Música

L’Italia è pronta a conoscere Avelino

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Oltre la Manica non c’è solo il grime: Noisey esplora tutto ciò che è beat e rime ed esce dal Regno Unito in una rubrica che si chiama La Nuova Scuola Inglese.

Questo post è stato realizzato in collaborazione con Moose Knuckles e la Moose House.

Sul profilo Instagram di Avelino c’è una foto insieme a Raheem Sterling, giovane attaccante prodigio del Manchester City e della nazionale inglese. Non è raro vedere rapper e calciatori stringere amicizie, ma c’è qualcosa di profondo che lega Sterling ad Achi Avelino, che di lavoro scrive rime. Entrambi vivono ogni giorno della loro vita combattendo una battaglia imposta contro i luoghi comuni che li definiscono agli occhi di parte della società in cui vivono.

Di Sterling si parla molto in questi giorni, in Regno Unito. In un post su Instagram, scritto il giorno dopo che aveva ricevuto gli ennesimi insulti razzisti da parte di tifosi avversari, il giovane calciatore ha fatto notare i doppi standard con cui alcuni media inglesi trattano persone come lui. Per farlo, ha postato due articoli del Sun in cui la stessa notizia – un giovane calciatore compra una casa alla madre – era dipinta in toni completamente diversi. Il titolo dedicato a Tosin Adarabioyo, che è un ragazzo di origine nigeriana, era:

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GIOVANE CALCIATORE VENTENNE DEL MANCHESTER CITY CON UNO STIPENDIO DI 25.000 STERLINE ALLA SETTIMANA SPENDE 2,25 MILIONI DI STERLINE PER UNA VILLA SENZA AVER MAI GIOCATO DALL’INIZIO UNA PARTITA DI PREMIER LEAGUE

Notare come il nome di Adarabioyo non compare da nessuna parte nel titolo, così come il motivo del gesto – un regalo alla madre. E ora, il titolo dedicato al bianchissimo e inglese Phil Foden:

GIOVANE STELLA DEL MANCHESTER CITY, PHIL FODEN, COMPRA UNA VILLA DA DUE MILIONI ALLA MAMMA

“Ci sono due giovani giocatori all’inizio della carriera. Entrambi giocano per la stessa squadra, entrambi hanno fatto la cosa giusta, cioè comprare una nuova casa a loro madre, che ha investito tempo e amore per farli arrivare dove sono”, ha scritto Sterling, “ma guardate come i giornali esprimono lo stesso messaggio in base al colore della loro pelle”. E ancora: “Il giovane ragazzo di colore è dipinto sotto una cattiva luce. Il che alimenta razzismo e comportamenti aggressivi”.

moose house moose knuckles
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Avelino e Sterling non sono amici fraterni, racconta il rapper di Tottenham, Londra, ma si sono capiti e trovati bene insieme quando si sono conosciuti. Entrambi sono ragazzi di origine extra-europea cresciuti ai margini della società inglese e diventati grandi seguendo la loro passione: per Sterling il calcio, per Avelino il rap. Ma entrambi subiscono ogni giorno il peso degli stereotipi che li avvolgono: quello del calciatore viziato e iperpagato e quello del criminale figlio del quartiere delle celebri riots del 2011.

“È questo che serve a comunità come la mia e quella di Raheem, esempi”, mi racconta Avelino seduto a un tavolo nella Moose House, uno showroom creato in un ex capannone a Milano dove si sarebbe esibito la sera stessa per il suo primo live italiano. “È per questo che vado sempre a parlare ai ragazzini nelle scuole. Io ero uno di loro: non avevo voglia di studiare. Ero povero e volevo sapere come cambiare la mia situazione. C’è chi è portato all’educazione e chi invece ha altri talenti la scuola dovrebbe spingere e coltivare. La mia gente non può che beneficiare da conversazioni con persone come me, che hanno seguito la propria passione”.

“Non mi piace concentrarmi troppo sul modo in cui i media dipingono le aree povere della città, come la mia”, continua. “C’è un sacco di robaccia in comunità come la mia, ma anche esempi positivi. E io quelli voglio sottolineare. Non posso certo dire che le cose siano migliorate drammaticamente, ma se penso a me e alla mia crew vedo persone che ce l’hanno fatta. Persone che mi accompagnano da dieci anni, e ne ho 25. Siamo tutti gente di Tottenham, siamo modelli a cui i giovani del mio quartiere possono aspirare. Non puoi dargli una colpa se hanno modelli sbagliati, sono solo circostanze. è quello che hanno attorno”.

moose house moose knuckles
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“Passione” è un termine chiave per raccontare il rap di Avelino. Come molti suoi colleghi nel Regno Unito, le sue barre nascono da una strenua convinzione nel valore del freestyle e del contenuto. La sua è un’infanzia passata a idolatrare Tony Montana, rapper americani e inglesi: “Persone che avevano sperimentato una vita migliore della mia, che avevano avuto cose che la mia gente non poteva avere”, dice. È uno di loro a dargli l’opportunità di cominciare a fare sul serio, la leggenda locale del grime Wretch 32.

I due diventano quasi fratelli, il maggiore Wretch a vigilare sul minore Avelino. Nel 2015 nasce l’idea di un mixtape insieme, il titolo una celebrazione del loro rapporto: Young Fire, Old Flame. È l’inizio di una carriera vera e propria nel mondo del rap britannico per Avelino, che fino a quel punto si era fatto le ossa nell’underground.

