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La scena rave che sta resistendo alla guerra in Ucraina

BRUDNIY PES rave party in Ucraina sotto la guerra

Negli ultimi anni, la vibrante e avanguardista scena dance di Kyiv le aveva guadagnato il soprannome di “nuova Berlino.” Ma l’invasione russa del paese iniziata il 24 febbraio 2022 ha posto una dura sfida al mondo notturno della città—come a tantissimi altri aspetti della vita quotidiana delle persone ucraine.

Quando il club Closer, uno dei locali più famosi della città, ha festeggiato il compleanno in ottobre 2022, vari DJ internazionali sono arrivati nella capitale ucraina a portare il proprio sostegno. Ma a parte questi casi particolari, artisti e frequentatori di party in Ucraina hanno potuto contare soltanto su se stessi per tenere in vita la scena. Ed è stupefacente constatare che la guerra non è riuscita ad ucciderla, anzi, molti DJ e promoter ucraini sono riusciti ad adattarsi splendidamente alle circostanze.

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Il musicista e organizzatore di eventi Harry Pledov è stato una delle prime persone in Ucraina a mettere in piedi un grande evento culturale dopo l’invasione. All’inizio della guerra, si è licenziato per dedicarsi alla produzione di giubbotti antiproiettile, ma poi è tornato alla musica.

“Siamo su un fronte culturale,” dice Pledov parlando della seconda edizione del festival delle arti Art is a Weapon, che si svolgerà il 25 febbraio per lanciare un segnale nell’anniversario dell’invasione. La prima edizione, lanciata a maggio dell’anno scorso, è stato il primo festival di grandi proporzioni del paese dall’attacco russo.

“È stato un evento interdisciplinare con arte, musica, teatro e cinema in grandissima parte prodotti da giovani artisti ucraini,” racconta. “Non si trattava di una vera festa, perché ci avrebbero criticati duramente e io non ero nemmeno pronto a mia volta. Ma con la guerra che si trascina da ormai un anno, è chiara a tutti l’importanza del fare festa.”

Negli ultimi mesi, gli abitanti dell’Ucraina hanno ricominciato ad andare al cinema e al ristorante. “Dobbiamo continuare a ricordare com’è fatta la vita normale,” dice Pledov.

L’estate scorsa, la sua casa discografica Polygon e due altre organizzazioni, SVYST e Grvgrv, hanno lanciato il primo festival di musica elettronica dai tempi pre-invasione, Brudniy Pes (Cane Sporco). Il festival—che ha ospitato molti artisti sperimentali—si è dovuto svolgere di giorno a causa del coprifuoco delle 23 che è in vigore in città dall’inizio della guerra. È durato due giorni e tutti i ricavi (circa 2500 €) sono stati donati all’esercito.

“È stato davvero gigantesco, sono arrivate 2500 persone,” dice Pledov. “C’erano b-boy e gruppi di graffitari professionisti.” Ora si sta concentrando sull’organizzazione di feste più contenute con 500 o 600 persone circa una volta al mese, ma non è facile. “Capita che ci siano blackout elettrici lunghi anche 12 ore e più,” dice Pledov. “E molte ditte di noleggio materiali come le luci, ad esempio, non esistono più.”

BRUDNIY PES Ukraine party – Dj set with one man spinning and one singing, both wearing white shirts, surrounded by a crowd of people jumping up.
A DJ set at Brudniy Pes. Photos: courtesy of Harry Pledov​

Tutti i ricavi delle feste vanno all’esercito, ma l’obiettivo è più grande di quello. “Servono a dare energia alle persone,” dice Pledov. “Energia che poi possono convogliare nel volontariato, per esempio.” E poi alcuni dei DJ inclusi nelle loro line up sono soldati in licenza dal fronte. “A volte tornano in prima linea finita la festa,” dice.

Secondo Pledov, la guerra ha dato una enorme spinta alla scena di musica elettronica ucraina. “I DJ internazionali non hanno il coraggio di venire qua per via dei bombardamenti,” dice. “E ci siamo liberati di tutto ciò che avevamo assorbito dalla cultura russa—le canzoni, i video e i film più famosi. Ora sentiamo di avere un vuoto da riempire con la cultura ucraina, è la nostra missione.” Uno dei progetti che l’etichetta ha lanciato con questo spirito è una compilation digitale intitolata Volunteers, uscita il 3 febbraio 2023.

