Un gruppo di ricercatori dell’Ospedale pediatrico di Cincinnati ha condotto due studi basati su risonanza magnetica che mostrano come un cervello in via di sviluppo tragga beneficio dalla lettura, e sono invece letteralmente ridotti in poltiglia dagli schermi. I ricercatori hanno esaminato l’integrità della materia bianca cerebrale nei bambini tra i tre e i cinque anni. Lo sviluppo e l’organizzazione della materia bianca è fondamentale in traguardi della crescita come la comprensione delle parole e la capacità di linguaggio).
Entrambi gli studi erano basati sul misurare quanto i genitori rispettassero le linee guida raccomandate sul tempo dedicato alla lettura e quello dedicato allo schermo. Entrambi gli studi hanno ottenuto risultati significativi e non proprio sorprendenti: nello studio incentrato sul tempo passato davanti allo schermo, il cervello dei bambini che si allontanavano di più dai limiti raccomandati—quindi passavano molto più tempo davanti a uno schermo—si dimostravano meno pronti ad apprendere di quelli che ci passavano meno tempo. E nello studio incentrato sul tempo dedicato alla lettura, i bambini che leggevano spesso insieme a un adulto mostravano un cervello più preparato all’apprendimento.
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Ora, io non sono un bambino tra i tre e i cinque anni; scientificamente parlando, il mio cervello non si sta sviluppando velocemente come quello di un infante… Ma vedere le immagini delle risonanze magnetiche incluse in entrambi gli studi mi ha impressionata. La mia infanzia è avvenuta in un passato sufficientemente remoto da non includere la stessa quantità e disponibilità immediata di schermi di cui i bambini godono oggi. Ma, come molti dei miei coetanei, dai miei 14 anni in poi ho passato la vita a guardare tutta una serie di schermi per tempi prolungati. Durante una giornata lavorativa media oggi, lo faccio per almeno otto ore, e se faccio una pausa dal computer, la passo quasi sempre guardando un altro schermo, finché non torno a casa e mi metto a guardare un altro schermo ancora, se non due.
Non sono un neurologo, per cui è difficile dire se io stia per questo regredendo senza speranza a uno stadio in cui il mio cervello non saprà più imparare cose nuove. Ma di certo ora sono ancora più motivata a tenere fede al buon proposito di questo 2020: leggere invece di guardare la TV.