Ad applicargli addosso il sigillo di garanzia è però uno specifico freestyle, che i due registrano a BBC Radio 1 Xtra per la storica serie “Fire In The Booth” – una prova che qualsiasi rapper che si rispetti deve passare almeno una volta nella carriera, si tratti di giganti nordamericani come Drake o i Migos o ragazzi nati a pochi chilometri di distanza dagli studi della BBC come Giggs, Bugzy Malone e Stormzy. Quello di Avelino e Wretch ha 10 milioni di views.

moose house moose knuckles
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“È stato un momento bellissimo, uno dei freestyle più visti su internet”, racconta Avelino, “Jay Z è il mio rapper preferito di sempre e i suoi freestyle più belli non hanno la metà delle views del mio. Non sono cose scontate. Siamo solo io e mio fratello Wretch, a fare quello che sappiamo fare: barre. Penso che il contenuto dei testi sia l’essenza di quello che facciamo. Possiamo scrivere hit, possiamo fare pezzi per i club, è tutto bello è importante. Ma l’essenza di ciò che facciamo è struggle, messaggio, testi e contenuto. Devi dare qualcosa al mondo, dire qualcosa, lasciare un’eredità quando te ne vai. Se Dio ti ha dato una certa sensibilità non la devi sprecare”.

La sensibilità di Avelino si risolve in un enorme affetto per chi considera parte della sua famiglia. Trasuda da barre come “Anche se sono in TV vorrei solo che il mio vecchio mi potesse guardare / Ad ogni modo, so che c’è mia mamma a guardarmi / E che non le piacciono le mie canzoni, ma io le voglio bene”, tratte da “U Can Stand Up”. Gli chiedo di raccontarmi meglio queste parole: “Mia mamma viene da un background africano. Sognava che i suoi figli sarebbero diventati avvocati o dottori, ma almeno non sono finito morto o in carcere come altri ragazzi come me. Lei non voleva che facessi rap. Ma oggi posso aiutarla nella sua vita di tutti i giorni, la sua e quella di tutte le persone che considero famiglia”.

È di origine angolana, la famiglia di Avelino: “Sapevo delle mie radici e della mia identità fin dall’inizio, ma crescendo ti rendi conto di quanto sia bello e giusto coltivarlo. Quando sei un ragazzino la vita è come le montagne russe, è tutto veloce. Quando diventi un giovane uomo inizi a interessarti davvero a chi sei, a capire chi sei, alla tua cultura. In Angola non ci sono ancora stato, avrebbe avuto senso visitarla con mio padre, ma è morto quando ero giovane”.

avelino
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Avelino e la sua crew sono persone piene di vita. Girano per lo showroom chiacchierando un po’ con tutti, mi versano un bicchiere di cognac, mi chiedono un’opinione su un paio di rapper italiani che gli sono stati consigliati per stringere rapporti e magari lavorare assieme a qualche pezzo. Finiamo a parlare di cotolette e di quella volta che Pete Doherty dei Libertines ha mangiato una full English breakfast enorme.

Quelli di Moose Knuckles, il brand che ha organizzato l’evento, mi dicono che l’idea dietro al concerto di Avelino è di organizzare con cadenza regolare eventi semi-privati nel loro spazio, in cui hanno ricavato un piccolo bar e un ancor più piccolo palco – che in realtà è parte della rampa di scale che porta alle postazioni-ufficio dello showroom. L’impressione è quella di essere a una festa in casa ed è come se Avelino, prendendo il microfono in mano, sia solo uno degli invitati che ha deciso di rappare qualche strofa.

E invece quello che succede è un vero showcase, una rassegna di pezzi che Avelino presenta per la prima volta in Italia nello stesso momento in cui la sua nazione sta cominciando a farsi entrare nel profondo. Non è un MC grime, Avelino: me lo dice lui stesso mentre chiacchieriamo di rapper della sua generazione, quella che ha cominciato a prendersi Londra e dintorni verso il 2014 e si è poi ampliata in tutta la nazione, quella capace di andare oltre l’impeto del grime e di aprirsi a influenze caraibiche, americane, africane. Quella di gente come J Hus, Santan Dave, AJ Tracey, slowthai, Flohio, Octavian.

Avelino tira in mezzo gli hi-hat che hanno definito il suono statunitense negli ultimi anni nell’avvolgente “So Fine”, rappa su marimbe modificate nella memorabile “Boasy”, butta fuori dichiarazioni d’amore in salsa caraibica nella romantica “1 in a Million”. Ma lascia per il finale la sua ultima hit, “Energy”. Un pezzo leggermente importante, dato che era la prima volta che Skepta e Stormzy collaboravano su una traccia. In mezzo c’era proprio lui, Avelino.

avelino
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“Non sapevo avrebbero partecipato al pezzo”, mi aveva spiegato Avelino qualche ora prima. “Avevo una versione con i miei versi terminata, e poi qualcuno ha suggerito un featuring. Io non c’entro niente con il grime, ma quel pezzo mi sembrava quello giusto per provare a tirare in mezzo i grime MCs. Ho un bel rapporto con Stormzy e Skepta viene dal mio stesso quartiere, quindi quando gli ho proposto di fare musica insieme è venuto tutto molto liscio. La cosa che ho apprezzato è proprio questa: loro sono artisti molto più famosi di me ma ci rispettiamo a vicenda e non si sono fatti problemi a creare musica con me. I grandi riconoscono i grandi”.

A concerto finito le distanze tra pubblico e artista, già infinitesimali, si annullano. Si ritorna a vagare per lo spazio, a chiacchierare, a canticchiare i pezzi che restano nelle orecchie. La crew di Avelino se la balla, molti escono al freddo, alcuni continuano a ballare. Lui sembra sinceramente grato di essere stato chiamato a esibirsi, felice di aver portato la sua musica a un pubblico che ancora non lo conosce. Ma ancora per poco, c’è da sperare.

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