Oltre a concentrarsi di più sui talenti locali, la scena è diventata anche meno commerciale e più collaborativa. L’artista Ruslan Pylypenko, anche conosciuto come RUSIIICK, è uno dei più assidui collaboratori di Pledov. Prima della guerra, cantava in gruppi rock, poi Pledov gli ha chiesto di fare da MC a una delle sue serate: ora ha un suo collettivo con cui organizza feste.

“Nessuno sa quando finirà la guerra, quindi non possiamo passare tutto il tempo chiusi in casa a tremare,” commenta Pylypenko. L’estate scorsa ha lavorato con Pledov al festival Brudniy Pes. Proprio come tutti gli altri eventi che ha organizzato di recente, il festival è anti commerciale—il biglietto d’ingresso l’anno scorso costava circa 5€ al giorno.

Pylypenko sostiene che la scena sia cambiata moltissimo durante la guerra—specialmente perché le feste si svolgono di giorno. “Siamo tutti sobri,” dice. “Ha solo cinque ore a disposizione, incontri degli amici e ascolti un po’ di musica, poi la festa finisce e devi andare a casa.” Coprifuoco a parte, la gente vuole essere vigile per mettersi prontamente al riparo. “È tempo di guerra,” prosegue. “Devi essere concentrato e sobrio, perché può cadere una bomba da un momento all’altro e nessuno sa che cosa potrebbe succedere.”

Anche i gusti musicali sono cambiati. “Anni fa, Kyiv sembrava Berlino—club bui, sale buie, musica oscura,” Pylypenko descrive. “Ma ora, visto che succede tutto di giorno e non è il momento di drogarsi e bere, sta diventando più Ucraina.” Anche le sonorità inglesi come la breakbeat vanno forte. “La gente sente il bisogno di qualcosa di nuovo e la musica UK è più positiva,” dice Pylypenko.

Questo cambiamento nei gusti è stato notato anche dal DJ Ihor Zadorozhny, che si esibisce spesso alle feste di Pledov. “Prima della guerra, la gente più che altro ascoltava tech house e techno,” dice Zadorozhny. “Ma tutti i DJ famosi che suonavano quel genere se ne sono andati non appena la guerra è iniziata.”

Zadorozhny mette molta breakbeat e drum’n’bass e ha avuto molte più possibilità di suonare ultimamente. “Prima era soltanto un hobby, ora capisco che avevo bisogno di farlo diventare la mia vita,” dice. La fuga dei nomi più famosi ha lasciato un vuoto da riempire per lui e altri artisti emergenti. “Il tipo di musica che facciamo suona un po’ come la guerra,” dice Zadorozhny. “Metto molta neurofunk e hard drum’n’bass, piene di suoni metallici, macchine, esplosioni.”

Zadorozhny è stato nell’esercito per 14 anni e riconosce la carica della battaglia nella sua musica preferita. Nelle prima settimane di guerra, è stato richiamato per difendere la città di Irpin, alla periferia di Kyiv. Irpin si è poi dimostrata uno dei campi di battaglia più duri del paese, e lì l’Ucraina ha vinto.

“È stata una battaglia molto intensa, con mine e artiglieria,” ricorda. Quando è tornato a casa e ha scoperto che sua moglie era incinta, ha scelto di lasciare l’esercito. Ora, oltre a fare il DJ, dirige la divisione ucraina del Consiglio delle Organizzazioni ad Alta Affidabilità (HROC), un think tank del settore sanitario affiliato al Dipartimento della Difesa USA.

Zadorozhny non crede che le persone vadano alle feste per sfuggire all’impatto psicologico della guerra, piuttosto per riflettere e interpretare le proprie esperienze. “Nessuno si sorprenderà se questa cosa andrà avanti altri dieci anni,” dice. “E, dopo la guerra, ci metteremo qualche anno in più per festeggiare come si deve la vittoria.”