Cultura

Weirdcore ha fatto alcuni dei videoclip più indemoniati e assurdi di sempre

La Luce Al Buio

L’installazione di Weirdcore con musiche di Lorenzo Senni e Lim Kim intitolata La Luce Al Buio Created With Galaxy S22 è visitabile sabato 26 e domenica 27 marzo allo Spazio Maiocchi di Milano, ospite di Samsung e C2C Festival. Prenota il tuo biglietto gratuito su DICE.

“Io è un altro,” scrive Arthur Rimbaud. È il maggio del 1871 e l’allora sedicenne sta facendo le prove generali per una poesia fatta di sregolatezza dei sensi, di sofferenza e visioni. A più di un secolo di distanza la frase riesce stranamente ancora a comunicare qualcosa, soprattutto se vivi su internet per la stragrande maggioranza del tempo, come il 60 percento della gente al mondo.

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Per capirne il senso, altrimenti, basta incrociare il gioco di specchi e identità costruito video dopo video da Weirdcore, in particolare con i lavori realizzati per Aphex Twin, il trickster: una pioggia di frame spezzati, di glitch e primi piani ultraviolenti costellati di nevrosi visive. Sono ormai più di dieci anni che i due lavorano insieme e l’immaginario che hanno elaborato è la cosa più vicina all’inconscio collettivo che oggi si possa concepire—se si escludono internet stesso e qualsiasi cosa abbia mai fatto Jon Rafman, chiaramente.

Weirdcore è di passaggio qui in Italia per un’installazione “in chiaroscuro” creata per C2C Festival e Samsung, con rinforzo di prima grandezza costituito da Lorenzo Senni e Lim Kim. Visto che di solito ama mostrarsi in video coperto di pixel sul volto mi aspetto quasi di ritrovarmelo così, ma i suoi occhi sono arzilli e sorridenti mentre racconta di essere finalmente riuscito a tornare a Milano per questo La Luce Al Buio, creato con Galaxy S22, il 26 e 27 marzo presso lo Spazio Maiocchi.

“Vedi, l’anno scorso ho allestito a Beijing un lavoro intitolato Orient Flux,” dice. “Solo che non sono nemmeno riuscito a visitarlo e abbiamo dovuto fare tutto da remoto a causa del COVID-19. È stato doppiamente frustrante, perché nei fatti si trattava della mia prima vera ‘mostra’, concretizzatasi tra l’altro in uno spazio enorme, grande quanto un piano della Tate. Per cui sono sinceramente felicissimo di essere qui a lavorare con Lorenzo e Lim.”

E se quella mostra in Cina dava l’idea di un viaggio spaziotemporale in una girandola di fantascienza anni Settanta ed estetica anni Ottanta, l’installazione meneghina preferisce invece vivere di luci e ombre più concrete e reali. In particolare, si tratta di uno spettacolo di tenebra e laser appositamente meditato per essere vissuto tramite Galaxy S22 Ultra e la sua “Nightography”—un concerto di tecnologia funzionale a cogliere al meglio la notte e ad amplificarne le luci in ogni scatto, momento e video.

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Spazio Maiocchi

“Ad essere sinceri e realisti, nel mondo ora ci sono più ombre che luci. Non stiamo vivendo in un periodo storico particolarmente tranquillo,” ammette Weirdcore. “Eppure, benché guardi moltissimo i notiziari, nonostante legga e m’informi, tendo a non includere questo tipo di fatti direttamente nel mio lavoro. Non che siano mancati gli eventi con cui confrontarsi o da cui farsi influenzare. Tra Brexit e Trump, pandemia e guerra, sembra non esserci mai fine al peggio. Di solito cerco però di realizzare un lavoro senza tempo, che non faccia riferimento esplicito alle cose di tutti i giorni.”

Forte delle esperienze fra party, feste dal vivo e concerti, l’artista tende tuttavia a focalizzarsi molto sui luoghi dove avvengono le sue creazioni e a modellare il lavoro di conseguenza. Quasi che fosse influenzato dallo spazio, e non dallo scorrere del tempo, come dimostrato dall’uso dei volti del pubblico durante i live, con un processo di facemapping che porta a soluzioni assai bizzarre. Curiosamente, quest’attenzione ai luoghi e al momento finisce per essere proprio uno dei modi tramite cui riesce a specchiare e sincronizzarsi al meglio con la cultura e l’immaginario contemporanei.

