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Mercoledì 6 gennaio la Coca-Cola è stata accusata di aver utilizzato, in una campagna pubblicitaria, una mappa della Russia che includeva la Crimea come parte integrante del paese.
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L’azione ha provocato proteste e minacce di boicottaggio da parte di cittadini ucraini: l’azienda ha in seguito scaricato le responsabilità su un’agenzia pubblicitaria.
La Russia ha occupato la penisola di Crimea nel marzo del 2014, in un’operazione che ha portato alla condanna dei governi occidentali e all’imposizione di sanzioni.
L’inserzione, pubblicata il 30 dicembre scorso sul principale social network russo VK, mostrava una mappa russa senza Crimea. In seguito alla protesta di alcuni utenti russi, martedì 5 gennaio la mappa è stata cambiata per includere la penisola del Mar Nero, accompagnata da un messaggio di scuse.
La nuova immagine – riporta il Guardian – includeva anche le isole Curili, un arcipelago al largo del Pacifico conteso dal 1945 tra Russia e Giappone.
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Da lì in poi, alcuni ucraini hanno portato sui social network la loro rabbia contro Coca-Cola, minacciando di boicottare i prodotti della società.
L’ambasciata ucraina negli Stati Uniti, in un comunicato sulla sua pagina Facebook, ha espresso la propria preoccupazione sull’accaduto.
“L’ambasciata sottolinea come Coca-Cola, così facendo, abbia violato la posizione degli Stati Uniti in merito alla condanna della Russia sull’occupazione della Crimea—che è, e sempre sarà, parte integrante dell’Ucraina.”
Stando alla società, la mappa – apparsa il 30 dicembre sulla pagina VK di Coca-Cola – sarebbe stata sostituita in seguito da un’agenzia pubblicitaria senza l’approvazione dell’azienda.
In un comunicato, Coca-Cola ha assicurato di non supportare “nessun tipo di movimento politico,” e di aver “rimosso il post e chiesto scusa per l’inconveniente.”
È la seconda volta in poche settimane che un’inserzione pubblicitaria della Coca-Cola offende qualcuno. Uno spot di Coca-Cola Messico, a dicembre, era stato rimosso da YouTube per aver mostrato un gruppo di giovani bianchi giungere in un paese abitato da indigeni e costruire un albero di Natale per loro—provocando proteste e accuse di razzismo.
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La multinazionale però non è la sola ad aver affrontato situazioni di questo genere in tempi recenti, specie per quanto riguarda la questione ucraina.
Martedì 5 gennaio, Google ha ammesso che i problemi riscontrati da alcuni utenti nel tradurre termini dall’ucraino al russo su Google Translate erano in realtà il risultato di un errore provocato da un algoritmo automatico—come riporta l’agenzia russa RBC.
Secondo media ucraini, la traduzione trasformava il termine “russi” con “occupatori” e “Federazione Russa” in “Mordor,” la regione raccontata da J.R.R. Tolkien nel Signore degli Anelli e governata dal malvagio Sauron.
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