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Abbiamo parlato con l'autore del fumetto che ha fatto incazzare CasaPound

Daniele Fabbri, uno degli autori del fumetto satirico su Mussolini "Qvando c'era LVI", ci ha parlato di quanto successo ieri al Romics, di CasaPound e della reazione alla "aggressione" allo stand Shockdom.

Il fumetto in questione. Immagine

via Facebook/Antonucci&Fabbri

Qualche giorno fa, diverse persone mi hanno segnalato l'uscita di un fumetto su Mussolini—"roba tua" mi hanno detto, anche se non sono fascista e l'ultimo fumetto che ho letto è stato Paperdinastia quando gli anni Duemila avevano ancora due zeri.

Alla fine il fumetto in questione era molto diverso da ciò che avevo immaginato, innanzitutto—come evidente dal titolo, Qvando c'era LVI—perché si tratta di una satira in cui alcuni nostalgici del fascismo riportano in vita Mussolini per affidargli di nuovo le sorti dell'Italia. Uscirà il prossimo 15 aprile e proprio ieri è stato presentato in anteprima al Romics, il festival del fumetto di Roma.

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"Vogliamo tornare a un tipo di fumetto che in Italia ha avuto una grande tradizione, partita da Frigidaire, passando per Cannibale, Il Male e tutta la controcultura degli anni Settanta, che si scagliava ferocemente sui tabù sociali, colpendo i nervi scoperti della società contemporanea," ha detto Daniele Fabbri, uno degli autori, descrivendo il fumetto.

In effetti, questi nervi devono essere davvero scoperti visto quello che è successo ieri nel tardo pomeriggio al Romics, quando alcune persone si sono presentate allo stand di Shockdom, la casa editrice che ha pubblicato il fumetto, creato un po' di scompiglio lanciando alcune copie e arrecato danni—stando a quanto riportato dai diretti interessati—per circa 500-1000 euro.

Un'ora fa tre persone sono andate al nostro stand e hanno fatto circa 500 euro di danni. Noi eravamo andati via da un po'. — Daniele Fabbri (@0DanieleFabbri)10 aprile 2016

La vicenda è stata immediatamente raccontata su Twitter dallo stesso Daniele Fabbri. Secondo alcune testimonianze le tre persone—uno dei quali sarà poi identificato come Davide Di Stefano, fratello del leader di CasaPound—si sono avvicinate allo stand e dopo aver versato una Coca-Cola sui volumi disposti sul tavolo hanno chiesto le copie del fumetto, che erano già andate esaurite.

Quando l'ho sentito per telefono, Daniele Fabbri mi ha confermato questa dinamica (riportata anche nel comunicato stampa di Shockdom), pur ammettendo che al momento dell'accaduto non era presente. "Tre persone si sono avvicinate allo stand," mi ha detto. "Una di loro aveva un bicchiere di Coca-Cola in mano, ha fatto finta di inciampare e l'ha versata sui fumetti, rovinandone parecchi. Poi, quando una persona dello stand si è avvicinata per salvare il salvabile, ha cominciato a scaraventarli a terra. Intanto un'altra persona riprendeva tutta la scena. Tutto questo sarà successo nel giro di 20 secondi: quando gli è stato intimato di andarsene o sarebbe stata chiamata la sicurezza si sono dileguati."

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Fin da subito ha iniziato a circolare la voce secondo cui dietro la vicenda ci sarebbe stata CasaPound—non solo per il tema affrontato dal fumetto, ma anche perché già lo scorso sabato, il giorno prima dei fatti, il leader di CasaPound Simone Di Stefano si era rivolto via Twitter a Daniele Fabbri, affermando che "ci risarcirà per questa diffamazione."

— Simone Di Stefano (@distefanoTW)9 aprile 2016

Quando l'ho sentito al telefono questa mattina, Daniele ha preferito non fare nomi né collegare le due cose: "Non c'è una correlazione diretta tra gli aggressori e CasaPound," mi ha detto. "Infatti noi non l'abbiamo sostenuto, perché non abbiamo l'evidenza che queste due cose siano collegate in qualche modo, le minacce di querela che ho ricevuto su Twitter e questo fatto."

