microdosing
Cultura

Cosa succede quando fai microdosing in base alle sostanze che usi

Abbiamo parlato di quantità, effetti, rischi e tipi di droga con persone che studiano o usano le microdosi di psichedelici.
Daniele Ferriero
traduzione di Daniele Ferriero
Milan, IT

Non esiste una definizione scientifica e univoca di microdosing ma, di solito, si intende l’assunzione di una sostanza in frazioni minori rispetto alla dose abituale—da un ventesimo a un decimo rispetto al consueto. Le scelte più comuni prevedono LSD e funghi psicoattivi, ma il mondo del microdosaggio è molto più ampio, selvaggio e colorato di quanto non si pensi. Se poi sai quello che stai facendo anche le droghe che di norma vengono considerate più impegnative, come la mescalina o il DMT, possono essere assunte in microdosi.

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A sostanze diverse corrispondono effetti differenti, ma esistono modalità universali a cui rifarsi per mitigare i rischi e aumentare i benefici potenziali—ad esempio, è sempre meglio partire dalla soglia più bassa per poi incrementare le quantità alla volta successiva. Una delle ragioni è il rischio che le droghe assunte non corrispondano esattamente a quello che ci aspettavamo, visto che si tratta pur sempre di sostanze quasi sempre illegali e non regolamentate. “La preoccupazione maggiore è quella di finire per acquistare sostanze di scarsa qualità,” rimarca Peter Freed, professore associato di psichiatria clinica presso il Columbia University Medical Center.

Quando stare attenti con il microdosing

Un’altra ragione per prestare attenzione—indipendentemente dal fatto che si proceda col microdosing una volta, oppure varie volte nell’arco di giorni, settimane o mesi—è che bisogna evitare di arrivare alla soglia di tolleranza. Dopo la microdose, è meglio aspettare qualche giorno prima di assumere nuovamente delle sostanze, conferma Matthew X. Lowe, responsabile delle ricerche per Unlimited Sciences—un’associazione no-profit che sta studiando insieme alla Johns Hopkins University le conseguenze in campo medico di una dose completa di psilocibina. “È una pratica comune, un ciclo di tre giorni che segue la ‘pianificazione di Fadiman,’ secondo la quale bisogna evitare di assumere sostanze per 48 ore,” spiega, “e nel terzo giorno si procede con la microdose.”

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Le sostanze psichedeliche possono essere pericolose per le persone con delle patologie preesistenti. Chi ha problematiche psichiatriche, neurologiche o cardiovascolari, oppure è sotto psicofarmaci, dovrebbe evitare in toto il microdosing, spiega James Giordano, professore di neurologia e biochimica al Georgetown University Medical Center. Le sostanze psichedeliche “possono avere degli effetti sul sistema nervoso periferico, che a sua volta incide sulla frequenza e l’intensità del battito cardiaco, oltre che sulla pressione arteriosa.”

Provare il microdosing

Dunque, per quale ragione dovresti provare il microdosing? Secondo Ellen Bradley, professoressa associata di psichiatria all’Università della California, le risposte sono varie e possono essere contrastanti. Se consideriamo quello che ad oggi è il più esteso studio controllato con placebo: “Vengono riferiti miglioramenti su varie direttrici, dalla salute mentale alla produttività, passando per le funzioni cognitive e la generale soddisfazione riguardo alla propria vita. Tuttavia, ciò vale anche per le persone che avevano assunto il placebo,” precisa.

In ogni caso, ci sono diverse e plausibili spiegazioni scientifiche sui motivi per cui le microdosi potrebbero migliorare la salute mentale. “Gli psichedelici tendono a promuovere la formazione di nuove connessioni neurali e ad aumentare la neuroplasticità,” spiega la psicologa clinica autorizzata Holly Schiff. L’effetto è solo temporaneo, ma quando si verifica “apre uno spiraglio per miglioramenti psicologici e comportamentali attraverso la psicoterapia.” Il microdosing potrebbe quindi essere di particolare giovamento se utilizzato mentre si frequentano sessioni di terapia—benché diverse persone sostengano di averne avuto benefici anche senza.

