Cosa non dovresti mai chiedere a un tatuatore, spiegato da tatuatori

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Secondo una delle ultimi indagini ufficiali in materia, circa il 20 percento della popolazione europea ha tatuaggi: parliamo di 60 milioni di persone, di cui sette—riporta l’Istituto Superiore di Sanità—italiane. I dati sono in continuo aumento e, se stai pensando anche tu di avvicinarti a questo mondo, quest’articolo ti farà da guida. I dubbi che possono sorgere sono tanti, dal come scegliere l’artista a quali siano gli errori più comuni, dai costi effettivi alle procedure da seguire pre e post tatuaggio. 

Come persona mediamente tatuata, per rispondere mi sono fatta aiutare da Lucrezia Urtis, proprietaria del Baldufura di Alghero e artista itinerante, e Rodrigo Garcia Delgadillo, resident da KULT a Milano.

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Come scegliere tatuaggio e tattoo artist 

Il primo passo, nonché il più divertente, è capire cosa vuoi tatuarti. Può essere un qualcosa di estremamente importante per te, un ricordo, una decorazione: sfatiamo subito il mito secondo il quale ogni tatuaggio debba per forza essere profondamente significativo. Io e le mie cuspidi messe lì per pura estetica stiamo benissimo.

Scelto il soggetto, dovrai individuare lo stile che preferisci. Esistono decine e decine di stili di tatuaggi che si differenziano per gamma di soggetti, tipo di tratto, tecnica, ognuno con storia e tradizioni diverse. È un mondo talmente grande che spiegare qui in cosa consistano tradizionale, tribale, realistico, fine line, trash polka o tradizionale giapponese non renderebbe giustizia alla forma d’arte che rappresentano. “Io non ho uno stile ben definito, c’è chi direbbe neotraditional,” spiega Lucrezia parlando di come scegliere l’artista adatto tra le infinite possibilità. “Fortunatamente ricevo sempre richieste affini al mio stile, se qualcuno mi chiedesse un maori o un giappo lo manderei da colleghi più preparati di me.”

tatuaggi Lucrezia Urtis
Alcuni tatuaggi di Lucrezia Urtis.

Nonostante la vastità di stili esistenti, molti artisti preferiscono non incasellarsi in generi precisi. Questo vale anche per Rodrigo, che si definisce amante del traditional ma con delle differenze: “la resa grafica che hanno i miei lavori è traditional, ma non lavoro con soggetti classici del tatuaggio. Più spazio, meglio è.” In questi casi non c’è una vera regola per scegliere l’artista più opportuno, bisogna solo avvicinarsi il più possibile a chi potrebbe rispondere alla nostra esigenza e prepararsi al dialogo. 

I social sono il canale più immediato attraverso cui navigare nell’oceano del tatuaggio—una volta si andava negli studi a sfogliare libroni plastificati pieni di sketch e foto di polpacci altrui—, ma, come mi racconta Lucrezia, sono un’arma a doppio taglio. “La cosa bella è che ti consentono di sviluppare una clientela a livello mondiale, di conseguenza viaggiare tanto. La cosa brutta è che un lavoro subisce la velocità di uno scroll, ‘se non posti non esisti’ e senza volerlo vengono fatte delle top 10 tra i tatuatori più influencer e quelli meno.”

Prenotato il tatuaggio, dovrai dimenticarti dell’idea di poter avere tutto quello che vuoi come lo vuoi—i tatuatori non sono robot a comando. Questo non significa che non potrai avere lo scudetto della A.S. Roma: vuol dire che sarà l’artista a indirizzarti sulla posizione, sulla dimensione, sui colori e su eventuali modifiche funzionali a una resa ottimale.

tatuaggi Rodrigo Garcia Delgadillo
Alcuni tatuaggi di Rodrigo Garcia Delgadillo.

Cosa non chiedere mai a un tatuatore

Quando si parla di opere autoriali, progetti veri e propri, è severamente vietato ricalcare un disegno originale di un altro tatuatore. Il plagio non rende giustizia né all’artista a cui l’hai sottratto né a quello scelto da te, e il lavoro risulterà anonimo e sbagliato. Va benissimo mostrare un modello trovato su Pinterest o sulla pagina di una tatuatrice che sta a 1000 km da te, ma, se c’è onestà da entrambe le parti, non potrai avere esattamente quel disegno.

Inoltre, difficilmente potrai vedere il progetto prima della seduta. Il lavoro non è solo quello che avremo sulla pelle: è preparazione, disegno, utilizzo di programmi, tempo, e c’è il rischio che il cliente rubi il disegno per farselo tatuare da altre parti. Questo è sempre stato abbastanza frustrante anche per me, perché sono una persona ansiosa e ho paura di risultare pesante all’ultimo. Una volta Rodrigo mi ha attaccato lo stencil di una torta di luna cinese sul polso per circa 30 volte prima che decidessi che fosse okay.

