Probabilmente conosci anche tu una persona che si sveglia alle 6 di mattina per andare in palestra o per fare una nuotata o una pedalata prima del lavoro. Oppure qualche persona appassionata di arrampicata indoor pronta a giurare che se ci provi anche tu la tua vita cambierà. O, ancora, chi tira fuori ogni tre per due dei bibitoni proteici.
I bodybuilder, però, sono un caso a parte. È facile trovarli su Instagram mentre sollevano qualche persona senza batter ciglio, nell’atto di rompere un melone in qualche strano modo, o anche solo a mostrare bicipiti più grandi della testa di un bambino. Quanto si tende a dimenticare, però, è che tutto questo ha un costo molto meno allettante, come ad esempio il rischio di farsi davvero del male, una dieta soggetta a molte restrizioni e una parziale rinuncia alla vita sociale.
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Ne abbiamo parlato con alcuni patiti di bodybuilding, per capire per quale ragione hanno deciso di dedicarsi a questa disciplina.
DAVE CROSLAND, 50 ANNI, HUDDERSFIELD
VICE: Come è iniziata la tua passione?
Dave Crosland: Da bambino ero affascinato dai personaggi di He-Man e dagli uomini muscolosi. E mi piacevano soprattutto quei film dove recitavano dei bodybuilder o qualche tizio particolarmente grosso. In sostanza, ho sempre apprezzato molto quel tipo di aspetto e ho deciso di emularlo.
Quando hai cominciato?
A 15 anni ho iniziato con i pesi e a frequentare la palestra, e ho scoperto di essere piuttosto dotato. Mi piacevano sia l’idea della sfida personale che il dolore e la fatica provati durante l’allenamento. Così ho cominciato a spingere e a superare i miei limiti e ho scoperto che crescevo di massa. Tra l’altro, per quanto ami un fisico massiccio non è questo a guidarmi: la maggior ampiezza e dimensione del corpo sono più che altro un bonus piacevole dell’allenamento.
In questo momento sei al meglio della tua forma?
No, ero al meglio dei miei muscoli sei anni fa. Pesavo circa 165 kg, ero grande e grosso ma ancora in grado muovermi. Quando sono arrivato a 172kg ho iniziato ad avere un po’ di complicazioni nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, non trovavo più niente della mia misura.
Parli dei vestiti?
No, intendo proprio per ogni cosa: vestiti, macchine, bus, treni e via dicendo.
Quali sono i pregiudizi più diffusi nei vostri confronti?
Ovviamente le droghe. Che sicuramente esistono in questo ambiente, però temo che la maggior parte delle persone siano convinte si tratti solo di questo. Invece, lo sforzo e il lavoro sono enormi, così come la dedizione richiesta per superare i propri limiti e migliorarsi.
MOTELEOLA MAKINDE, 28 ANNI, LONDRA
VICE: Quando hai iniziato a dedicarti seriamente a questo sport?
Moteleola Makinde: All’inizio del 2013. Ho iniziato ad andare in palestra per mettere su massa. Anche se il modo in cui mi allenavo non era appropriato per raggiungere i miei obiettivi.
Cosa ti ha spinto a cercare di diventare così muscoloso?
Dal punto di vista estetico l’ho sempre preferito. Mi sento più a mio agio, con o senza vestiti.
Per quale ragione hai cominciato a dedicarti a questo sport con così tanto impegno?
Direi che il fatto di partecipare alle competizioni di bodybuilding mi ha spinto a prendere il tutto con più serietà, visto che ci tenevo a presentarmi al meglio.
Qual è il più grande pregiudizio nei vostri confronti?
I media ci descrivono come vanitosi, ma personalmente cerco di ignorare quello che non mi viene detto in faccia.
L’aspetto migliore e il peggiore di questo sport?
Per quanto mi riguarda, trovo molto stimolante poter superare sempre i propri limiti e l’idea di fissare nuovi obiettivi da battere. La parte peggiore sono gli infortuni. Devo dire di essere stato piuttosto fortunato e non mi è successo molto spesso, ma come immagini non è particolarmente piacevole farsi male ed essere costretti a stare lontani da quel che ti piace fare.
TOM HEMMING, 25 ANNI, OXFORDSHIRE
VICE: Perché hai deciso di diventare così muscoloso?
