la persona e i tempi giusti. L’idea è piuttosto di non rimanere per partito preso incastrati in un “amore idealizzato” a discapito di ciò che potrebbe succedere se ci lasciassimo davvero un piccolo spazio per altro.

In un quadro del genere, “potrebbe essere semplicemente utile concentrarci di più sui nostri interessi e condividerli con altre persone vicine, come gli amici.”

Per evitare le possibili “ricadute”, per le esperte sarebbe utile valutare un supporto psicologico per capire quanto “la nostra autostima intaccata ci possa essere da ostacolo e ricostruirla poco a poco.” In una fase più avanzata potrebbe anche essere utile mettere in chiaro le cose con l’altra persona: “potrebbe risultare davvero liberatorio, e completare questo processo di allontanamento progressivo’.” 

“Suggeriamo a M. di lavorare sulla sua autostima: è così che comincerà a dare più valore a se stessa. E di non colpevolizzarsi sul fatto che ‘a 25 anni dovrebbe sapere che …’: in amore e nella vita non ci sono sceneggiature o protocolli da seguire,” continuano. 

“L’amore non ha età, in nessun senso. Non è l’età anagrafica a contare, piuttosto la ‘maturità sentimentale’ che si ha (da non confondere con il numero di relazioni avute), e il momento di vita che si sta attraversando. Ognuno fa le proprie esperienze e acquisisce le proprie consapevolezze quando è il giusto momento per farlo.”

Il personaggio di Kate Winslet in The Holiday vive una situazione simile —e alla fine ti fa dire proprio “cavoli, sono a tanto così dalla sua perfetta, disarmante e lucida analisi.” Se sei a tanto così, concludono le psicologhe, “è arrivato il momento di fare un passo in una direzione alternativa rispetto al percorso finora intrapreso.”