Spruzzi di gioia

Siamo nel 2015. 

Volevo lasciare isolato il dato temporale per creare subito un po’ di suspense, ma nel contempo dare un punto saldo cui potrete appigliarvi, perché in quanto segue non ci saranno altre certezze se non una: Velvet Hands non è solo il nome di un centro manicure californiano, ma è anche l’uomo esperto di massaggi speciali alle donne con cui ho parlato qualche giorno fa a Milano, l’autore di questo libro.

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Prima di parlarvi di lui, però, vorrei tornare al dato cronologico: il 2015 è un momento molto complicato per la sessualità femminile. Teoricamente, come dice anche il mio amico Velvet, la nostra è la generazione del post-liberazione sessuale. E questa è la notizia positiva. Quella negativa è che il mondo virtuale, avrete notato, è pieno di sesso. Sì, anche la rivista per cui sto scrivendo. Sì, anche l’articolo che sto scrivendo. Sì, anche la parola che sto per scrivere. Sesso. Assurdo, il sesso è ovunque, e chiaramente il proliferare di immagini e input di un certo tipo porta molte persone che come me sono particolarmente sensibili, dotate di scarsa autostima e tendenti alla paranoia, a vivere la propria sessualità in maniera poco rilassata.

E se questo vale per le pratiche sessuali “canoniche”, immaginate come si complica la questione quando si entra nell’ambito del mostro finale degli orgasmi femminili: il temibile squirting. Lo squirting è una specie di miraggio ai limiti dell’impossibile per una normale donna, oltre ad essere un attestato simile alla laurea magistrale in ingegneria aerospaziale per chi sia riuscito a provocarlo. Chiaramente Yahoo Answers, la mia fonte di informazione preferita, pullula di esseri umani alla disperata ricerca di risposte/istruzioni sull’argomento, come l’utente Mittica, che lo vuole più di un figlio:



C’è anche chi demistifica a pieno l’argomento:

Ma sembra non ci siano risposte univoche:

Siccome nemmeno i medici riescono a mettersi d’accordo sull’argomento, ho pensato di incontrare il signor Velvet Hands in persona, che essendo un massaggiatore per donne ha sicuramente un bel po’ di esperienza. Devo ammettere che io stessa mi sono presentata all’appuntamento con aspettative di un certo tipo sulle risposte che avrei ottenuto (ci siamo incontrati in un bar, non c’è stato modo di fare pratica), ma ne sono uscita con un’altra consapevolezza.

Il signor Velvet Hands è molto gentile, ha un tono di voce calmo e sensuale, come si confà a un vero latin lover, ma soprattutto ha una concezione del corpo femminile—e della donna in generale—davvero rispettosa. Forse questa dedizione quasi sacrale, che si percepisce, credo, dalla nostra chiacchierata, è il punto di partenza più importante per qualsiasi individuo che voglia diventare un jack lo squirtatore come lui.

VICE: Partiamo da una domanda semplice. Come hai scoperto il mondo dello squirting?
VH: Avevo pubblicato un post sul mio blog che parlava di questo argomento, da lì ho scoperto che in molti si erano interessati, mi facevano un sacco di domande e ho iniziato a intraprendere percorsi più decisi in questa direzione. Chiaramente non esiste un metodo scientifico, un percorso dal punto A al punto B per arrivare a un risultato preciso sempre, ma quando fai pratica riesci a capire che eseguendo alcune manovre, per così dire, una routine, è più facile ottenere ciò che si cerca.

La prima volta ti è capitato per caso che una donna squirtasse o hai fatto pratica?
Per caso… Anche la mia attività non è nata come frutto di una ricerca personale, ma più come un percorso di vita. Fare massaggi erotici non è una cosa a cui si arriva tramite un corso di formazione, ovviamente. È più un bagaglio di esperienze vissute.