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Per capire meglio le sfumature del microdosing, abbiamo parlato con diverse persone che studiano o fanno uso di psichedelici, soffermandoci sugli effetti previsti, sui possibili benefici e i rischi.

Funghi

Microdose comune: 0.1–0.3 g di funghi secchi

Fare microdosing di funghetti significa mangiarne direttamente un po’, oppure consumare del cioccolato con funghi oppure ancora assumere capsule che contengono funghi macinati. Una microdose adeguata non dovrebbe causare effetti allucinogeni, bensì una sensazione di “leggerezza”, di sentirsi “nel flusso.” Quest’ultima condizione è quella esperita da Brandon Goode, un imprenditore di 29 anni di Toronto. “Ho scoperto che la pratica del microdosing mi regala più ‘partecipazione’ durante le normali attività quotidiane, indipendentemente dal fatto che si tratti di meditare, fare una passeggiata, socializzare o lavorare. Mi fa sentire più connesso alla natura e alle altre persone,” spiega.

Alcune persone che hanno fatto microdosing di funghi hanno raccontato di miglioramenti dell’umore e qualità del sonno, della creatività e concentrazione, aggiunge Lowe, direttore delle ricerche di Unlimited Sciences. Laura Dawn, una donna di 38 anni che lavora come guida all’integrazione dei farmaci erboristici, utilizza le microdosi dei funghi per “entrare nel flusso” prima di cominciare a lavorare. “Ero la ragazzina che odiava la scuola e le microdosi di psilocibina mi hanno aiutata ad apprezzare la possibilità di imparare qualcosa e a rimanere concentrata durante le mattinate,” racconta Dawn.

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Corinne Segura è una blogger di 39 anni proveniente da Victoria, in Canada, e ha una forma di insonnia collegata alla sindrome della stanchezza cronica. Assumere microdosi molto piccole di funghi, persino 0.02 g, l’aiuta a dormire di notte. Anche a queste quantità, spiega, “I risultati persistono per quasi una settimana e [la mia insonnia] non ritorna all’intensità [che ho sperimentato] prima di cominciare con le microdosi.”

Benché i funghi siano relativamente sicuri, spiega Lowe, “i rischi sono più psicologici che fisiologici. Le persone possono finire per provare emozioni troppo intense o negative, ansia e stati nevrotici.” Cominciando però da dosi bassissime, chi ne fa uso può monitorare la comparsa di emozioni problematiche per poi optare per l’assunzione di una quantità minore la volta successiva. In ultimo, è poi una buona idea quella di evitare di fare alcunché di potenzialmente pericoloso come ad esempio guidare, raccomanda Hailey Shafir, una consulente in salute mentale e specialista nella dipendenza da sostanze.

LSD 

Microdose comune: 10–20 microgrammi

Se le microdosi di funghi possono valorizzare e alleggerire la vita quotidiana, il microdosing di LSD può invece aiutare a migliorare il proprio lavoro. Spesso infatti viene associato agli imprenditori del settore tecnologico e molte persone affermano che aiuti a potenziare la produttività e la creatività. “L’energia positiva messa in circolo era enormemente differente rispetto a quella della solita giornata lavorativa carburata a caffè,” racconta Jow Morre, un uomo di 39 anni che proviene dal Colorado e lavora come formatore nel campo degli psichedelici. “Le microdosi sembravano migliorare e potenziare il mio umore, darmi una concentrazione incredibile e diminuire il mio dolore cronico.”

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Da un punto di vista scientifico, la sua esperienza sembra rientrare in uno schema ricorrente. “Le testimonianze suggeriscono che l’LSD produca una reazione energetica di risposta, una maggior creatività, migliori funzionalità cognitive e abilità nel problem-solving,” racconta Shafir. Tuttavia, l’afflusso di energia può avere delle controindicazioni: persino dopo aver assunto microdosi di LSD alla mattina, Moore ha avuto difficoltà ad addormentarsi la sera.