Ho provato a contattare la segreteria di CasaPound per un commento al riguardo, ma per ora non ho ricevuto risposta. Nel frattempo, a confermare questa versione dei fatti è stato però lo stesso Davide Di Stefano—fratello di Simone e assistente parlamentare di Borghezio—che poco fa ha pubblicato su Facebook il video della vicenda, definendo il tutto "una burla," criticando il vittimismo degli autori del fumetto e affermando che "non vedranno un euro" di risarcimento.

Come si vede dal video, prima di avvicinarsi allo stand Di Stefano afferma "siamo qui al Romics, dove in uno stand si vendeva fino a poco tempo fa, ora è terminato, un bellissimo fumetto che si chiama Qvando c'era LVI, una fantastica ironia antifascista contro CasaPound e contro Mussolini con in copertina Mussolini a testa in giù."

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Nel post su Facebook che accompagna il video, Di Stefano afferma che denunciando la vicenda e presentandola come una aggressione, gli autori del fumetto starebbero solo cercando di farsi pubblicità. "Parlano di migliaia euro di danni, di tavoli rovesciati, di intimidazioni," ha scritto. "Si stanno trasformando in martiri dell'antifascismo per vendere qualche decina di copia in più del loro squallido fumetto."

Al di là dei fatti di ieri, non è la prima volta che il fumetto di Antonucci, Fabbri e Perrotta fa discutere. Qualche giorno fa, ad esempio, Libero gli aveva dedicato un articolo a tutta pagina con un titolo piuttosto eloquente.

via Twitter/Fumo di China

Anche se per come si è conclusa l'"aggressione" di ieri a base di Coca-Cola può sembrare abbastanza ridicola, del resto, questa ha fatto comunque molto discutere nel mondo dei fumetti italiani e in molti hanno preso posizione schierandosi al fianco degli autori e dell'editore.

Il fumettista Alessio Spataro, ad esempio, ha raccontato la vicenda in un post su Facebook in cui ha espresso "totale solidarietà" agli autori e all'editore del fumetto. Mentre Tito Faraci, uno dei principali fumettisti italiani, ha fatto notare su Twitter come ancora questa mattina nessuno tra i principali siti di settore avesse dedicato un articolo alla vicenda.

08:20.
Ho fatto un giro sui principali siti fumettistici italiani. Nessuno ancora racconta ciò che è successo alla — Tito Faraci (@titofaraci)11 aprile 2016

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Quando ci ho parlato, Fabbri mi ha detto che sta ricevendo messaggi di solidarietà da ieri sera. Secondo lui, il tema dell'estremismo di destra viene sempre sottovalutato, per cui "quando succedono queste cose è bello vedere che ci sia molta gente che ha le idee chiare e prende posizione."

In ogni caso la vicenda di ieri testimonia l'interesse di CasaPound per il fumetto: lo stesso Di Stefano, per motivare la sua minaccia di querela nei confronti degli autori, ha citato—a sproposito—una vignetta. Ma non solo: testimonia anche che il fumetto ha centrato il suo obiettivo, che secondo Fabbri è far vedere che "in Italia il problema del fascismo esiste."

"Il fatto che abbiamo fatto un fumetto satirico sull'estrema destra e abbiamo avuto queste reazioni così in fretta è un segnale," mi ha detto ancora Fabbri. "Sono anni che facciamo fumetti di satira religiosa, ad esempio, e non abbiamo mai avuto problemi del genere. Invece in questo caso facciamo un fumetto antifascista e subito dopo succedono queste cose: è palese che sia dipeso dall'argomento."

"Sai, il fumetto è una chiara opera di satira sul fascismo, sul Duce e la copertina è molto esplicita e ritrae il Duce a testa in giù che fa il saluto romano. È chiaro che CasaPound, come qualsiasi partito di estrema destra, potrebbe risentirsi. Ci mancherebbe altro, si fa satira sui loro valori. Ma non dovrebbero venire a manifestarlo con quei modi," ha poi concluso.

L'editore del fumetto, Lucio Staiano, ha commentato la vicenda scrivendo che "il manganello del nuovo millennio è la Coca-Cola." Questa mattina, infine, gli autori hanno pubblicato un resoconto della vicenda sulla loro pagina ufficiale. "Non siamo stupiti di aver ricevuto delle intimidazioni," hanno scritto. "Siamo invece sollevati per le modalità dell'aggressione: se nel 2016 si minaccia con le bibite gassate, vuol dire che faremo antifascismo plastificando i fumetti."

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