Identità

Che cos’è il non-consenso consensuale, il kink avvolto da paure e idee sbagliate

Per definizione, il non-consenso consensuale (o CNC in breve) sottolinea l'importanza del consenso. Ecco come funziona.
non-consenso consensuale bdsm
Foto: SimonSkafar / Ge 

“Voglio essere maltrattata e immobilizzata, ma non strozzata fino a sfiorare la morte. Voglio essere tenuta in una certa posizione con la forza, ma non picchiata fino a sanguinare. Voglio essere violata… in modo consensuale,” spiega Mae, utente di Reddit di 23 anni, sul subreddit r/CNC_Connect.

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Mae, che parla sotto anonimato per proteggere la sua vera identità, fa parte di una comunità di oltre 50.000 persone in cerca di partner con cui praticare il non-consenso consensuale (o CNC, dall’inglese consensual non-consent). Il kink CNC, anche chiamato rape play, è esattamente ciò che sembra: due o più persone acconsentono a un incontro sessuale che simula uno stupro.

Comprensibilmente, il CNC suscita reazioni viscerali nelle persone che non traggono piacere da questo genere di kink o semplicemente non sono informate a riguardo, nonostante chi lo praticano dica che è colpa di disinformazione e pregiudizi. Eseguire una scena CNC richiede moltissima pianificazione ed è possibile, in un certo senso, pensare alle persone partecipanti come ad attori che interpretano un ruolo ed esplorano un desiderio che non è accettabile fuori dal reame della fantasia.

Chi pratica il CNC lo fa per diverse ragioni e sa che il punto non è semplicemente la violenza fisica—benché questa giochi un ruolo importante nel piacere. Il punto è abbandonare il controllo per la parte sottomessa ed esercitarlo per la parte dominante; per entrambe, infine, c’è l’aspetto di esplorazione di qualcosa in cui non vorrebbero essere coinvolte se non potessero esprimersi a riguardo.

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Mae vuole praticare CNC senza l’aspetto brutale, ma non è così per chiunque. Alcune persone che lo praticano, come Mark, 37 anni, vogliono sentirsi come uno “stupratore violento, crudele e pericoloso, mentre l’altra persona vuole sentirsi indifesa, spaventata, in pericolo e violata.” (Come tutte le persone con cui ha parlato VICE, anche Mark vuole restare anonimo per proteggere la sua privacy).

Durante la nostra conversazione, Mark ha sottolineato quanto sia fondamentale che entrambe le parti coinvolte cooperino sulle proprie aspettative e si accordino sul non praticare attività sessuali non-consensuali che non siano state negoziate preliminarmente. Confini chiari, dice, sono imposti tramite safe word verbali e non (come alzare un dito o dare un colpetto con una mano per indicare il bisogno di rallentare o due colpetti per chiedere di fermarsi), benché ritenga che concentrarsi solo su questo edulcori l’esperienza. “Il punto del CNC è la possibilità di provare quei sentimenti reali in un modo che è cosciente, intenzionale e consapevole dei rischi. È sport estremo sessuale,” mi spiega via DM su Twitter.

Molte persone a cui piace il CNC (o lo sospettano) si vergognano di desiderare di perpetrare o subire una violenza, nonostante sia in un contesto di finzione. Mark ha faticato a parlarne con sua moglie, con cui è sposato da 10 anni. “Avevo molta paura di ammettere che queste tematiche mi eccitano,” racconta. “Cosa avrebbe pensato di me? Come avrebbe potuto credere che sono un uomo sano, affidabile, compassionevole, femminista ma che si eccita all’idea di ‘violare’ il suo consenso?” È riuscito a parlarle quando lei ha ammesso di essere interessata all’idea per prima.

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La vergogna che circonda il CNC si estende per tutto lo spettro di genere. Come può una donna, per esempio, voler esperire qualcosa di così violento? “Se il patriarcato è violenza e oppressione delle donne, e tu vieni vista [dalla società] come una persona che desidera cose del genere, devi avere un problema per forza,” spiega João Florêncio, professore di storia dell’arte moderna e contemporanea e di cultura visuale all’Università di Exeter. “È come se stessi tradendo il femminismo, o avessi una sorta di Sindrome di Stoccolma che ti fa desiderare di essere oppressa.” Ma la storia del sesso violento consensuale (e il dibattito sull’argomento) è vecchia quanto il sesso stesso, spiega.

“Grossa parte del sesso è da sempre violenta, ma l’idea che questo aspetto sia concordato dalle parti e includa un certo grado di violenza o di gioco violento e di dinamiche di potere… la letteratura a tale proposito va parecchio indietro nel tempo,” dice Florêncio. Esempi di opere realizzate da donne includono Il delta di Venere di Anaïs Nin (pubblicato prima negli anni Quaranta e poi, postumo, negli anni Settanta), che è una collezione di 15 racconti molto espliciti che parlano di sesso violento e stupro, e Le Corps Lesbien di Monique Wittig (1973).