Per preparare una vera microdose di LSD di solito bisogna dividere un acido in almeno dieci pezzi, spiega Shafir. Bisogna poi ricordarsi che l’LSD ha una soglia allucinogena minore rispetto ai funghi—in sostanza, è più facile avere delle allucinazioni. “In alcune persone,” conferma Giordano, “i parametrici cinetici dell’elaborazione dell’LSD sono tali da permettere un’insorgenza rapida e da produrre quindi allucinazioni.”

DMT 

Microdose comune: 0.5–1.0 mg

Il DMT è conosciuto per essere una droga in grado di condurti in altre dimensioni, ma alcune persone raccontano di essere riuscite a gestirne gli effetti dopo averla assunta in microdosi, e di aver continuato la propria giornata normalmente ma con un po’ più di senso d’ispirazione. A prescindere che sia stato prodotto in laboratorio, estratto dalle piante o, nel caso del 5-MeO-DMT, ottenuto dal veleno di alcune specie di rospo, il DMT può essere sniffato, fumato o vaporizzato. Tra le opzioni di microdosing, si tratta di una tra le esperienze più spirituali.

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Yana lavora nel settore tech, vive a Los Angeles, ha 33 anni e preferisce non divulgare il proprio cognome per ragioni di privacy. Ha cominciato a svapare piccole quantità di DMT a una festa e ha scoperto che le permetteva di conversare normalmente, ma con una sensazione “davvero piacevole e amabile, rinvigorente ed esaltante.” Da allora l’ha fatto molte altre volte. “Magari non vedo fenomeni visivi intensi o ho allucinazioni, ma la stanza sembra respirare e gli oggetti pulsano,” racconta. “Mi sembra di conoscere il mio posto nell’universo e lo vivo con un senso di pace. Le cose assumono un aspetto ‘scintillante’.”

“Il DMT è un allucinogeno molto potente con effetti psichedelici e enteogenici molto forti anche alle dosi più basse,” ricorda Giordano. Chi fa microdosi può sentirsi una persona “più creativa ed espansiva, meno legata ai soliti schemi mentali,” ma potrebbe anche avere involontariamente delle allucinazioni. “Sale molto rapidamente, e svanisce altrettanto con rapidità,” eppure gli effetti possono impiegare del tempo ad attecchire del tutto, motivo per il quale Giordano suggerisce di aspettare almeno due ore prima di assumerne ancora.

Mescalina 

Microdose comune di peyote: 10 g freschi o 0.9 g secchi
Microdose comune di San Pedro: 10–20 g freschi o 3–5 g secchi

I cactus San Pedro e peyote contengono una molecola chiamata mescalina, che può causare effetti allucinogeni ad alte dosi. La mescalina, se assunta in microdosi, può invece portare a un aumento del senso di consapevolezza, intuizione e capacità di concentrazione, insieme a un’impressione di alleggerimento e sollievo emotivo, secondo Giordano.

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Jose Alejandro Torres Aguilera, un artista e musicista messicano di 27 anni, spiega che le microdosi di peyote lo hanno reso “più concentrato sul mio cammino e su quello che voglio diventare” e lo hanno aiutato “ad approcciare le cose con più calma e leggerezza nella vita di tutti i giorni.” Un effetto particolarmente attraente per chiunque cerchi un po’ di pace interiore o di riduzione dello stress.

Sia il peyote che il San Pedro possono essere trasformati e distillati in polveri da incapsulare. Si corre tuttavia il rischio dell’“accumulo della dose”, a causa del modo in cui la mescalina viene immagazzinata e metabolizzata dal corpo, specifica Giordano, dicendo di prestare attenzione a non assumere troppe dosi in un singolo giorno. “La mescalina non è una sostanza da assumere diverse volte al giorno con le microdosi. Con il tempo, altrimenti, puoi correre il rischio di un effetto macroscopico.”

