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In Svizzera stanno coprendo un ghiacciaio con delle coperte per rallentarne lo scioglimento

Il ciclo di vita di un ghiacciaio può durare diversi secoli; gli anni che precedono la sua scomparsa, tuttavia, rischiano di passare in un lampo. Questo è quello che sta succedendo sul Ghiacciaio del Rodano in Svizzera, la cui superficie secondo alcune stime si ridurrà di circa il 90 per cento da qui al entro il 2100. Preoccupati dallo scioglimento, alcuni abitanti del posto si stanno mobilitando per sperimentare dei metodi palliativi di conservazione.

Da otto anni a questa parte, i proprietari del terreno che dal 1870 ospita una grotta di ghiaccio, nel cuore del Ghiacciaio del Rodano, coprono il manto glaciale con delle coperte. Secondo David Volken, un glaciologo del Ministero dell’Ambiente svizzero, le coperte riducono il tasso di scioglimento dal 50 al 70 per cento, proteggendo il ghiaccio dalle radiazioni solari nei caldi mesi estivi.

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“È positivo per la grotta di ghiaccio ma non può bloccare lo scioglimento,” dice Volken. “Non puoi coprire tutto il Ghiacciaio del Rodano con delle coperte.”

Ubicato nei pressi della città di Gletsch, il Ghiacciaio del Rodano ha sempre attirato numerosi turisti. Sono tanti quelli che arrivano d’estate per godersi l’etereo silenzio delle grotte scavate dall’uomo nel ghiacciaio. Trovarsi nella pancia di questo ghiacciaio, tuttavia, è sempre più simile ad abitare un corpo che si sta deteriorando rapidamente.

Il paragone tra le fotografie del ghiacciaio scattate l’anno scorso e quelle del 2007 è drammatico. Quella che una volta si presentava come una spessa lastra di ghiaccio distesa a macchia d’olio oggi appare scheletrica. Lo stato della materia è cambiato: ora c’è un lago nello zona che una volta era occupato dal ghiacciaio.

“Ci aspettiamo la comparsa di seicento nuovi laghi entro la fine del secolo,” dice Volken, aggiungendo che l’impatto di questi laghi può scatenare quello che lui definisce ‘l’effetto Coca-Cola’. “Il ghiaccio si scioglie più velocemente nella Coca-Cola che da solo. Allo stesso modo, il ghiaccio si scioglie più in fretta immerso a contatto con l’acqua che con l’aria.”

Samuel Nussbaumer, uno scienziato del World Glacier Monitoring Service (WGMS) dell’Università di Zurigo, sostiene che oggi i ghiacciai di tutto il mondo si stanno sciogliendo a una velocità due/tre volte maggiore rispetto a quella dello secolo scorso.

Nell’agosto scorso il WGMS, formato da ricercatori provenienti da oltre 30 paesi, ha pubblicato le proprie scoperte sul Journal of Glaciology. I risultati si fondano su dati raccolti in giro per il mondo nel corso degli ultimi 120 anni. Una misurazione che permette di fare paragoni tra i tassi di scioglimento del 20esimo e del 21esimo secolo. La conclusione – ovvero che l’attuale tasso di scioglimento è senza precedenti a livello globale – si basa non solo su dati numerici ma anche su documenti storici.

A causare l’accelerazione dello scioglimento è soprattutto l’innalzamento delle temperature; anche se una crescita di 1,1 gradi centigradi può essere impercettibile per gli essere umani, i ghiacciai ne soffrono particolarmente.

“Noi non lo percepiamo, ma la lingua di ghiaccio sì,” dice Nussbaumer, aggiungendo che i cambiamenti annuali della massa dei ghiacciai sono “un segnale climatico diretto”.

Oltre che con la massa, il ritiro dei ghiacciai si può misurare analizzando le loro dimensioni. A differenza della massa, la lunghezza dei ghiacciai impiega più tempo a mostrare i segni del cambiamenti climatico.”Ci sono dai venti ai trenta anni di ritardo,” dice Nussbaumer. In poche parole, questo vuol dire che la lunghezza attuale dei ghiacciai è un riflesso di quello che è successo due o tre decenni fa; quello che accade ora verrà rilevato dalla prossima generazione.

“L’unica cosa che possiamo fare è limitare le emissioni e diminuire le temperature,” aggiunge Nussbaumer. Per quanto riguarda la sopravvivenza dei ghiacciai, la scelta è tra il male e il peggio. “In base a quello che facciamo ora, tra 150 anni sarà rimasta una massa glaciale che oscilla tra lo zero e il 10 per cento.”

Anche se le coperte possono essere un rimedio efficace a breve termine, il WWF ha messo in discussione la pratica perché non rappresenta una soluzione per il futuro. “Non conosciamo gli effetti che può avere sull’ecosistema in generale,” ha detto Pierrette Rey, un portavoce della filiale svizzera dell’organizzazione.

Rey ricorda di quand’era bambino, e si emozionava a passeggiare con i genitori tra i ghiacciai del suo paese. “Quando torno ora vedo subito la differenza,” ha aggiunto. “Non sono scomparsi, ma si sono ridimensionati notevolmente.”

Secondo Nussbaumer, i ghiacciai forniscono buone indicazioni sull’andamento generale del cambiamento climatico grazie alla loro sensibilità alle fluttuazioni sia a breve termine che a lungo termine delle temperature. “Tutti possono osservare i cambiamenti.”

Oltre alla riduzione del turismo locale e alla perdita di un fenomeno naturale che è diventato parte fondante dell’identità nazionale svizzera, lo scioglimento dei ghiacciai comporterà conseguenze pratiche per il paese. Secondo Nussbaumer, ci potrebbe essere una diminuzione delle fonti di acqua pulita da usare per il consumo umano, l’irrigazione e l’energia idroelettrica; inoltre si potrebbe verificare una destabilizzazione del terreno che può causare l’erosione e il deflusso di detriti.

Nel 1817 gli scrittori inglesi Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley pubblicarono un racconto in cui narrarono il loro viaggio attraverso Francia, Svizzera, Germania e Olanda. L’opera comprende descrizioni poetiche dei ghiacciai svizzeri e una commovente, sebbene falsa, fiducia nella loro longevità.

“Tutti concordano che la neve su in cima al Monte Bianco e le montagne vicine aumenta perennemente, e che i ghiacciai sopravvivono senza sciogliersi nella valle di Chamonix durante l’estate,” scrissero i due autori. “Se la neve che forma questo ghiacciaio aumenta e il calore della vallata non è un ostacolo all’esistenza perenne delle masse di ghiaccio che sono già discese la conseguenza è ovvia; i ghiacciai si espanderanno e resisteranno, almeno finché non avranno inondato l’intera vallata.”

Al contrario delle parole di Shelley, il calore della vallata si è dimostrato un ostacolo e la perenne esistenza del ghiacciaio uno scenario impossibile. “Possiamo prevedere la scomparsa della grotta di ghiaccio,” dice Nussbaumer, riferendosi alla porzione del ghiacciaio del Rodano che tanto ama. “È solo questione di tempo.”

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