Cultura

Come vendere su Vinted secondo un’esperta di second hand

come funziona vinted

Non ricordo la prima volta che mi sono imbattuta in uno degli spot di Vinted “Non lo metti? Mettilo in vendita”, ma ricordo benissimo cosa ho pensato alla centesima inserzione YouTube con quello slogan: “Vi prego, ridateci ‘Sono veramente euforico’.” Oggi, devo ammetterlo, il mio rapporto con l’app è molto meno conflittuale.

Ma facciamo un passo indietro: è il 2008 quando Vinted viene creato in Lituania; da semplice sito nato per svuotare l’armadio di Milda Mitkute, fondatrice insieme all’amico Justas Janauskas, negli ultimi anni è diventato una popolarissima app che consente la compravendita di capi usati fra privati, disponibile in 12 mercati e con 34 milioni di utenti%20and%20the%20USA.).

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Con questi numeri, Vinted è ormai considerata la più grande piattaforma C2C europea—in un settore come quello del seconda mano che, stando all’indagine di un’altra piattaforma di retail, ThredUP, è destinato a valere 64 miliardi di dollari nel 2024.

Come funziona Vinted

Quando a cavallo tra 2020 e 2021 Vinted è diventato disponibile in Italia utilizzavo Depop già da tempo e mi trovavo bene, ma ho deciso ugualmente di testarlo e scoprire come funzionasse, per tenere aggiornata la mia community. Sono infatti circa due anni che compro solo abbigliamento usato. Da quando è nato il mio sito Maertens Milano, la mia quotidianità è fare ricerca nei negozi vintage e second hand per dare a tutti la possibilità di trovare ciò di cui hanno bisogno. Complice la pandemia, ho iniziato a conoscere meglio anche il mondo dell’usato online.

In apparenza, la struttura di Vinted è molto simile a quella di altre applicazioni di settore, per cui ogni venditore ha un profilo con il proprio “armadio virtuale” e una home con i capi disponibili alla vendita. Ma come ho scoperto in fretta, sotto c’è molto di più.

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Due schermate interne dell’app Vinted: la funzione ricerca e quella per caricare i propri capi.

Dopo aver analizzato il feed e fatto qualche ricerca specifica mi sono resa conto che l’applicazione era ottima per svuotare l’armadio. I capi su Vinted non erano i soliti con cui entravo in contatto: l’applicazione era il regno del decluttering, con una quantità di capi fast fashion esagerata. La questione “comprare fast fashion di seconda mano è sostenibile oppure no” è molto dibattuta: io sono del partito che finché i capi non diventano rifiuti, sì, è sostenibile. Così, tra la masnada di abiti che avevo da rivendere ho tirato fuori quelli più in target con l’app (Zara, Subdued, H&M, ovvero quelli fast fashion) e qualcosa di vintage, seppure non troppo prezioso—capirete il perché più avanti, nelle considerazioni finali.

Iniziare a vendere su Vinted è molto intuitivo: bisogna fotografare i capi, caricarli sul proprio profilo e, se la vendita va a buon fine, spedirli. Il primo passaggio è molto importante, perché nella miriade di capi presenti sull’app, uno scatto ben fatto è il primo passo per catturare l’attenzione. Le foto, come suggeriscono le stesse linee guida, devono avere una buona illuminazione naturale e uno sfondo neutro, e i capi devono essere preferibilmente indossati.

Siccome sono pigra e non ho mai tempo di organizzare una “giornata shooting”, ho trovato una soluzione veloce per fare foto che rispecchino comunque tutte le credenziali: mi fotografo allo specchio, ritaglio la mia sagoma con Photoshop Mix e poi la carico su Canva, dove applico uno sfondo neutro in grado di valorizzare il capo.

Entrambe queste applicazioni sono gratuite e facili da utilizzare.

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Alcune fotografia dell’autrice che indossa abiti per rivenderli su Vinted.

Ulteriore consiglio: è importante fare sempre foto dei dettagli del capo, perché anche queste aiutano la vendita e riducono il numero di interazioni necessarie con potenziali acquirenti. La parte più noiosa è senza dubbio il momento del caricamento dei capi sul proprio profilo: bisogna dare informazioni dettagliate e inserire dati obbligatori (brand, taglia, stato). Fortunatamente, l’app ha un “sistema intelligente” capace di leggere immagine, titolo e descrizione consigliando direttamente cosa inserire.

Tra queste informazioni ce ne sono due su cui è meglio soffermarsi: prezzo e spedizione. Come dicevo, Vinted è uno svuota armadio, di conseguenza la community è abituata a prezzi bassi. Tenete conto che i vostri capi hanno perso valore, soprattutto se si tratta di fast fashion: in quel caso io tendenzialmente rivendo a un terzo del prezzo originale e non supero mai i 15 euro. Questo perché, anche se l’indumento è nuovo o quasi, è un capo su cui non vale la pena investire. Sappiamo tutti quanto sia bassa la qualità del fast fashion; se il prezzo su Vinted non è concorrenziale, l’acquirente lo acquisterà nuovo. Voglio però segnalare anche che l’applicazione consiglia già in fase di caricamento prezzi di articoli simili presenti sull’app. Ecco, non datele ascolto: Vinted gioca al ribasso, ma i prezzi mostrati non sono quasi mai indicativi della categoria.