Ayahuasca

Microdose comune: 50 g d’infusione

La bevanda allucinogena conosciuta come ayahuasca ha due componenti: la liana, che contiene gli inibitori delle monoamino ossidasi (I-MAO), in grado di facilitare l’elaborazione del DMT nel cervello, e la pianta che produce il DMT vero e proprio. Se si fa microdosing soltanto della liana, di solito in forma liquida, il sistema serotoninico, dopaminergico e la norepinefrina possono aumentare la loro attività, e lo stesso avviene per la produzione di DMT del corpo stesso, secondo Giordano.

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Se si assumono microdosi di DMT pura e semplice si possono riscontrare un carattere più aperto e una maggiore franchezza, oltre a una maggiore introspezione. Con gli I-MAO, invece, è più probabile avere “un grado maggiore d’ attenzione, un minor senso di fatica e un aumento nelle percezioni.”

“Fare microdosing degli I-MAO mi ‘àncora’ fortemente al momento attuale,” spiega un terapista energetico di 40 anni. “Il chiacchiericcio mentale cessa e posso affidarmi alla mia intuizione e a ciò che sento. Provo un confortante senso di pace in grado di risanare la mente inquieta. E di solito riesco comunque a gestirmi la mia giornata: vado a lavoro, faccio una corsetta, mi preparo la cena—ma faccio tutto con un senso di profonda venerazione per la vita.”

Gli studi sugli effetti degli I-MAO senza il DMT sono piuttosto limitati, specifica Giordano. “Assumi comunque il principio attivo, ma ci sono varie discussioni relative ai benefici dell’ayahuasca e alla maniera in cui le molecole interagiscono.” L’ayahuasca può portare a cambiamenti nella pressione arteriosa, nella frequenza cardiaca, nell’attività della muscolatura liscia ed eventualmente può scatenare nausea e vomito. Dunque, procedere con cautela.

Ibogaine

Microdose comune: 25 mg di concentrato oppure 50–100 mg in polvere

L’ibogaina viene ricavata dal legno di un arbusto africano che si chiama iboga ed è utilizzata per combattere le dipendenze da sostanze, per curare ansia e depressione, nonché per indurre delle potenti esperienze spirituali. Una microdose, assunta sia in capsule che sotto forma di trucioli di corteccia della radice, è conosciuta anche come “dose del cacciatore” grazie a i suoi effetti, che includono una maggior energia e reattività. “Rende le persone maggiormente consapevoli dal punto di vista cognitivo e della sensibilità, nonché piacevolmente grate per la sottigliezza delle proprie percezioni,” spiega Giordano. “Tende anche ad aumentare l’empatia e la sensibilità relazionale.”

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Le’ Jai’ La Troi, una sciamana e scrittrice messicana di 30 anni, ha fatto microdosing di ibogaina per diversi anni e senza mai assumere una dose maggiore. “Questa pianta ha drasticamente cambiato il rapporto con me stessa, il mio senso dell’identità e il ruolo nella società,” racconta. “Attraverso la pratica di guarigione mediata dall’iboga, ora comprendo chi sono in quanto anima.”

Secondo Giordano, chi fa microdosing di ibogaina di solito riesce a svolgere il proprio lavoro e le altre attività quotidiane, e anzi spesso aiuta a migliorare l’abilità di concentrazione e a pensare più chiaramente. Alle dosi più alte può però abbassare la frequenza cardiaca a livelli potenzialmente letali. Per questa ragione, benché sia raro che accada con le microdosi, chi ha malformazioni cardiache dovrebbe evitare di farne uso.

MDMA 

Microdose comune: 20–40 mg

Alexandria Wojcik è una funzionaria pubblica che vive nella Hudson Valley nello stato di New York, e quando va a ballare le piace fare microdosing di MDMA intingendo il dito in una busta diverse volte a sera. “Mi aiuta a essere più estroversa. Sono una persona introversa di natura, ma adoro partecipare ai grossi eventi stracolmi di persone,” spiega. “Il mio obiettivo è avere uno spirito un po’ alterato e più leggero, che si lascia consumare dalle luci, dai suoni e dal mare di raver, pur rimanendo del tutto consapevole di cosa mi circonda.”