Tom Hemming: Penso siamo tutti simili, che sia una questione di scarsa autostima. Direi che probabilmente, per quanto sembri inutile o da vanitosi, all’inizio era così—poi è diventata una passione e infine, col tempo, un’ossessione.
Chi ti è stato d’ispirazione?
Mio cugino, un calciatore semi-professionista. Era un tipo molto atletico e ben piazzato ed è stata la mia prima fonte d’ispirazione per decidermi ad andare in palestra. Nello specifico del bodybuilding, invece, Dorian Yates, sei volte vincitore del titolo di Mr Olympia.
Quando hai iniziato a dedicartici seriamente?
Circa sei o sette anni fa. Solo quando sono andato a vivere in California per tre mesi e ho visto tutti i bodybuilder della Gold’s Gym ho pensato che questa potesse diventare la mia strada, il mio corpo e stile di vita.
La tua vita è cambiata?
Essere un bodybuilder cambia ogni cosa. Ora è la mia carriera e il 90 percento dei miei amici fanno parte o della palestra o di questo mondo. Ho incontrato la mia partner in palestra e aspettiamo un figlio. Direi che mi ha cambiato la vita per il meglio, prima in effetti avevo una personalità troppo forte. Mi piace pensare che dedicarmi al bodybuilding mi abbia allontanato dalle situazioni negative in cui mi sarei potuto ritrovare.
Qual è il più grande pregiudizio nei vostri confronti?
La maggioranza delle persone pensa che siamo tutti presuntuosi e vanesi. Al contrario, la maggior parte delle persone che conosco nel bodybuilding prima soffriva di scarsa autostima. I miei amici sono in gran parte introversi e non amano particolarmente essere osservati dalle altre persone. Invece, questo sport ha molto a che vedere con lo sviluppo personale. Ed è un po’ preoccupante che ci siano così tanti pregiudizi nei nostri confronti.
SAMSON DAUDA, 35 ANNI, ESSEX
VICE: Perché hai deciso di diventare così muscoloso?
Samso Dauda: In passato giocavo a rugby e i miei compagni di squadra dicevano avessi un grande fisico. Ho cominciato ad andare in palestra, sei mesi più tardi ho iniziato a partecipare ad alcune gare e a vincere.
La prima volta che hai partecipato a una gara cosa hai provato?
Prima ero una persona molto timida. In spiaggia non mi toglievo la maglietta e nei giochi di squadra non mi piaceva dare nell’occhio. Ovviamente, però, quando partecipi a una gara di questo tipo sei praticamente nudo. La prima volta ho dovuto passare venti minuti a caricarmi mentalmente prima di farcela, ma quando è arrivato il mio turno sono diventato una persona completamente diversa.
Praticare bodybuilding ti ha aiutato ad avere più fiducia nelle tue capacità?
Assolutamente sì. Ad esempio, prima non sarei stato in grado di fare un’intervista come questa. Grazie ai viaggi in giro per il mondo e agli incontri con nuove persone, ora ho più fiducia in me stesso.
Ti senti al massimo delle tue possibilità, in fatto di muscoli?
Sinceramente, ho appena cominciato. I bodybuilder raggiungono l’apice della loro carriera tra i trenta e i quaranta, e alcuni continuano a partecipare alle gare una volta superati i cinquanta. Direi che ho ancora un sacco di tempo per migliorare.
Qual è il più grande pregiudizio nei vostri confronti?
Che siamo tutti vanitosi. Alcune persone possono esserlo, certo, ma per molte altre si tratta solamente di disciplina. Non esco granché e sto molto attento a quello che mangio, si tratti dei grammi di proteine o quantità d’acqua. Ci vuole un sacco d’impegno, in sostanza.
Questo tuo percorso ha cambiato qualcosa nella tua vita?
Sì, è il mio lavoro ormai. Prima ero un muratore e ora sono diventato un bodybuilder professionista e accreditato. Fatico ancora a crederci. Quando ho firmato, ho pensato “Davvero verrò pagato per andare in palestra ad allenarmi tutto il giorno?” Sono davvero fortunato di riuscire a mantenere la mia famiglia in questo modo.
Tutte le interviste sono state editate e accorciate per maggior chiarezza.