Via Snapchat.
Per essere un’app conosciuta come strumento per distribuire foto dei propri genitali, Snapchat ha una strana relazione con l’idea di privacy.
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Pochi giorni fa, sul blog di Snapchat, Micah Schaffer ha spiegato che gli Snap non aperti sono stati sottoposti ad indagini per effetto dell’Electronic Communications Privacy Act.
“Da maggio del 2013, circa una dozzina degli avvisi di perquisizione che abbiamo ricevuto ci hanno costretto a consegnare gli Snap non aperti alle forze dell’ordine,” spiega Schaffer. “Il tutto su 350 milioni di Snap inviati ogni giorno.”
Considerato il gran numero di notizie a proposito di perquisizioni senza mandato avviate dalla NSA, è quasi un sollievo sapere che qualcuno nelle forze dell’ordine si prende ancora la briga di chiedere autorizzazioni. E non è difficile immaginare scenari in cui le forze dell’ordine avessero ragioni legittime per cui accedere agli Snap—non c’è neanche bisogno di immaginarle, in realtà, e in ogni caso non va dimenticato il rischio di reato per la diffusione di immagini pedopornografiche.
Come indicato già altrove, un modo per tutelare la propria privacy dagli occhi inquisitori è inviare messaggi con un’autonomia di vita limitata. Servizi come “Burn Notice” di Silent Circle, o il simile “Burn Note”, vengono pubblicizzati come capaci di far sparire i vostri messaggi dopo una determinata quantità di tempo. Formalmente app del genere hanno molto in comune Snapchat, ma se fanno veramente ciò che professano la somiglianza si fa meno netta.
Tuttavia, ancora prima di annunciare pubblicamente il passaggio di materiale nelle mani delle forze dell’ordine, Snapchat vi stava già svendendo. Infatti anche se non è possibile vedere le foto mandate ad altri, è facile scoprire i contatti dei vostri amici. Come ha spiegato Nicholas Carlson a Business Insider, basta controllare la propria lista di amici sull’app e selezionare il nome desiderato per poi accedere alla sua lista personale.
E non solo Snapchat è inaspettatamente aperto nel mostrare le persone con cui parlate: con un minimo sforzo è possibile recuperare i video e le foto svanite dall’app. Così, il lato positivo del sistema di privacy dell’app, che consiste nella natura passeggera dei suoi contenuti, non è altro che un frivolo inconveniente nel caso abbiate bisogno di rintracciare immagini già aperte.
A maggio, su Forbes era uscito un articolo che spiegava come Richard Hickman, un esperto informatico che offre servizi investigativi, avesse trovato un modo per rintracciare Snap aperti; la sua società offriva questo servizio per 300 – 500 dollari a dispositivo.
E se siete a corto di soldi, potete sempre fare da voi guardando questo video di YouTube. Non dura neanche sei minuti e l’autore, Nick, ha scoperto come recuperare materiale su Snapchat durante la sua pausa pranzo.
Il fatto è che Snapchat non ha intenzione di fornire un software crittato; lo hanno ammesso a maggio sul loro blog, in un post che descriveva il funzionamento dell’app dicendo che, “Non è impossibile eludere l’app e accedere direttamente ai file.” E questo prima che i file vengano aperti; e anche una volta aperti, Snapchat sa che sono ancora in giro: “…se avete provato a recuperare file persi dopo aver accidentalmente cancellato l’app o guardato un episodio di CSI, allora dovreste sapere che con i giusti strumenti in alcuni casi è possibile accedere ai dati precedentemente cancellati. Quindi… ricordatevelo prima di infilare segreti di stato nelle vostre foto :)”
Quando Snapchat usa il termine “cancellare”, non intende quel “fare piazza pulita” che ci si aspetterebbe. Né si prende il disturbo di crittare i file prima di cancellarli, come farebbe un software per la privacy. In realtà, una volta mandato, lo Snap esiste.
Nell’anno in cui è esploso il caso Snowden, la rivelazione di cui sopra appare ancora più sorprendente per via delle perquisizioni menzionate—con tanto di mandati!—rispetto al fatto stesso che Snapchat stia collaborando con le forze dell’ordine. Snapchat non rinnega il fatto che la NSA possa accedere all’app in qualche modo, ma allo stesso tempo non fa alcun riferimento alla NSA.
Nonostante sia usato dai più per divulgare contenuti estremamente personali, Snapchat non è un software tutelato da privacy. Quando una società vi avvisa del fatto che il suo prodotto non è adatto a “segreti di stato,”—che siano tali o foto compromettenti—è sicuramente meglio darle retta, anche se il consiglio termina con uno smiley.
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