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Con il microdosing ottieni lo stesso effetto che otterresti da una dose più consistente di MDMA, ma meno intenso. “L’MDMA crea un senso di vicinanza e intimità con le altre persone e in generale un atteggiamento positivo ed emotivamente carico, oltre ad aumentare la sensibilità al tocco, la vista, l’olfatto e l’udito,” dice Shafir.

Bisogna però fare attenzione a non assumere microdosi di MDMA troppo ravvicinate, se non si vuole ottenere l’effetto di una dose piena, precisa Giordano. “Le persone tendono a dire, ‘Ne ho presa un po’ alle nove di sera e stavo alla grande. Poi l’ho presa di nuovo alle 11 e all’una di notte, e il giorno dopo ero a pezzi.’ Ecco, quello è fare macrodosing di MDMA.” È anche importante idratarsi bene, perché l’MDMA può disidratarti anche a piccole dosi. Più ne prendi, più rischi di avere poi difficoltà a dormire o un senso di hangover il giorno dopo.

Ketamina

Secondo diversi studi, la ketamina può aiutare a trattare condizioni di depressione o ansia e, benché la ricerca in questo campo sia ancora limitata, uno studio pubblicato su Frontiers in Pharmacology ha scoperto che basse dosi di ketamina migliorano nei ratti il senso di motivazione e l’attenzione.

Non tutte le persone esperte in questo campo concordano però sul fatto che la ketamina possa o debba essere usata in microdosing. “La ketamina è molto volatile e potente,” dice Giornano, che raccomanda cautela in parte perché la ketamina è difficile da dosare correttamente. (Per questo, ha preferito non suggerire alcun valore di dosaggio per il microdosing). Un dosaggio improprio può provocare uno squilibrio nel neurotrasmettitore serotonina, che potrebbe poi esacerbarsi in forme di ansia o depressione, e per questa ragione “è meglio somministrare la ketamina in contesti di terapia clinica,” dice.

Ciò nonostante, alcune persone hanno fatto microdosing di ketamina nella loro vita. David Ronick, imprenditore di 54 anni che vive a New York, descrive il microdosing di ketamina fatto con una compressa sublinguale come “la migliore meditazione della mia vita,” aggiungendo, “non ho avuto un trip, ma mi sono sentito un po’ come se galleggiassi sopra il mio corpo, completamente rilassato e in contatto con i miei pensieri e sentimenti di quel momento.” Dopo aver condotto l’esperimento per sei settimane, si è sentito più calmo di quanto non gli capitava da anni e, per quanto abbia ancora problemi di ansia, dice che è molto più facile gestirli.

Conclusioni

Al netto di scoperte scientifiche ed esperienze personali interessanti, è importante ricordarsi che nessun protocollo per il microdosing è infallibile o adatto a qualsiasi persona. “La maggior parte delle persone che fanno microdosing sperimenta sia con i dosaggi specifici che con la frequenza di assunzione—per esempio: tutti i giorni, un giorno sì e uno no, un paio di giorni alla settimana—per scoprire cosa funziona meglio per loro,” dice Shafir. “Questo processo spesso procede per tentativi ed errori, ed è normale finire per prendere dosi troppo alte e subire effetti più potenti del previsto.”

Infine, aggiunge Shafir, “Le sostanze psichedeliche non sono una ‘cura magica’ per ansia, traumi [o qualsiasi altra condizione di salute mentale o problema personale] e funzionano solo quando una persona è in grado di rielaborare le proprie emozioni ed esperienze, spesso con l’aiuto di una figura di terapeuta formata appositamente.” In altre parole, il microdosing potrebbe aiutarti a trovare una nuova prospettiva sulla vita e magari un senso di benessere—o potrebbe rivelarsi solo un placebo di tendenza. In entrambi i casi, come la maggior parte delle cose, non risolverà magicamente i tuoi problemi.

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