Salute

Perché capita di star male o vomitare dopo aver fumato erba

Man vomiting from smoking too much weed in toilet

Negli anni Novanta, la “guerra alla droga” finiva regolarmente in tv in prima serata grazie alle “pubblicità progresso” della Presidenza del Consiglio dei Ministri: venti secondi con un inquietante carillon da film dell’orrore, volti senza occhi e l’immancabile claim, “Se ti droghi, ti spegni”—oppure, “Chi ti droga, ti spegne.” Il messaggio che doveva passare è che basta una singola esperienza per rovinarsi la vita.

Ovviamente, benché sia fondamentale conoscere le sostanze e assumerle con moderazione e attenzione, la demonizzazione non solo non ha mai giovato a nessuno, ma ha ostacolato l’utilizzo consapevole, accorto e informato. Visto che persino quando si tratta di marijuana possono subentrare complicazioni quali nausea, vomito e svenimenti, ho parlato con un po’ di persone esperte per capire come evitare questi spiacevoli effetti collaterali.

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Come funziona la cannabis

Mikael Sodergren è il direttore dell’Imperial College Medical Cannabis Research Group e amministratore delegato di Sapphire Medical Clinics, le prime cliniche inglesi specializzate in cannabis terapeutica e medicinale. “La sensazione di euforia data dall’inalazione o da altri metodi di assunzione della marijuana deriva dalla molecola del THC che passa nel flusso sanguigno, arriva alle membrane che separano il cervello dal resto del corpo, e infine al cervello stesso, dove si lega ai recettori dei cannabinoidi,” spiega.

“Quando il THC si lega a quei recettori causa un effetto a cascata, un meccanismo di ‘trasduzione del segnale’, che rilascia alcune sostanze nel cervello in grado di provocare la sensazione di euforia.” I recettori fanno parte del sistema endocannabinoide, una complessa rete di segnali cellulari che percorre il corpo umano e aiuta a regolare funzioni essenziali come quella dell’appetito e il controllo del dolore, nonché la nausea e il vomito.

Cosa succede quando la marijuana provoca nausea, vomito o svenimenti?

Quando il corpo “collassa” essenzialmente ha luogo una “sovrastimolazione del sistema endocannabinoide,” spiega Sodergren. “In pratica, le sostanze che normalmente alleviano il malessere provocano l’effetto opposto.” Possiamo quindi dire che si tratta di overdose da THC? “Si può avere un’overdose da qualsiasi cosa, se ingerita o assimilata in grandi quantità; compresa l’acqua,” precisa Sodergren. “Ma sostanzialmente non esistono overdose da cannabis che abbiano portato alla morte.”

Per quanto lo stordimento causato dagli effetti dell’ingestione di una grande quantità di THC possa farti sentire male, ciò non significa che ti ucciderà—nel 2019 era stata annunciata una morte per overdose di THC a New Orleans, ma la notizia è stata accolta con grande scetticismo. In alcuni casi, è stata avanzata l’ipotesi che la marijuana possa causare bassa pressione sanguigna e indurre così svenimenti, ma Sodergren afferma che “la relazione non è ben definita. Alcuni cannabinoidi possono anzi contribuire a un aumento della pressione sanguigna.”

“La marijuana è ottima per la nausea,” aggiunge Peter Grinspoon, un dottore specializzato in cannabis medica che lavora presso il Massachusetts General Hospital e insegna alla Harvard Medical School. “Interagisce con il recettore della capsaicina, lo stesso dei peperoncini, e aiuta a sopprimere la sensazione di nausea e il vomito. In più, lavora direttamente sul cervello per ridurre queste sensazioni,” spiega, riferendosi in particolare ai benefici per i pazienti chemioterapici.).

“Può però capitare di avere una reazione avversa a un medicinale, un effetto paradosso,” aggiunge Grinspoon, parlando del termine utilizzato per descrivere l’insorgere dell’effetto opposto quando si utilizza una sostanza. “Si pensa che la sollecitazione continua del recettore della capsaicina possa portare ad avere la reazione opposta e a causare quindi più nausea e vomito, invece di ridurli.”

Esiste anche una rara patologia che è stata associata alle persone che consumano marijuana regolarmente e da molto tempo: la sindrome iperemetica da cannabinoidi, caratterizzata da dolori addominali, nausea recidivante e ripetuti attacchi di vomito. “Ho visto persone vomitare per ore, davvero tremendo,” racconta Grinspoon. Visto però che si tratta di un effetto molto raro, è probabile tu non ne soffra. Tuttavia, ci sono comunque cose che si possono fare per evitare le occorrenze più spiacevoli.

Come evitare di vomitare con la marijuana

Prima di tutto: non mischiare l’erba con l’alcol e non fumare tabacco dopo. “Mischiare diverse sostanze ad alte dosi è probabile che aumenti la possibilità di avere una reazione avversa, anche rispetto all’assunzione di una singola sostanza ad alta concentrazione,” precisa Sodergren. “Inoltre, quando si raggiunge un’alta quantità nel sangue, la sostanza ti farà stare male a prescindere che tu l’abbia fumata, svapata o mangiata. Anche se fumandola la molecola arriva nel flusso sanguigno più velocemente e può farti star male più in fretta.”

In chiusura, Grinspoon ci lascia con un saggio consiglio: “Mantieni la dose modesta e impara a conoscerti. E se comunque accade qualcosa e stai male, ragiona a posteriori su quanto è successo: ‘Avevo bevuto alcol o assunto nicotina? Ho fatto cinque tiri invece dei soliti due? Ero in piena stanchezza?’” Insomma, se stai per fumare, e in particolar modo se non lo fai da un po’, vacci piano.

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