Dici che non dipende da fattori fisici, quindi?
Fisicamente, biologicamente, ogni donna è fatta allo stesso modo, più o meno. Solo che, a differenza dell’uomo, la donna è più cerebrale. Di fatto l’orgasmo femminile funziona con diverse variabili, è molto più ricco di quello maschile. Per l’uomo ce ne sono due, tendenzialmente, forse tre, invece la donna può raggiungere l’orgasmo anche solo con la stimolazione dei capezzoli, se è predisposta. Da lì a dire che c’è una ricetta magica ne passa, però. A seconda dell’indole alla quale appartengono, ci sono donne che si bloccano con lo stimolo opposto, alcune sono clitoridee pure, altre invece—le vaginali d.o.c.—cercano solo la penetrazione meccanica, si irritano se insisti a stimolarle in un modo a cui non sono abituate.

Comunque ho notato che, così come c’è un modo per provocare orgasmi multipli a una donna, c’è anche un modo per far squirtare, ma è una montagna russa. È una sorta di educazione al godimento. Di base non devi far altro che identificare quell’istante in cui la curva del piacere sale fino al picco massimo, in cui si sente lo stimolo di fare pipì. L’alchimia la si ottiene lasciandosi andare. Definirlo in questa maniera forse è troppo semplicista, ma è difficilissimo perché varia di caso in caso.

In effetti la prima parte del tuo libro è dedicata unicamente alla preparazione all’atto.
Sì, quella preparazione serve a rompere la routine che ci lega. Quella parte è stata molto criticata dai miei amici perché, alla fine, tre quarti del mio libro sullo squirting parlano di preliminari. È vero, tuttavia la motivazione della prima parte è che quando tu configuri un certo tipo di rituale, liberi la testa da altri pensieri, rompi la routine che ti impedisce di concentrarti a dovere. Per noi maschi testa e sesso vanno sullo stesso binario, mentre per voi donne vanno su due binari diversi, anzi più che due, sono una nuvola di pensieri.

Bisogna pensare solo al corpo, in pratica.
Hic et nunc, qui e ora. È una meditazione di coppia, bisogna essere presenti in quello che si sta facendo. Lo dico sempre: sii presente, metti la testa nel corpo e vedrai che imparerai a godere come Dio comanda.

“Godere come Dio comanda” è una specie di ossimoro, mi piace. Non c’è una tecnica precisa per arrivare allo squirting?
No, non c’è niente di preciso, anzi, la tecnica sta proprio nella sensibilità con cui sei capace di leggere la pelle della tua partner. In teoria, se vuoi farlo, devi razionalizzare il meno possibile.
In genere le donne che arrivano da me con la richiesta precisa, col pensiero fisso di raggiungere lo squirting, preferisco smontarle dall’inizio. Lo stress, l’ansia in genere giocano brutti scherzi. La mia tecnica è annullare le aspettative, e questo si ottiene con la sorpresa. Bisogna rompere ogni blocco mentale. Soprattutto, in questo caso, quello che ci tramandiamo dall’infanzia che ti porta a pensare che fare la pipì nel letto sia sbagliato.

Senti, ma ogni donna può squirtare?
Potenzialmente sì. Quello che non accade per tutte quante è ciò che i francesi chiamano “la donna fontana”, che è quasi un fenomeno da baraccone per quanto sia raro. Conosco solo una donna che riesce a spruzzare liquido così lontano ed è stato conseguenza di un intervento alla vescica. Nelle altre donne, spesso, queste emissioni sono interne, non è necessariamente uno schizzo. Certo, è evidente che bagni un po’ di più del solito, ma non è quella cosa plateale che si vede nei film porno.

Fisicamente come ottieni lo squirting? Stimoli il punto G?
Se vuoi affidarti alla tecnica tradizionale, ti dà sempre un valido spunto. Ma veramente lo stimolo può essere eseguito in qualsiasi modo. Anche col pugno, o con la stimolazione anale, sta a te imparare a identificare il momento, quel punto di non ritorno in cui lei dice “mi lascio andare”…

Be’, ma le teorie diffuse sull’argomento sono quella delle dita a cucchiaio, stimolare l’uretra, schiacciare la pancia.
Non è vincolante, né il punto G, né la stimolazione della vescica. Aiuta, sì. La vera cosa che importa, però, è riuscire a identificare quel momento del non ritorno, quando non capisci più nulla, e lo si può raggiungere quando riesci allineare con gli stimoli testa e corpo, vedere il “sorriso verticale” che si contrae non è una cosa che si possa fingere. Alla fine diventa più una rieducazione di testa, non di sesso.