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Le donne hanno preso parte al discorso e alla produzione letteraria di questo tipo soprattutto dopo la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, quando la società è diventata un pelo più permissiva. L’autrice americana femminista e sex-positive Carol Queen, che parla e scrive di educazione sessuale progressista dalla fine degli anni Novanta, sostiene che essere sex-positive significa accettare e celebrare la diversità sessuale e le scelte basate sul consenso.

Altre correnti femministe hanno interpretato il sesso come una forma intrinseca di controllo patriarcale. Andrea Dworkin—femminista radicale americana il cui lavoro si sviluppa tra gli anni Settanta e gli anni Novanta e che è descritta dai più come anti-sesso e anti-pornografia—riteneva che il sesso eterosessuale fosse sinonimo di abuso. Nel suo libro Intercourse, scrive che “la violazione è sinonimo di rapporto sessuale.” Persino oggi, nel suo libro The Case Against the Sexual Revolution, la scrittrice Louise Perry sostiene che gli uomini (etero e cis) siano gli unici a beneficiare di sesso e pornografia, mentre le donne sono forzate ad assecondare i loro desideri. Se seguissimo questa linea di pensiero, il CNC sarebbe per forza incompatibile con la liberazione sessuale.

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Questa visione, dice Florêncio, non tiene conto del diritto di scelta di ogni persona. “Sostenere che una donna non possa prendere parte a determinate pratiche sessuali per suo desiderio, implica che stai negando ad almeno una categoria di donne l’abilità di pensare e prendere decisioni che rivendichi per te,” spiega. “Il ruolo di una donna nel sesso non dovrebbe essere solo dire di sì o dire di no, ma anche dire ‘voglio questo’ e non solo reagire a qualcosa che altre persone vogliono.”

Il diritto di decisione è centrale nel CNC. Molte persone danno per scontato che il kink sia pericoloso o predatorio e che la donna o la parte sottomessa sia indifesa, ma devono “capire che la parte sottomessa ha in realtà più controllo di quella dominante,” spiega Jade, 21 anni, che ama assumere il ruolo della parte sottomessa—o sub—nel CNC. La parte sub “decide esattamente cosa le succede, esattamente cosa non si può fare, e quando ci si ferma,” aggiunge.

La psicologa e terapeuta sessuale Kate Balestrieri concorda. Per quanto sembri paradossale, il CNC permette alle persone di “lasciarsi andare in un modo che sentono sicuro per loro,” spiega. Questo vale anche per le persone sopravvissute a un aggressione sessuale: “Quando si calano in questo ruolo, che sia nella parte dominante o in quella sottomessa, hanno il controllo di una situazione dove, in passato, non ne hanno avuto. Dà loro la possibilità di esplorare il contesto diversamente e, in un certo senso, essere vittoriose.”

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Praticare in modo sicuro il CNC è estremamente importante. Senza un chiaro processo di comunicazione e negoziazione tra le parti su cosa vogliono fare, cosa vale come “no” categorico e quali sono le safe word, il CNC può apparire come la ripetizione ciclica di un abuso. Ma una volta che tutte queste cose sono stabilite, una scena CNC può essere “incredibilmente divertente e salutare,” dice Balestrieri. Anche l’aftercare—cioè la pratica di dialogo e cura dell’altra persona successivamente a una scena—è un elemento importante, ma resta una preferenza personale. Jade, per esempio, trova che l’aftercare tolga autenticità all’esperienza.

Introdurre l’idea del CNC alla persona con cui si ha una relazione può fare paura, ma Balestrieri raccomanda di scrivere una lista di “sì, no, forse” e parlare di cosa si è disposti a provare e cosa no. Il porno non dovrebbe essere la fonte di ricerca principale, però, perché “non sempre gestisce il processo in modo etico e sicuro per tutte le persone coinvolte.” Raccomanda anche di iniziare lentamente anziché lanciarsi subito troppo in fondo—esplorare prima pratiche di impact play come lo spanking, ti permette di esperire determinate sensazioni prima di pianificare un’intera scena.

Soprattutto, è importante capire che il CNC non ha altra origine se non il desiderio di provare un piacere più intenso e cedere o assumere il controllo. Il dolore e la paura suscitano risposte di eccitazione nel nostro corpo e sistema nervoso simili a quelle del sesso, e il CNC può amplificare queste sensazioni. Non racconta niente di più sul carattere di una persona. “Alcune persone hanno fantasie di un certo tipo, ma non significa che vogliano subire davvero un’aggressione sessuale o commetterla,” dice Balestrieri. “Lo scopo delle fantasie e del sex play è dare spazio a creatività, spontaneità e divertimento. Ogni persona è libera di definire questi termini in modo diverso, purché il consenso sia sempre messo al primo posto.”