Chi inizia a vendere su Vinted noterà come me che l’enorme community francese è molto spesso alla ricerca di sconti; a me sono arrivate richieste assurde, come vendere un vestito di lino a 3 euro. L’applicazione prevede infatti l’opzione “fai un’offerta”, dando la possibilità all’acquirente di richiedere un prezzo più basso; in questa fase, chi vende può accettare o fare una controfferta. A volte, aggiungere qualche euro in più del valore attribuito al capo è un’opzione; nel caso l’acquirente farà la sua richiesta, sperando magari di risparmiare sulle spese di spedizione.

Per quanto riguarda quest’ultima: con la vendita online dell’usato solitamente è la fase più noiosa; l’idea di fare una lunga fila in posta è snervante, specie di questi tempi. Ma su Vinted, nel momento in cui caricate il vostro articolo, vi verrà chiesto se intendete spedirlo con il sistema personalizzato, da utilizzare nel caso in cui abbiate già un corriere di fiducia, o con quello integrato con UPS.

In questo caso avete tre opzioni di spedizione a seconda della grandezza del pacco e dei parametri stabiliti dall’app: a ogni tipo di pacco corrisponde una spesa di spedizione, pagata direttamente dall’acquirente. A vendita confermata voi dovrete solamente stampare un’etichetta, fornita da Vinted, metterla sul pacco pronto e portarlo al centro UPS più vicino, anch’esso segnalato all’interno dell’app.

Riceverete i soldi non appena l’acquirente confermerà a Vinted che il contenuto del pacco è a posto; se si dovesse dimenticare non è un problema, perché 48 ore ore dopo l’avvenuta consegna i soldi vi vengono direttamente accreditati.

Le altre piattaforme per vendere vestiti usati online

Vinted, come dicevamo, è solo una fra le tante piattaforme disponibili per comprare e vendere usato. Chi ha dimestichezza con gli acquisti online conosce probabilmente Depop. La prima differenza tra le due è che Vinted è leader nella compravendita fra privati e non richiede commissioni al venditore (anche se adesso sono stati rilasciati anche account Vinted Pro), mentre Depop trattiene un 10 percento su ogni transazione fatta, a cui bisogna aggiungere la commissione di PayPal. Questo significa che su Depop ci sono sia persone che svuotano il proprio armadio che reseller esperti, ma anche prezzi più alti. Anche per questo, se volete cercare capi di un certo spessore vi consiglio Depop.

Questo non vuol dire che su Vinted non ci siano vestiti o accessori di livello; mi è capitato di trovare super offerte, come un paio di Superga nuove con tanto di cartellino e scatola a soli 20 euro, ma la ricerca richiede molta più selezione iniziale.

La differenza più grande fra Vinted e Depop sta però nell’algoritmo: Vinted riesce a dare visibilità anche a chi ha pochi follower, Depop no. Difatti Depop è molto utilizzato dalle influencer che hanno una community alle spalle e che riescono a raggiungere sulla piattaforma un buon seguito in breve tempo. Se il vostro obiettivo è quello di liberare l’armadio dalle cose superflue e avete fast fashion, vi consiglio Vinted.

Un’altra alternativa (con cui ho collaborato per una serie di stories) è greenchic, una piattaforma che si basa su un concetto di circolarità e vi consente di inviare gratuitamente i vostri capi ottenendo una moneta virtuale, le “stelline”, utilizzabile sul sito. Un’altra piattaforma interessante per liberare il proprio armadio senza troppa fatica è la neonata Zalando second hand, che con l’invio dei vostri capi vi lascia scegliere tra un buono acquisto o una donazione a un’associazione no-profit.

Attenzione ai capi di lusso su Vinted

Qualche informazione extra su Vinted: quando decidete di mettere in pausa l’attività di vendita potete selezionare la “modalità vacanza”, che nasconderà i vostri articoli fino a contrordine.

L’applicazione presenta anche un forum di confronto tra utenti. Le risposte sono quasi immediate e si trovano un sacco di informazioni utili, oltre che possibili clienti. Molte persone infatti scrivono ciò di cui hanno bisogno e i venditori possono consigliare i propri prodotti. Una volta mi è anche successo di non riuscire a creare una spedizione unica per una ragazza che voleva acquistare due capi, ho chiesto sul forum consigli e la risposta è arrivata in un quarto d’ora.

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Altre due schermate interne dell’app Vinted: il forum e la sezione che permette di offrire sconti a chi acquista più capi.

Attenzione invece se volete vendere merce di lusso, come borse firmate: il rischio è quello di essere truffati e di perdere articolo e soldi, come è successo a qualcuno che ha raccontato la propria esperienza online. Quando ho iniziato a parlare di Vinted sul mio profilo Instagram, per esempio, mi sono state inoltrate le stories di una ragazza che raccontava come l’acquirente a cui aveva venduto i suoi capi avesse dichiarato che la merce acquistata era falsa, ma non avesse poi restituito nulla. La ragazza aveva provato a mettersi in contatto con l’assistenza Vinted, ma in quel caso le risposte ricevute erano automatizzate da un server e non le avevano fornito alcun aiuto.

Se siete interessati a vendere articoli di questo tipo, il mio consiglio è Vestiaire Collective, che trattiene sì una commissione del 30 percento, ma per la merce di lusso è sicuramente la piattaforma più sicura di tutte. Se poi volete usare Vinted per capi più preziosi, date un occhio alle recensioni degli utenti: quelle, su ogni app di compravendita dell’usato, sono sempre la salvezza.

Cecilia è l’ideatrice del progetto Maertens Milano. A settembre uscirà il suo libro A qualcuno piace il vintage, una guida al vintage di Milano (vestiti, bar, vinili, librerie) e all’online. Segui Cecilia su Instagram.