Música

Avantguardia è l’oasi felice di Shablo

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Vi ricordate il 2016? Sono passati quattro anni ma sembra ieri che eravamo tutti a cantare che lo facevamo XDVR. La trap entrava nel cervello e nelle orecchie della gente grazie al lavoro di una serie di artisti, beatmaker, producer e manager a cui dobbiamo—direttamente o meno—buona parte della musica che ascoltiamo oggi. E tra quelli c’è Shablo, prima con Roccia Music e poi con Thaurus e BHMG.

Forse però non tutti voi sapete che Shablo ha anche un progetto particolare, nato proprio in quel periodo e fondato insieme al regista Pepsy Romanoff e al designer OK Rocco. Si chiama Avantguardia ed è un collettivo di talenti italiani che con Shablo lavorano ogni giorno per scolpire un underground parallelo a metà tra hip-hop ed elettronica, innamorato dei suoni downtempo quanto degli hi-hat della trap. Ma, soprattutto, “è una valvola di sfogo dalla quotidianità”, dice.

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Chi lavora con la musica, infatti, prima o poi si scontra con la realtà economica e professionale della propria passione—e quindi, nel caso di Shablo, di prendersi una pausa dal suo ruolo di hitmaker e manager e dedicarsi a un progetto che, spiega, “rappresenta il trionfo della fantasia sulla materia e sul concreto.” Si tratta della nuova compilation firmata Avantguardia, Virtus, un lavoro costruito attorno a un’idea di musica elettronica pacifica, cerebrale, in HD.

“Viviamo in un mondo in cui gli streaming e i numeri la fanno da padrone sull’arte: Avantguardia fa un passo indietro e mette l’idea prima dei risultati raggiunti. Noi costruiamo visioni”, spiega Shablo. “Cerchiamo persone in cui crediamo e gli diamo libertà massima di esprimersi, senza alcun tipo di aspettativa di risultato concreto discografico. Pubblichiamo quando ci pare, quando siamo pronti, quando abbiamo i pezzi. Non abbiamo strategie di marketing, sono idee pure.”

Un esempio sta là in alto alla pagina: il video di “Illustration” di Polezsky e Hoovr, un pezzo che sembra essere uscito dai sogni più morbidi di Cashmere Cat, accompagnato da un visual in cui il viola di una galassia spezza il nero e il grigio di un mondo virtuale. Non si capisce bene cosa significhi—ma non è un problema, perché il punto è come ti fa stare quando lo senti. Cioè rilassato, in pace con il mondo.

“Avantguardia fa un passo indietro e mette l’idea prima dei risultati raggiunti.”

“Anche se sembra un controsenso, anche chi fa un lavoro creativo come me spesso si trova a scontrarsi con il ruolo dell’arte”, spiega Shablo, “si tratta di comunicare tante cose, è tutto basato sull’ego del protagonista. Ecco, con Avantguardia mettiamo l’arte, anche come espressione grafica e visiva, in primo piano.”

Nei pezzi di Virtus, infatti, non si sente il peso di alcuna aspettativa—è un lavoro di elettronica cullante e mutaforme che rivela in un momento un eco dei Kraftwerk e in un altro un mezzo jazz robotico, ma sempre pucciata in quel liquido dolce che scorre per le vene di producer come Shlohmo, Shigeto, Baths, Nosaj Thing.

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