GitHub è un posto incredibile dell’internet, dove programmatori, sviluppatori e chiunque capisca qualcosa di linguaggi informatici carica pezzi di codice sorgente perché altri utenti possano consultarli e/o modificarli. Dai progetti di ricerca più tradizionali ai quadri fatti di codice, passando per le spiegazioni delle riforme costituzionali, su GitHub si trova davvero di tutto. Persino le grandi aziende come Google, Apple e Amazon riempiono l’archivio di contenuti. Altre volte, infine, capita che un pezzo di codice si trovi letteralmente solo lì.
Tecnicamente parlando, GitHub è una sito di hosting nato nel 2008 come implementazione di Git (no, non sono propriamente la stessa cosa), il software di controllo versione distribuito inventato qualche anno prima da Linus Torvalds — già padre del sistema operativo Linux — per meglio gestire la sua creatura, emblema dell’informatica open-source.
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GitHub è legato in modo profondo alla comunità e alla mentalità open-source: ecco perché l’annuncio recente di un’acquisizione della piattaforma da parte di Microsoft per 7,5 miliardi di dollari ha provocato reazioni miste online. Da un lato, c’è chi lo ritiene un nuovo passo del colosso tech verso un futuro più aperto, dall’altro c’è già chi piange l’archivio come il prossimo caso Skype (ovvero: un servizio perfettamente funzionante che va in malora in zero tempo dalla sua vendita).
Ci sono alcune valide ragioni, però, per non pensare subito al peggio: sono anni che Microsoft ha cambiato opinione sul valore dell’open-source — dal ritenere la pratica un pericolo per la proprietà intellettuale all’inizio degli anni 2000, al diventare uno dei maggiori contribuenti proprio di GitHub negli ultimi anni. Come riporta Verge, infatti, un migliaio di suoi dipendenti carica codice costantemente sulla piattaforma e l’azienda ha affidato al sito persino il codice sorgente originale della versione degli anni Novanta di File Manager. Ancora, nel 2015, Microsoft ha reso disponibile il codice sorgente dell’engine Chakra (alla base di Microsoft Edge) su GitHub sotto licenza MIT.
Stando a quanto riportato dalle testate Bloomberg e Business Insider, che hanno segnalato la potenziale acquisizione un paio di giorni fa, grazie alle dichiarazioni di alcune fonti anonime (mentre l’annuncio ufficiale è arrivato solo da poche ore), GitHub è alla ricerca di un nuovo CEO da svariati mesi, durante i quali sarebbe stata portata avanti anche la trattativa di una partnership con Microsoft, poi convertita in acquisizione. Inoltre, nonostante l’azienda indipendente abbia saputo attirare grossi finanziamenti negli anni, nel 2016 ha sofferto una grossa perdita economica, che, secondo alcuni, potrebbe essere arginata dalla stabilità di Microsoft. A convincere l’attuale commissione amministrativa di GitHub a vendere al colosso tech sarebbe stata, sempre stando a Bloomberg, la condotta dell’attuale CEO di Microsoft Satya Nadella, che, dal 2014, si è impegnato per cambiare la percezione e la cultura dell’azienda.
Può darsi, insomma, che GitHub abbia da guadagnare da questa fusione tanto quanto Microsoft e che non si tratti della solita storia della grande azienda che fagocita la casa indipendente. Ciò nonostante, nella comunità di sviluppatori sono diverse le voci negative rispetto alla notizia e resta sicuramente da capire quale delle due filosofie, nel processo di contaminazione tra il servizio open-source più noto del settore e il colosso di Redmond, Washington, resterà vincitrice.
Nel frattempo, il sito analogo GitLab ha ricevuto un picco di visite senza precedenti, e molti della comunità sembrano intenzionati, almeno in via di principio, a emigrare sulla piattaforma secondaria per paura che Microsoft trasformi troppo radicalmente quello che finora è stato una specie di paradiso del codice.
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