Per restare in tema, chi si tatua per la prima volta spesso sceglie l’interno del braccio, tutto sommato piatto e semplice da tatuare. Ecco, è carina l’idea di poterlo leggere o guardare quando vuoi, ma non starai mica col braccio piegato in flex come il Principe Pyrex per sempre. Come dice Rodrigo, “è un’impostazione errata sull’anatomia della persona. L’idea di averlo rivolto verso di te per dargli più valore è una caz*ata, il valore lo ha già nel momento in cui te lo tatui.” Il mio lavoro, aggiunge, “non è solo tatuarti, è anche spiegarti cosa, come e perché.”

Lucrezia Urtis
Alcuni tatuaggi di Lucrezia Urtis.

Tra le altre cose che non dovresti mai chiedere ci sono i tatuaggi minuscoli iper dettagliati e gli sconti—sembra essere una richiesta molto frequente. Quando decidi di fare un tatuaggio, devi entrare nell’ottica che affronterai una spesa potenzialmente massiccia. Ovviamente è tutto relativo, ma date le modalità di esecuzione dei tatuaggi–utilizzo di strumenti usa e getta, oltre ai costi che uno studio deve sostenere tra fornitori, personale, materiali—, anche un disegnino piccolino potrebbe costarti oltre i cento euro. Esistono artisti con un tariffario spropositato rispetto ad altri, a seconda di fattori quali la posizione dello studio, l’esperienza, la fama o, perché no, la bravura effettiva. Per avere la sicurezza di non arrivare in cassa a pagare cifre che non puoi sostenere, chiedi sempre un preventivo.

Quando finalmente sarai sul lettino, non chiedere di fare piano: un buon tatuatore fa sempre piano. O meglio, fa come deve fare, con professionalità. Sicuramente riempimenti e sfumature possono causare dolore, ma la soglia è ovviamente soggettiva. Quelli comprensivi, comunque, non si faranno problemi a fare una pausa o finire in un secondo momento se non potrai più sopportare la seduta.

Tatuaggi e controindicazioni

Ora che sai cosa non devi fare, parliamo di ciò a cui devi prestare attenzione, ad esempio a se e come verrà modificata o trattata in futuro quella zona del tuo corpo. Io stessa ho sbagliato, poco tempo fa: sono andata in studio con l’idea di farmi due tattoo speculari sulle spalle, ricordandomi sul momento che due giorni dopo avrei avuto il vaccino anti Covid-19. Entrambe le braccia off limits, ed esclusa anche l’idea di farne prima uno e poi l’altro—le sedute e la doppia apertura dell’ago avrebbero alzato parecchio il costo.

E il vaccino è niente, esistono molte circostanze che in futuro potranno interferire con il tattoo: trattamenti laser, operazioni, malattie cutanee come psoriasi o dermatite, dimagrimento eccessivamente rapido… così come condizioni che se non individuate subito possono diventare gravi, ad esempio la comparsa di un melanoma su un tatuaggio molto grande e molto scuro.

Rodrigo Garcia Delgadillo
Alcuni tatuaggi di Rodrigo Garcia Delgadillo.

Ci sono anche le allergie: non tutti gli organismi vanno d’accordo con alcune tipologie di inchiostro, ma puoi fare un test. “L’allergia più comune è al nichel: si preclude l’uso del rosso e si opta per un bel blackwork,” mi spiega Lucrezia.

Per le precauzioni da studio, dovrai controllare che l’ambiente sia a norma e che l’artista segua le disposizioni igieniche corrette: disinfezione della postazione, aghi sterili, guanti, mascherina. Alla prima red flag, segnala: c’è la salute di mezzo.

Come curare il tatuaggio

Finito il tattoo, inizia la parte più complessa: la cura. Mi raccomando l’igiene, che per qualche strano motivo c’è chi crede che i tatuaggi appena fatti non vadano lavati. Sarà il tatuatore a consigliarti un sapone adatto, così come per quanto tempo tenere la pellicola e quale crema usare. L’idratazione deve essere costante ed equilibrata. Lucrezia ci tiene a bandire la vaselina, che non fa respirare la pelle. Mi informa che esistono anche creme naturali vegan.

Infine, è fondamentale indossare abiti puliti in cotone, non esporre assolutamente la zona al sole diretto—pensa al tatuaggio come a una cicatrice e trattalo come tale: usa una protezione alta, i primissimi tempi anche con SPF 100. E non osare staccarti le crosticine! Dopo circa una settimana di cura vedrai comparire delle inquietanti squame sul tuo tattoo e, in preda al prurito che la guarigione ti causerà, la tentazione di strapparle una a una come facevi con la colla vinilica alle elementari sarà fortissima, ma tu resisti, o il tattoo non cicatrizzerà come deve.

Ora che hai tutte, o quasi, le informazioni che ti servono, puoi entrare nell’immenso, meraviglioso universo del tatuaggio. Fallo con serenità, quando avrai piena convinzione di quello che vuoi e soprattutto dopo aver compreso ciò che ci sta dietro. Se stai pensando di farne una professione, Lucrezia e Rodrigo consigliano di farlo solo se hai già uno stile più o meno definito e ti piace raccontare il mondo a modo tuo, ma soprattutto ti raccomandano di prepararti ad avere tenacia e pazienza, senza farti affascinare troppo dallo status del tatuatore.