Cosa ne pensi del mondo del porno o delle performance artistiche che usano lo squirting?
Che siamo diseducati, c’è troppa informazione, spesso sbagliata, che vende il mito di un sesso che non è umano, che è da macchina, automatico, fatto da copioni, da stereotipi. Le relazioni spesso falliscono per questo, perché ci si aspetta che il copione della tua vita segua il copione di un film. La gente tende a idealizzare queste cose.

Sì, per quel discorso della proiezione che facevi prima, è chiaro che il cervello va avanti rispetto al corpo se si hanno aspettative.
Per questo ho riscontrato che sia più facile per una donna lasciarsi andare con uno sconosciuto. È raro che coppie che stanno insieme da molto tempo possano riuscirci di colpo, a meno che non eseguano un lungo percorso di meditazione di coppia.

Secondo te in Italia si è più inibiti, forse per via della chiesa?
Dal punto di vista dal pudore forse si. La radice religiosa tramandata da madre a figlia è tutt’ora vigente, ma grazie alla rete questo potere si è diluito tanto. Nei maschi impera più il narcisismo del maschione mediterraneo, infatti il libro è comprato dal 70% da uomini. Le donne che lo comprano, invece, lo fanno per una scelta di consapevolezza del proprio corpo.

Quindi qual è il segreto?
Il segreto è mettere a proprio agio la propria donna, riuscire a spianare la strada per te e per lei, diventare così sensibile, così bravo a leggere i suoi gesti, i suoi segnali, che quasi riesci a leggere l’energia del suo pensiero.

Quando inizio una sessione di massaggio, la mia testa deve essere una lavagna bianca, ogni singola considerazione che io possa avere viene percepita immediatamente da lei. Non puoi fare sentire a suo agio a nessuno se in testa hai pregiudizi che ti ronzano. E quando lei si sente bene con te, il muro delle proprie paure, delle insicurezze, cade, lasciando il suo ego spoglio, quando questo accade è una cosa meravigliosa.

Come mai hai scritto il libro?
Per marketing.

È l’unico motivo?
No, anche per raccontare la mia versione dei fatti in maniera intenzionalmente responsabile. C’è tanta disinformazione sugli orgasmi femminili, così come ce n’è per la questione delle disfunzioni erettili per gli uomini. Se trovi le informazioni sbagliate e ti convinci che sei impotente o che non puoi raggiungere un orgasmo, è un graffio nell’ego, una spirale da cui non esci. C’è un lungo percorso da seguire per superare questi ostacoli, ed è meglio che questo percorso sia guidato da una mano esperta, responsabile. Non si può parlare di queste cose in maniera semplificata, è come parlare di ipnotismo, non è una tecnica preconfezionata garantita per tutti quanti, purtroppo, non ci sono istruzioni per l’uso, i miei sono spunti per arricchire la vita di coppia.

Sì, infatti mi ha colpito del tuo libro il fatto che affrontassi l’argomento in maniera così rilassata, demistificante, distruggi un immaginario distorto che c’è intorno a questo punto.
Per quanto riguarda l’opinione che ho avuto dai pochi editori che mi hanno risposto, mi hanno detto che ho affrontato un argomento delicato in una maniera seria. Il titolo del libro non aiuta a capire come è affrontato, ma è un nome provocatorio, serve, appunto, per il marketing. Il titolo ti colpisce, diciamo, “spruzza l’occhio”.

Hahaha, hai ragione. Bene, io mi ritengo soddisfatta.
Questo è un gran complimento.


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