‘BodyQuake’ è un concerto per corpi + dati

In occasione dell’UniFestival a Macerata è andata in scena l’anteprima mondiale della performance BodyQuake, ispirata da La Cura e ideata da Francesca Fini e AOS – Art is Open Source con il videomapping di Flyer Communication. In questa performance, Francesca Fini è investita da visualizzazioni grafiche e suoni generati a partire dai dati delle crisi epilettiche forniti dall’istituto I.R.C.C.S. Neuromed, che si occupa di ricerca nell’ambito delle neuroscienze.

Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, fondatori di Art is Open Source, sottolineano come “proprio grazie a questa collaborazione fra arte e mondo scientifico è stato possibile mettere in scena quest’opera.” Aprendo l’accesso alle banche dati, infatti, il mondo scientifico può comunicare con il mondo dell’arte permettendo un dialogo inedito fra questi due universi che a volte rischiano di finire con l’isolarsi.

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I dati relativi alle convulsioni — come quelli forniti dall’elettroencefalogramma — e ai loro effetti devastanti sulla persona sono quindi trasformati in linguaggio visivo ed uditivo, e “letteralmente indossati sul corpo” della performer, aggiunge Salvatore. In questo modo “si cerca di trasformare l’esperienza delle crisi epilettiche da causa di isolamento a momento di partecipazione comunitaria.”

Il tema della malattia come forma di partecipazione, alla base del progetto stesso di La Cura, torna qui nuovamente carica di significato sia dal punto di vista fisico che sociale. La devastazione improvvisa portata dalla crisi epilettica che scuote il corpo umano viene offerta al pubblico sotto forma di esperienza condivisa in modo da rappresentare anche gli effetti delle scosse sull’interiorità della persona.

Foto: Carlo Maria Causati

Nelle prossime rappresentazioni della performance, sottolineano Oriana e Salvatore, ci sarà un ulteriore livello di dialogo: il tatto. Infatti, sarà disponibile per gli spettatori un sensore da indossare e che attraverso delle vibrazioni permetterà di percepire sul proprio corpo i dati delle crisi epilettiche. Al momento, aggiungono, stanno lavorando “per produrre una grammatica che renda comprensibile i dati tradotti in vibrazione”, in modo che chi lo indossa potrà entrare ancora più a fondo nell’esperienza di condivisione di questa malattia.

BodyQuake — il corpo scosso per l’appunto — cerca di abbattere e scuotere ogni muro e forma di isolamento collegati sia alla malattia che al mondo della ricerca scientifica. E’ una performance che cerca di costruire ponti sia tra malato e chi gli sta intorno che tra scienza ed arte, grazie alla fusione ed all’intreccio di dati scientifici, algoritmi, tecnologia ed arte.

Durante la serata, la performance è stata ripetuta una seconda volta ma con dei dati di riferimento speciali: i dati raccolti dai sismografi in occasione del terremoto di Amatrice. La città di Macerata, infatti, ha vissuto e sta vivendo in pieno gli effetti di quel terremoto.

Come la crisi epilettica, anche le scosse del terreno colpiscono all’improvviso, lasciando dietro di sé il terrore e l’ansia per una nuova ed imprevedibile scossa. È possibile vedere i dati del terremoto indossati da Francesca Fini in questo video:

BopdyQuake è un progetto realizzato in collaborazione con IRCCS Neuromed, AOS – Art is Open Source, LPM – Live Performers Meeting, AVNode, FLxER Live Media, Cr.A.Sh – Creative Art Shocking, con le tecnologie di HER – Human Ecosystems Relazioni.

Per saperne di più, visita il sito di La Cura!