Elin Ersson è una studentessa e attivista di Göteborg, in Svezia, e ai più il suo nome non dirà assolutamente nulla. Nelle ultime 48 ore, però, un video postato sulla sua pagina Facebook è stato visto quasi due milioni e mezzo di volte e la sua storia ha cominciato a girare sulla stampa svedese e internazionale.
Il video in questione, di circa 14 minuti, è stato pubblicato il 23 luglio alle 18:30 accompagnato dalla scritta “Deportation from Gothenburg to Afghanistan” e in parole molto semplici mostra questo: Elin è sullo stesso aereo (diretto a Istanbul) sul quale si trova un uomo afghano che sta per esser espulso dalla Svezia e si rifiuta di sedersi, e quindi di far partire l’aereo, finché l’uomo non viene fatto scendere. Già prima di imbarcarsi, insieme ad altre 25 persone—riferisce il quotidiano Deutsche Welle—Elin aveva protestato contro le politiche di rimpatrio svedesi, e—spiega il Guardian—aveva acquistato il biglietto aereo con l’intenzione di fermare l’operazione.
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Nel video a più tratti spiega che l’uomo “molto probabilmente verrà ucciso” se rimandato in Afghanistan (che, sempre utile ricordarlo, non è un paese libero da conflitti) e che quindi sta “semplicemente” tentando di salvargli la vita. Vengono fatti diversi tentativi per dissuaderla. Prima un passeggero prova a levarle di mano il cellulare con il quale sta riprendendo l’azione. Poi i membri della crew provano con diverse tattiche. Le dicono che decideranno cosa fare con il passeggero una volta atterrati, ma senza risultati. Allora uno steward prova a giocarsi la carta “la legge della Svezia è così”, ma Elin risponde che la legge non le piace e la vuole cambiare. Insomma, la ragazza non cede di un millimetro e si appella al pilota, che ha il diritto di far scendere l’uomo dicendo che non lo vuole a bordo.
Le reazioni dei passeggeri sono contrastanti: c’è chi azzarda qualche lamentala e chi lancia qualche commento spazientito, ma soprattutto in diversi cercano di capire cosa sta succedendo. Con il passare dei minuti la convinzione della ragazza risulta contagiosa: partono degli applausi e un altro passeggero si unisce alla sua protesta. Alla fine Elin ha la meglio, e le viene comunicato da uno steward che può scendere insieme al passeggero afghano. Missione compiuta.
Al momento la posizione dell’uomo è incerta: mentre un giornale locale ha riferito che ne sono state perse le tracce, Deutsche Welle ha scritto che è sotto custodia e che la sua espulsione è rimandata a un’altra data. Elin, dal canto suo, potrebbe affrontare conseguenze legali per aver contrastato le disposizioni del pilota.