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Dopo mesi di comizi, dibattiti e tweet sempre più spavaldi di Donald Trump, tra una settimana avranno finalmente inizio le primarie presidenziali americane.
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I caucus dell’Iowa prenderanno il via lunedì. L’evento elettorale, in quanto a livello di eccitazione, per gli appassionati di politica e per i membri dello staff delle campagne elettorali è sostanzialmente a metà tra il ballo della scuola e la mattina di Natale.
L’evento è atteso con trepidazione perché il voto in Iowa inaugura la stagione ufficiale delle primarie, e non perché storicamente abbia fornito una previsione accurata per il resto della corsa alla nomination. In fin dei conti, Mike Huckabee e Rick Santorum hanno vinto in Iowa nel 2008 e nel 2012, ma alla fine hanno entrambi dovuto abbandonare le loro aspirazioni presidenziali.
Nonostante tutto, il voto in Iowa è importante perché finalmente le congetture di analisti e sondaggisti diventano molto più reali, e vengono messe a fuoco le strategie stato per stato dei diversi candidati.
Si parte con la corsa alla nomination repubblicana, che in Iowa si è ridotta a una competizione tra due candidati, Donald Trump e il senatore del Texas Ted Cruz, che nei sondaggi risultano testa a testa.
Trump ha detto che ha intenzione di vincere in Iowa, e per riuscirci ha condotto una campagna aggressiva. Il fine settimana scorso l’uomo d’affari ha passato una notte all’Holiday Inn Express di Sioux City – un evento molto raro – e domenica è andato a messa, nel tentativo di conquistare i voti dei cristiani conservatori dell’Iowa, che invece hanno dato il loro appoggio a Cruz.
Cruz, nel frattempo, è impegnato in un tour dello stato che ha battezzato “Cruzin’ to Caucus,” sostenuto da un esercito di volontari e da un centro operativo impressionante, che sta lavorando per scalzare Trump dalla testa della corsa. Cruz dovrebbe ottenere dei buoni risultati in Iowa, dove gli elettori evangelici e socialmente conservatori costituiscono il grosso della base elettorale repubblicana, che tende a determinare il vincitore.
L’establishment del partito repubblicano è sempre più diviso su quale candidato sostenere. Negli ultimi giorni diverse figure importanti hanno appoggiato Trump, sintomo più dell’orrore che gli provoca una possibile vittoria di Cruz che di un sentito entusiasmo per Trump.
Altre voci di rilievo nel panorama repubblicano hanno deciso all’ultimo momento di sostenere il senatore della Florida Marco Rubio, nonostante risulti terzo nei sondaggi, parecchio indietro rispetto a Trump e Cruz.
Durante il fine settimana il principale quotidiano dello stato, il Des Moines Register, ha appoggiato Rubio (oltre a Hillary Clinton). Lunedì il senatore repubblicano dell’Iowa Joni Ernst ha partecipato a un evento elettorale di Rubio, e ha dichiarato che “Marco non è solo un valido conservatore e un buon amico, ma è qualcuno che, sono certo, saprà rendere sicuro il nostro paese.”
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Poi c’è la corsa democratica. Nonostante i candidati siano molto meno numerosi, i due favoriti sono bloccati in un testa a testa virtuale, dopo che nelle ultime settimane Bernie Sanders ha annullato il vantaggio della Clinton in Iowa. Tecnicamente anche Martin O’Malley, ex governatore del Maryland, è ancora in corsa—ma sarete perdonati se ancora non sapete chi sia, dato che nei sondaggi non ha mai raggiunto il 10 per cento delle preferenze.
Le campagne elettorali sia di Clinton che di Sanders hanno chiamato i rinforzi, in un tentativo disperato di guadagnare il vantaggio nell’ultima settimana prima del voto. Il rapper Killer Mike e i re del gelato del Vermont, Ben Cohen e Jerry Greenfield – fondatori di Ben & Jerry’s – nei prossimi giorni sosterranno la campagna di Sanders in Iowa. Clinton, invece, è sostenuta dai politici dell’establishment, tra cui il senatore del New Jersey Cory Booke e la stella nascente del partito democratico Julian Castro. Entrambi hanno partecipato a suoi comizi in Iowa durante il fine settimana.
Il più importante membro dell’establishment a sostenere Clinton è l’attuale presidente Barack Obama, che in un’intervista a Politico pubblicata lunedì si è profuso in lodi per la candidata democratica. Nonostante Obama sia voluto rimanere neutrale nella corsa tra Clinton e Sanders, il presidente ha detto chiaramente che secondo lui Clinton è la scelta pragmatica più giusta.
I candidati democratici si sono incontrati lunedì in Iowa per un dibattito pubblico, mentre i repubblicani terranno una discussione giovedì. I due eventi sono l’ultima grande opportunità per far sentire la propria voce prima del voto della prossima settimana.
Quando lunedì notte si concluderanno i caucus dell’Iowa, l’attenzione si sposterà verso le primarie del New Hampshire, che si terranno martedì 9 febbraio. Poi ci saranno i caucus del Nevada e le primarie in South Carolina, sempre a febbraio. Non si avrà un’idea chiara dei candidati alla presidenza per ogni partito fino al primo marzo, il “Super Tuesday” in cui si terranno le primarie in un gran numero di stati.
Nonostante l’Iowa non consenta di prevedere con precisione i possibili vincitori, il fatto che sia il primo voto significa che “tutti lo usano per esprimere i propri pronostici,” ha spiegato Nick Kachiroubas, un professore di storia politica ed elezioni alla DePaul University.
In altre parole, la corsa alla presidenza si trascinerà ancora per molti mesi, e lunedì è solo l’inizio.
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Segui Olivia Becker su Twitter: @obecker928 Foto di Tiffany Von Arnim/Flickr rilasciata su licenza Creative Commons