“In un certo senso partecipo comunque allo zeitgeist, lo spirito del tempo, ma tento di evitare le soluzioni più ovvie e lascio che si muova nel mio subconscio. È probabile che sia questo il piano su cui viene esercitata l’influenza maggiore di quanto mi sta attorno,” ragiona Weirdcore. “Succede anche in altri modi e direzioni. Io ho una figlia di 10 e un figlio di 13 anni. Be’, mio figlio ha scoperto Aphex Twin grazie a un meme… e non con il mio lavoro. Credo che molte cose ora arrivino ai più giovani in questo modo, ed è comunque un fatto interessante, a prescindere che sia o meno qualcosa di positivo.”

D’altronde, è così che oggi la contemporaneità viene consumata, almeno a un primo impatto: meme e qualche decina di secondi dispersi tra social e brevi frammenti su YouTube. Per questa ragione, non è nemmeno improbabile che i suoi video siano spesso e volentieri più visti e celebrati rispetto ai dischi da cui vengono tratti. “Potresti aver ragione, ma di certo le canzoni di Richard restano superiori, di tutt’altro livello,” ride e insiste, “dipende davvero dal modo in cui oggi si produce e usufruisce la cultura.”

“In effetti, però, devo ammettere che questi cambiamenti di prospettiva hanno modificato anche il modo in cui io stesso approccio le cose,” confida. “Così come molte persone si limitano a pochi secondi prima di giudicare qualcosa o annoiarsi, ora anche a me capita di comportarmi nello stesso modo. Forse abbiamo tutti una soglia di attenzione ben minore di un tempo. Per molte persone arrivare in fondo a due minuti di video è già un mezzo miracolo.”

Il ragionamento tiene. Non siamo più negli anni Ottanta né nei Novanta, i primi esperimenti televisivi di MTV sono ormai lontani e quei budget e quel pubblico affezionato non esistono più. “Già certe tracce di AFX finivano per essere troppo ‘lunghe’ e mi capitava di chiedere a Richard di accorciare un po’ il tutto. È un sistema e un’industria ormai diversi,” rivela.

“Per questo alle volte lavoro dividendo il video in sei o sette parti, come se queste singole sezioni potessero funzionare ognuna per conto proprio, oppure sperimentate di fila. Credo che in fondo sia stato questo aspetto a decretarne il successo. Però lavorare in questo modo è davvero sfiancante e ci vuole un sacco di tempo. Non posso farlo per ogni artista con cui collaboro… ma di certo posso e voglio per Richard.” Oppure, può decidere di fare un’eccezione per un’artista come Yaeji, “io e mia figlia siamo suoi grandissimi fan. Ma anche in questo caso ho cercato di rendere il video il più possibile ‘digeribile’, ragionato e strutturato.”

“Devo riconoscere che in realtà Yaeji è probabilmente l’unica musicista che tutta la famiglia ama, senza distinzioni. Se dovessi scegliere nuovi artisti con cui lavorare, punterei proprio su artisti pop, persone simili a Yaeji o Charli XCX,” rivela. “Tutti danno per scontato che, siccome lavoro con Aphex Twin, allora amo solo quel tipo di musica. In realtà, il mio ragionamento è ben diverso: se posso già fare quelle opere con lui, perché mai dovrei seguire lo stesso percorso con altri progetti simili?” E aggiunge, sornione: “Questo è l’unico lato negativo di lavorare con Richard D. James: è molto difficile trovare la motivazione per collaborare con altri, visto che ci intendiamo così a meraviglia.”

Eppure, pare proprio che la motivazione sia stata trovata, visto quanto entusiasmo mette nel cercare di anticiparmi qualcosa dell’installazione a Milano. “In effetti, è da molto tempo che sto ragionandoci sopra e che sto cercando di lavorare con Lorenzo e Lim. Posso intanto sicuramente dirti che ha a che fare con la percezione della luce da parte dell’occhio umano, e con quello che succede quando viene sostituito dall’occhio della telecamera. Diciamo che in parte andremo a giocare con la ‘frequenza di aggiornamento’ di alcuni laser, nonché con l’esposizione e l’otturatore della fotocamera del cellulare… Non farmi aggiungere altro!” Tutto al contrario, le aggiunte non mancano. 

Tanto che finiamo per perderci tra discorsi sul senso e la sostanza dell’arte in una contemporaneità che guarda come non mai alla tecnologia e alla logica da designer, alla tecnica degli ingegneri e agli NFT. “La linea tra ciò che è considerato o meno arte è ormai del tutto sfumata,” conferma.

Tuttavia, il suo approccio, la visionarietà e la forza del suo lavoro mi paiono del tutto simili a quelli di un Veggente d’altri tempi, che bizzarria. Ma non faccio in tempo a dirglielo, ché abbiamo sforato e il tempo di Weirdcore è volato via.